L’ORRORE DELLA SHOAH “NON DEVE PIÙ RIPETERSI”
L’appello di Francesco: guardare al passato per costruire un futuro di umanità e dignità
“Non deve più ripetersi questa indicibile crudeltà”. Il Pontefice non usa mezzi termini e va dritto al punto, rievocando uno degli episodi più devastanti della storia mondiale. È necessario scacciare via sentimenti come l’indifferenza e la rassegnazione dal cuore di ognuno di noi. Oggi più che mai abbiamo bisogno di un nuovo sussulto, perché solo attraverso la memoria è possibile non incorrere negli stessi errori del passato.
Quello che è accaduto ad Auschwitz è indescrivibile, ma allo stesso tempo merita di essere commentato. Quei campi di concentramento hanno spezzato la vita di milioni di persone, riducendole a numeri privi di qualsiasi dignità. L’appello di Francesco in questo senso è chiaro e si esemplifica attraverso una dichiarazione toccante: “È necessario ricordare lo sterminio di milioni di ebrei e persone di diversa nazionalità e fedi religiose. Non deve più ripetersi”. Ovviamente, l’appello del Papa è rivolto a tutti, ma in special modo agli educatori, affinché indirizzino le giovani generazioni sulla strada della consapevolezza.
Da questo punto di vista, deve emergere un elemento cardine che, anche oggi, rischia seriamente di scomparire: la dignità. Ogni essere umano ha il diritto di vivere liberamente, compiere le proprie scelte religiose e ad appartenere al proprio gruppo etnico-culturale senza il timore di discriminazioni. La storia è un eterno punto di ritorno che vede ripetersi gli eventi in maniera ciclica. L’obiettivo delle celebrazioni per la Giornata mondiale della Memoria non è enunciare slogan di facciata o sbandierare frasi stereotipate sui social, bensì colpire le coscienze umane veicolando un significato profondo.
Le difficoltà dei tempi nostri sono legate alla mancanza di ideali umani. Per questo, ammettere l’evidenza di innumerevoli discriminazioni costa fatica. In sintesi, in pochi (se non nessuno) vogliono sporcarsi le mani nel prendere le difese di chi viene calpestato. Le crudeltà dei campi di concentramento e sterminio forse ci hanno insegnato poco, perché la strada verso un mondo libero è ancora lontana. Le dittature cambiano nome, assumono connotazioni diverse, ma in sostanza hanno la stessa matrice, improntata sul medesimo ideale: lo scarso valore attribuito alla vita di ciascun individuo.
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