MARIO DRAGHI INAUGURA IL MEETING DI RIMINI

Parole di incoraggiamento da parte del membro della BCE

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Mario Draghi, economista membro del Consiglio direttivo e del Consiglio generale della Banca centrale Europea, inaugura la 41a edizione del meeting di Rimini 2020 dal titolo: “privi di meraviglia restiamo sordi al sublime”. Draghi conferma la criticità del periodo con la speranza concreta di poter (ma, soprattutto, dover) ripartire dai giovani. Uno dei problemi più pressanti, effettivamente, riguarda la mancanza di percorsi professionali adeguati per i ragazzi di oggi.

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I giovani rimangono in balia di se stessi senza comprendere i bisogni della società, indirizzandosi verso percorsi non conformi ad una reale possibilità di realizzazione lavorativa. In pratica, mercato e scuola non comunicano in maniera adeguata. La scuola, una volta centro di riferimento per la formazione lavorativa, al giorno d’oggi consiste spesso in una semplice memorizzazione di informazioni riassunte in una teoria tipica dei migliori manuali ma lontana dalla realtà attuale. La pratica nei licei rimane un cruccio, se possibile, da evitare poiché l’importante è riempire il cervello, non nutrire la mente.

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Così, Mario Draghi fa luce su una questione irrisolta: la necessità di una riorganizzazione scolastica in vista dell’inserimento nel mondo del lavoro. Più di tutto, occorre rimanere al passo con i tempi e con gli altri paesi per sopravvivere alla crisi post-Covid, “I sussidi - secondo Draghi - servono a sopravvivere, a ripartire ma ai giovani bisogna dare di più”. In un momento in cui l’orizzonte appare incerto, Draghi disegna nuovi scenari possibili grazie ad uno sforzo comune. La pandemia di Covid-19 è ancora in corso e porta con sé degli strascichi economici notevoli, da ottimizzare però in maniera positiva per tutti ridefinendo obiettivi e modalità. L’economista parla di due tipi di debiti: cattivi e buoni. Il debito post pandemia, purtroppo, è necessario e inevitabile per gestire l’emergenza post-Covid e ricostruire l’Italia, tuttavia può diventare un debito “positivo” se distribuito in maniera intelligente e utilizzato per migliorare i punti deboli del Paese.

Alessia Gerletti

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