MELONI:’GOVERNO SERIO E INATTACCABILE’

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cms_28125/0.jpg"A me interessava formare una squadra che funzionasse, un governo inattaccabile, serio, adeguato, ben calibrato. E credo di esserci riuscita". Così il presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel libro di Bruno Vespa ’La grande tempesta. Mussolini, la guerra civile. Putin, il ricatto nucleare. La Nazione di Giorgia Meloni’. "Non ho mai temuto davvero di non riuscire a fare un governo anche se ho preso in considerazione l’ipotesi di presentarmi in Parlamento senza un accordo preventivo con tutti gli alleati, quando alcune proposte mi sono sembrate irricevibili", ha affermato.

"Nonostante io fossi andata incontro a tutti senza sfogliare il manuale Cencelli, perché i numeri avrebbero detto altro. Ma a me interessava formare una squadra che funzionasse, un governo inattaccabile, serio, adeguato, ben calibrato. E credo di esserci riuscita", ha sottolineato il premier.

cms_28125/1.jpg"Con Salvini si è stabilito un rapporto nuovo e diverso", ha detto ancora Meloni spiegando che il leader della Lega "ha capito quel che si poteva e quel che non si poteva fare e mi ha aiutato a cercare soluzioni.

In certe situazioni lui mi ha chiesto di aiutarlo, in altre io l’ho chiesto a lui.

Franchezza reciproca senza polemiche. Un mediatore? Beh, il fatto di non schierarsi aprioristicamente con Berlusconi mi ha aiutato molto".

cms_28125/2_1667366644.jpgE con il Cavaliere?, chiede Vespa. "Con lui c’è stata qualche incomprensione in più, figlia del passaggio di testimone", ha risposto Meloni. "Quando si vivono certi momenti epocali, è fatale che ci siano delle scosse. Non so quanto sia stato ben consigliato all’inizio, ma devo riconoscergli la lucidità di capire quali fossero alla fine le priorità per non deludere chi aveva creduto in noi e nel ritorno dopo undici anni a un governo politico di centrodestra. Il suo discorso sulla fiducia pronunciato al Senato il 26 ottobre è stato bello e importante, e sono stata contenta di applaudirlo", ha sottolineato il presidente del Consiglio. Vespa ha chiesto infine a Meloni perché ami parlare di "Nazione" e non di "Paese". "Perché Paese è un luogo fisico, chiuso e delimitato, mentre la Nazione è un luogo dell’anima che tiene insieme cultura, identità, condivisione".

cms_28125/3.jpegParlando poi dell’incontro del 23 ottobre con Emmanuel Macron, il premier ha affermato: "Abbiamo conversato per un’ora a quattr’occhi sulla terrazza dell’hotel Meliá.

Siamo persone che amano entrambe la franchezza e abbiamo parlato di tutto con la massima chiarezza, delle cose che ci uniscono e di quelle che ci dividono".

"Ho illustrato la nostra decisione di difendere il marchio made in Italy", ha proseguito Meloni. "Ho contestato l’atteggiamento predatorio che la Francia ha manifestato in qualche occasione, ho trovato una perfetta comunità d’intenti nella difesa della sovranità alimentare alla quale anche la Francia tiene molto - ha detto ancora - Abbiamo parlato di Libia, immigrazione, infrastrutture. Gli ho detto: caro Emmanuel, tu difendi gli interessi francesi, io quelli italiani. Su certe cose andremo d’accordo, su altre litigheremo. Ma la lealtà e la franchezza potranno portare soltanto vantaggi ai nostri rapporti. L’ho trovato assolutamente d’accordo su questa linea".

Redazione

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