L’ISOLA DI MEDEA

INCONTRO MEMORABILE DI MARIA CALLAS CON PIER PAOLO PASOLINI

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Per onorare la memoria di Maria Kalogeropùlu, che in tutto il mondo fu nota come la “divina” soprano greca Maria Callas, a Trieste è stata proiettata la versione integrale, di 90 minuti, del film-documentario “L’isola di Medea”, produzione associata di Lagunamovies-Karel ed Erich Jost, sostenuta da FVG Film Commission, con la collaborazione di Banca di Cividale e Fondazione Carigo.

L’evento è stato promosso proprio dalla Comunità Greca, presente nel capoluogo Giuliano da quando, 250 anni fa, l’imperatrice Maria Teresa d’Asburgo vi favorì il primo insediamento. Si è colta l’occasione per ricordare il quarantennale dalla scomparsa della grande cantante lirica, sopravvenuta nove anni dopo essersi cimentata come interprete in ambito cinematografico nei panni della tragica “Medea” dell’omonimo capolavoro, girato nel 1969 fra Grado-Anzio e la Cappadocia e portato sugli schermi dall’indimenticato regista di Casarsa (Udine) Pier Paolo Pasolini.

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Nell’attuale documentario è stato messo in evidenza l’incontro fra Pasolini e la Callas in occasione di quella lavorazione di “Medea”. Secondo Guido Corso, direttore Rai FVG, si è trattato di “un episodio prezioso della storia culturale del territorio di cui non si è spenta l’eco”, mentre a nome della Comunità Greca Triestina Thanasis Papathanasiou ha sottolineato che Maria Callas, aldilà dell’avere conquistato il mondo con la sua voce “divina”, per i Greci resta “una donna passionale, un simbolo di vita, di donna fiera che non si arrende mai”, e che quello con Pier Paolo Pasolini “fu coinvolgimento, fra due grandi protagonisti della cultura, in un incontro memorabile capace di riprodurre nella vita alcune atmosfere della tragedia greca, pur culminando non nella vendetta cieca e deleteria di Medea ma nel crinale malinconico della vita”.

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Affermazioni quanto mai conformi alle problematiche personali di quell’incontro sul set, avvenuto nella fase di avvio al declino della carriera di cantante d’opera della Callas che, fra l’altro, viveva una più lata crisi esistenziale anche per il naufragio della unione con l’armatore greco Aristotele Onassis. Per questo aveva cercato la rivalsa nell’altra inedita gratificazione artistica da cui attingere nuova energia vitale che, però, deve essere risultata troppo effimera per sostenere l’ulteriore disillusione di quell’unica prova a conclusione del tentativo di carriera come attrice, mentre la sua vita si avviava a una conclusione drammatica.

cms_7960/4.jpgCome spiegato dal regista Sergio Naitza, intervenuto alla proiezione del documentario, “L’isola di Medea” ha inteso essere “la ricostruzione di una visione d’amore illusoria e irraggiungibile, passione obliqua, ripercorsa attraverso un affresco corale con le voci di Ninetto Davoli, che condivise con Pasolini momenti privati e artistici; di Nadia Stancioff, l’assistente personale di Maria Callas; dei costumisti Piero Tosi e Gabriella Pescucci; del direttore di produzione Fernando Franchi; di Alessandra Zigaina, figlia del pittore Giuseppe Zigaina, che propiziò il film facendo scoprire all’amico Pasolini il fascino della laguna di Grado; dell’attore Giuseppe Gentile, all’epoca campione olimpionico di salto triplo; dell’attrice Piera Degli Esposti, che debuttò con “Medea” nel ruolo di ancella; della scrittrice Dacia Maraini che insieme a Pasolini, Moravia e Callas fece due lunghi viaggi in Africa; dello storico del cinema Roberto Chiesi, direttore del Centro Studi-Archivio Pasolini presso la Cineteca di Bologna”.

Il tutto, sul filo dell’epistolario fra la Callas e Pasolini, sottolineato dalle musiche di Marco Rocca oltre che dai disegni dell’illustratore Davide Toffolo uniti alla fotografia di Luca Melis. Il montaggio del film è stato di Davide Melis.

Il film documentario, sia pure in versione ridotta proposto anche da Rai 5 e Rai 3 FVG, con la distribuzione internazionale a cura di TVCO, aveva già partecipato all’International Film Festival di Atene. Ad oggi concorre nella sezione documentari per il David di Donatello 2018.

Rosa Cavallo

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