Libia, denuncia del Papa
"Inferno nei lager di detenzione ma ci danno versione distillata"

"Che inferno" si vive in Libia, "nei lager di detenzione", ma ci danno una "versione distillata". E’ la forte denuncia del Papa nel corso della messa celebrata a Casa Santa Marta a sette anni dal suo pellegrinaggio a Lampedusa. Il Pontefice parla a braccio ed è proprio questo il passaggio più forte, nel quale Bergoglio denuncia la situazione in cui vivono i migranti in Libia.
"Ricordo quel giorno, 7 anni fa, a Lampedusa, nel Sud dell’Europa, in quell’isola. Alcuni mi raccontavano le loro storie, quanto hanno sofferto per arrivare lì - dice Bergoglio -. C’erano degli interpreti e uno raccontava cose terribili nella sua lingua e l’interprete sembrava tradurre bene ma questo parlava a lungo e la traduzione era breve. Pensai: si vede che questa lingua ha giri più lunghi per esprimersi".
Di ritorno a casa l’amara verità: "Quando sono arrivato a casa, nella reception c’era una signora, pace alla sua anima se ne è andata, che era figlia di etiopi. Capiva la lingua e aveva seguito l’incontro. Mi ha detto: ’Senta, quello che ha detto il traduttore etiope non è che la quarta parte delle torture e delle sofferenze che hanno vissuto loro’".
"Mi hanno dato la versione distillata, questo succede oggi con la Libia. Ci danno la versione distillata: ma voi non immaginate l’inferno che si vive lì in quei lager di detenzione e questa gente soltanto veniva con la speranza".
(fonte AdnKronos - foto interne dal web)
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