La prima barca solare italiana targata Blue Matrix
Le fonti di energia rinnovabili sono il futuro del pianeta e la loro applicazione in diversi settori è sempre sorprendente.
In questo caso si tratta di energia solare utilizzata nel campo dei trasporti. Infatti, al Monaco Solar & Energy Boat Challenge,che si è svolto nella prima settimana di luglio, è stata presentata e testata Sunrazor (dall’inglese sun- sole e razor-rasoio), la prima barca italiana a utilizzare pannelli fotovoltaici.
Si tratta nello specifico di un trimarano, ossia un’imbarcazione, a vela o a motore, che utilizza tre scafi collegati tra loro, di cui quello centrale è più grande rispetto a quelli laterali chiamati ‘galleggianti laterali’, che servono a fornire una maggiore stabilità durante le manovre trasversali.
I test effettuati con Sunrazor hanno dimostrato come l’imbarcazione tenda a essere molto più stabile in mare rispetto ad altre utilizzate per gareggiare. Questo è dovuto all’ampiezza dello scafo, che garantisce prestazioni molto più efficienti.
“Abbiamo unito materiali avanzati e tecnologie aerospaziali, batterie agli ioni di litio di ultima generazione, un propulsore elettrico ad alto rendimento, complessi software di gestione, e sistemi portanti nati da un attento studio fluidodinamico”, spiega il team manager del teamBlue Matrix, che ha progettato il prototipo della barca.
Ogni membro del team ha aggiunto diverse competenze alla realizzazione di Sunrazor, avendo anche il supporto scientifico di alcune università italiane.
L’università di Bologna si è occupata del battery management system, un sistema elettronico che gestisce batterie ricaricabili per ogni evenienza.
L’università di Roma 3 ha prodotto un motore a inverter e il software a cui è collegata la scheda ne permette il funzionamento, molto simile a quello usato per i normali impianti solari, che permette di convertire la corrente continua in alternata, per una maggiore distribuzione energetica.
Il Politecnico di Bari ha realizzato la struttura di foil. Questi sono delle leggere appendici realizzate in carbonio, a forma di pinne con una t finale, che servono a volare sull’acqua e a essere più veloci, anche in scarsa presenza di vento. Un esempio è costituito da quelli utilizzati dai catamarani che gareggiano nell’America’s Cup.
Creative Yachting Solutions, invece, ha avuto un ruolo fondamentale per realizzazione del sistema elettronico dell’imbarcazione.
Per la costruzione del prototipo è stato utilizzato un sottile sandwich in fibra di carbonio, con al centro una struttura resistente in Nomex, una fibra sintetica utilizzata per la realizzazione di pannelli elettrici, che somiglia molto alla forma di un nido d’api. Questo materiale alleggerisce di molto il peso dell’imbarcazione, nonostante sia lunga quasi 8 metri.
“Eravamo preoccupati per la delicatezza della struttura di coperta, ma alla fine ci siamo saliti in quattro, tutta la squadra, e ha resistito perfettamente” spiega il costruttore della barca, attestandone la leggerezza.
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