MARIA PIA IZZO ED EVA BALZAROTTI, INVESTIGATRICI DIGITALI

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Maria Pia Izzo ed Eva Balzarotti: due donne fuori dall’ordinario - partner nel lavoro e nella vita - che hanno scelto di fare della loro esistenza un servizio e una testimonianza.

Vengono entrambe dal mondo della giurisprudenza e da anni lavorano nel settore investigativo digitale; oggi sono titolari di una ditta di informatica che offre diversi e importanti servizi.

Esperte di rete e comunicazione, viene spontaneo chiedergli un parere sul fenomeno Social: come mai la partecipazione di massa è inversamente proporzionale alla qualità dei contenuti?

La risposta non si fa attendere e suona come uno schiaffo: “Perché partecipano tutti e non c’è selezione all’ingresso”.

Come dar loro torto? Non si può certo negare che oggi tutti parlano di qualunque cosa e che chiunque esprime il proprio punto di vista - spesso non richiesto - conoscendo poco o niente dell’argomento.

Forse la parola ha perso il suo potere o, semplicemente, da costruttiva è diventata distruttiva?

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Maria Pia Izzo (a sinistra) ed Eva Balzarotti

“Siamo una coppia dal 2002 - racconta Maria Pia - e per questo abbiamo dovuto attraversare tante peripezie; anche se in Italia si è evoluta la percezione delle coppie omosessuali, per quelle femminili il tabù è ancora forte, non si sa bene perché.

Come professioniste, invece, si occupano di informatica forense, ossia di analizzare i supporti digitali (telefonini, computer, videocamere, schede logiche di memoria) sia per conto di avvocati che devono difendere un loro cliente (accusato o vittima) nel corso di un procedimento penale, sia - ed in maggior misura - per i pubblici ministeri che hanno sempre più spesso l’esigenza di arricchire le indagini attraverso l’analisi dei supporti e dei dispositivi digitali.

Un lavoro tosto ma interessante.

Facciamo un piccolo passo indietro.

Tanto Maria Pia quanto Eva vengono dal mondo della giurisprudenza ed entrambe lavorano nel settore dell’informatica. Dal 2016, in via pressoché esclusiva, si occupano di informatica forense, lavoro che le mette a contatto con le relazioni umane che gli indagati intessono intorno a loro.

Sempre più persone affidano al proprio telefono cellulare praticamente tutti gli aspetti della loro vita.

“Quindi indagare il contenuto di un telefono - sottolinea Eva, è come scoperchiare il cervello di una persona e guardarci dentro”. “Ovviamente sempre con molta attenzione ed estrema assenza di giudizio - prosegue Maria Pia, anche se si tratta di indagati o, addirittura, di imputati.”

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“Atlan66”, il sito internet di M. Pia ed Eva

Le due donne sottolineano giustamente che, nonostante la loro formazione giuridica, non è loro compito giudicare le persone sulle quali indagano. Prima di tutto perché associare un determinato comportamento all’aspetto normativo - penalistico o giuridico che sia - non è il loro ruolo. Secondo perché, a prescindere da quelle che possono essere le caratteristiche umane di un soggetto, nessuno può capire che cosa spinge un essere umano a fare quello che fa. Senza dubbio gli eventi portati alla luce dalle indagini sono spesso molto forti e non lasciano indifferenti ma “anche se creano disagio, non possono essere inquadrati da un punto di vista del giudizio e del pregiudizio - incalza Maria Pia. Il nostro compito è semplicemente quello di estrarre il dato e metterlo a disposizione del pubblico ministero e del tribunale, affinché abbiano la migliore conoscenza possibile del reale contesto delle relazioni e dei rapporti.”

Ci vogliono un grande distacco e una grande presenza di spirito: di fronte a certi comportamenti violenti - in particolare sui minori e sulle donne - è davvero difficile resistere alla tentazione di lasciarsi andare al giudizio.

Il tema della violenza sulle donne è particolarmente caro ad Eva e Maria Pia, che lo hanno vissuto sulla loro pelle. Violenza non è soltanto quella fisica ma esistono migliaia di modi di abusare di una donna.

Secondo l’esperienza delle nostre investigatrici, come siamo messi sotto questo aspetto? C’è stata una recrudescenza un ritorno, una diminuzione o tutto è rimasto tale e quale?

“Sicuramente il periodo del lockdown ha acutizzato alcuni fenomeni già in essere - afferma Maria Pia. Tenere chiuse in casa, nello stesso spazio vitale, persone che hanno difficoltà di comunicazione è un grande azzardo.”

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Eva e Maria Pia hanno quotidianamente a che fare con situazioni molto compromesse. Non che siano specializzate in una particolare tipologia di reato ma, statisticamente, il grosso del loro lavoro si concentra sulle fasce deboli, ovvero sui casi di violenza su donne e bambini. Qui, come negli altri casi, il bandolo dell’intricata matassa lo trovano all’interno dei contesti relazionali che emergono dal telefonino o dal computer.

Tutto quello che riguarda la vita sociale di un individuo è tracciato nei suoi dispositivi, che vengono ormai utilizzati per qualunque tipo di reato: dallo spaccio, alle violenze di genere, piuttosto che alle aggressioni online o alle truffe. Il lavoro di Maria Pia ed Eva consente agli operatori di diritto una sorta di ispezione a posteriori, una fonte di prove che, di fatto, viene raccolta ancora prima che l’evento succeda.

“La realtà è che il telefono colleziona informazioni dal giorno in cui lo accendiamo” - afferma Eva.

Maria Pia ci tiene inoltre a sottolineare il grande valore dell’ironia, intesa come sano canale di sfogo “che ci salva, da un lato dallo sconforto e dall’altro dal ricadere in un meccanismo di giudizio che non è produttivo nell’ambito di un procedimento giudiziale”.

Ma come è nata, nel cuore di queste due donne, la passione per questa professione? Di certo non è un lavoro come tanti altri e ci vuole una vocazione molto particolare per fare un lavoro del genere.

“Abbiamo visto tutte le puntate de “La signora in giallo” - afferma scherzosamente Maria Pia -: ogni volta che lei si moveva c’era un morto e ogni volta che ci muoviamo noi c’è un telefono!”

Poi Eva e Maria Pia si sono incontrate.

Avevano passioni comuni in ambito sportivo e letterario, così hanno iniziato a frequentarsi per una sorta di affinità elettiva. Da cosa è nata cosa e: “Si vede che doveva funzionare, perché siamo diventate maggiorenni quest’anno (2020): sono 18 anni che stiamo insieme!” - afferma Eva con orgoglio.

E aggiunge un dettaglio non trascurabile e abbastanza inquietante sulla situazione della donna in Italia e nel mondo.

“Dalle analisi che conduciamo, emerge che la violenza di genere del nostro Paese ha profondissime ragioni culturali: finché noi non riusciremo a scardinare quel tipo di approccio mentale, non potremo venire a capo del fenomeno. La cosa è talmente radicata che, addirittura, la vittima non si accorge di essere abusata, anzi ritiene quel comportamento normale. Dobbiamo lavorare sulla cultura di massa e, ovviamente, sanzionare quelle situazioni in cui la cosa degenera.”.

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A questo proposito, ecco il consiglio unanime di Maria Pia ed Eva alle donne in difficoltà: “Chiedete aiuto! Per quanto ci possiamo sforzare di dar una mano, la spinta deve partire dalle donne: non vergognatevi e non abbiate timore del giudizio delle persone, fregatevene e non colpevolizzatevi.”

E questo al primo accenno di violenza, non al centesimo.

Le due donne consigliano inoltre, già al primo accenno di violenza, di riconquistare tutti legami sono stati interrotti.

“Viene chiamato “isolamento della preda”: è proprio una tattica, una strategia - affermano. Bisogna uscire dall’isolamento in qualsiasi modo, sia virtuale che reale. Il passo veramente fondamentale, l’unico passo importante e consapevolizzare il problema: una volta che è una donna si rende conto di essere vittime di violenza, di avere un problema, qualunque strada va bene, basta chiedere aiuto. Fatto quello, la strada è in discesa.”

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L’intervista che segue è stata realizzata da “Tavoli HeArt” per la Social TV della storica Libreria Bocca di Milano, all’interno della splendida cornice di Galleria Vittorio Emanuele II.

La Libreria Bocca dal 1775 è locale Storico d’Italia con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali.

L’articolo è pubblicato su “International Web Post” che, nella persona del suo fondatore e direttore Attilio Miani, si fa portavoce della partnership tra un magazine di informazione internazionale e una libreria storica unica nel suo genere.

#socialtvlbocca

Dove trovare Maria Pia ed Eva:

https://www.atlan66.it

Simona HeArt

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