MACRON: “CONTRASTARE SEPARATISMO ISLAMISTA”

Il Presidente francese annuncia un progetto di legge per rafforzare la laicità

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Nella Repubblica francese non c’è spazio per “contro-società” che violino le leggi statali. Lo ha spiegato il Presidente Emmanuel Macron, introducendo un progetto di legge per “rafforzare la laicità” contro il problema degli integralismi religiosi, in primis quello di matrice islamica che tanto dolore ha già portato oltralpe. Gli attentati che colpirono Parigi nel 2015 sono una ferita aperta nel cuore della popolazione francese e dell’Europa tutta, e il nuovo attacco avvenuto lo scorso 25 settembre alla ex-sede di Charlie Hebdo è stato un promemoria ed un allarme troppo forte per essere ignorato: in Francia, se si prende in giro la religione, si rischia la vita. E questo è assolutamente intollerabile, come spiegato proprio da Macron, secondo il quale l’ “obiettivo finale” dell’ideologia estremista è “assumere il controllo completo” della società e “rifiutare la libertà di parola, la libertà di coscienza, il diritto alla blasfemia”.

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Ciò che ancor più preoccupa, e contro cui il governo francese ha deciso di agire con mano ferma, sono i cosiddetti “separatismi religiosi”: delle vere e proprie manipolazioni della libertà di religione utilizzate per agire in aperto contrasto con le leggi statali, spesso arrivando all’applicazione di qualcosa di molto simile alla sharia in piccole cerchie sociali. Il disegno di legge annunciato da Macron, che verrà presentato ufficialmente il prossimo 9 dicembre, servirà a fornire alla magistratura un quadro giuridico finora mancante. Un’azione, questa, da considerarsi anche strategica dal punto di vista elettorale, dato che Macron è consapevole che la sua più temibile avversaria sarà l’estremista di destra Marine Le Pen, il cui Rassemblement National (prima Front National), che propone un programma politico a tutti gli effetti neofascista, era risultato primo partito con il 23% delle preferenze alle elezioni europee dello scorso anno. La Le Pen ha raccolto i consensi di molti cittadini impauriti, anche non fascisti, che sentono di non essere protetti a sufficienza dalla minaccia terroristica, che in Francia è molto più forte rispetto agli altri Paesi europei.

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Le promesse di azioni per la pubblica sicurezza e gli attacchi al “lassismo” de “La République En Marche” (il partito di Macron) sul tema hanno fatto breccia nell’elettorato francese. Così, il Presidente in carica si è visto politicamente costretto a correre ai ripari, per tentare di recuperare quell’elettorato moderato che gli stava sfuggendo a destra. Nel disegno di legge si parla di obbligo di neutralità per i pubblici ufficiali, di rafforzare il controllo delle associazioni che beneficiano di fondi pubblici, di limitare l’istruzione domiciliare usata dai fondamentalisti islamici e di porre fine agli imam formati all’estero, annunciando una “transizione” di quattro anni. Bisogna ricordare, come ha specificato lo stesso Presidente, che la lotta al fondamentalismo islamico non ha nulla a che vedere con la libertà di religione, che sarà sempre garantita in un Paese democratico e multietnico come la Francia. La lotta agli estremismi è invece una lotta di civiltà che può risultare determinante per la sopravvivenza stessa della nostra società di individui liberi e indipendenti.

Giulio Negri

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