L’ITALIA SI VESTE DI ROSSO E ARANCIONE

Regioni tra regole e colori: cosa cambia oggi

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cms_21452/ITALIA_ROSSO_ARANCIONE.jpgItalia zona rossa e zona arancione, regioni in attesa dei verdetti e delle ordinanze su colori che comporteranno regole -su scuola, spostamenti, visite ai parenti, categorie di negozi- in vigore dal 7 aprile, dopo i divieti e le restrizioni di Pasqua. Dal 3 al 5 aprile, stretta per tutto il Paese, che venerdì scorso ha registrato un indice Rt nazionale a 1.08, in lieve calo come l’incidenza.

Attualmente sono 11 le regioni, cui si aggiunge la provincia autonoma di Trento, in zona rossa. E per molte di queste, la situazione resterà invariata anche dopo Pasqua. Per Lombardia, Emilia Romagna, Toscana e Puglia i dati non suggeriscono cambiamenti. Stesso discorso per il Piemonte, nonostante il lieve calo dei contagi e l’indice Rt stimato sotto l’1. La regione governata da Alberto Cirio, intanto, ha varato un’ordinanza restrittiva per Pasqua: supermercati chiusi e divieto fino al 5 aprile di recarsi nelle seconde case per chi non risiede in Piemonte.

Il monitoraggio dei dati e le indicazioni della cabina di regia oggi potrebbe comunque modificare, anche se marginalmente, la mappa a colori e determinare passaggi dalla zona rossa a quella arancione, o viceversa: i due colori, in virtù del decreto Covid appena varato, saranno gli unici a caratterizzare la penisola per tutto aprile. Un eventuale alleggerimento delle misure è legato ai dati su contagi e vaccini: servono pochi casi e tante dosi, in sostanza, per puntare ad una riapertura parziale.

Oggi, intanto, le regioni attendono i voti. Peserà l’indice Rt e peserà l’incidenza: 250 casi ogni 100.000 abitanti spediscono una regione in zona rossa. Sotto questa soglia si può sperare nella zona arancione e quindi in regole e misure meno stringenti, con la riapertura di alcune categorie di negozi e la possibilità di fare visita a un’altra abitazione privata una volta al giorno nello stesso comune (in zona rossa dal 7 aprile questo non sarà più consentito secondo il nuovo decreto).

cms_21452/2.jpgRegioni, chi spera e chi rischia.

L’Italia arriva all’appuntamento della ’pagella’ del venerdì dopo una giornata con 23.649 nuovi positivi e 501 morti. L’indice di positività si attesta al 6,6%. Tra le regioni che puntano a lasciare la zona rossa c’è la Campania. La regione governata da Vincenzo De Luca ha archiviato il primo aprile con 2.258 contagi e 55 morti inseriti nel bollettino.

Vuole la promozione anche il Veneto di Luca Zaia.

"I dati in nostro possesso dicono che l’indice Rt è 1.12. L’incidenza è a 226,8, quindi sotto la soglia di 250 casi per 100.000 abitanti. Abbiamo il 29% di ricoveri in terapia intensiva, sotto la soglia del 30%. I ricoveri in area non critica sono al 27%, la soglia è al 40%. Se la nostra proiezione sarà confermata, noi domani speriamo che ci sia un passaggio di colore", ha spiegato il governatore, mostrando comunque prudenza: "Stiamo parlando di variazioni di decimali. Anche il ministro Speranza dice ’aspettiamo’". I dati più recenti per la regione fanno riferimento a 1.633 i contagi e 28 morti. Nelle ultime 24 ore sono stati eseguiti 42.612 tamponi, il tasso di positività è del 3,83%.

Il Lazio spera nella permanenza in zona arancione. "Aumentano i casi, mentre sono stabili i ricoveri e diminuiscono i decessi e le terapie intensive. Il rapporto tra positivi e tamponi è a 10%, ma se consideriamo anche gli antigenici la percentuale è al 4%. I casi a Roma città sono a quota 900. Timidi segnali positivi sono la diminuzione dei decessi e delle terapie intensive, ma dobbiamo mantenere alta l’attenzione nelle festività di Pasqua. Il valore RT è stabile a 0.98", ha spiegato l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, fotografando la situazione attuale.

Infine, il ’caso Sicilia’. La regione è stata investita dall’inchiesta sui dati falsi e ora rischia di essere retrocessa. Il quadro più recente comprende 1.282 contagi su 10.305 tamponi con un’incidenza del 12%. Negli ospedali i ricoverati sono 1039.

(fonte AdnKronos - foto dal web)

Redazione

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