La lettura come requisito formativo nella vita sociale dei cittadini
Il 150° anno dalla fondazione dell’AIE
Gli italiani leggono poco: è questo il quadro che emerge da un’attenta analisi e da vari sondaggi condotti. Cerchiamo di scoprirne le ragioni.
Innanzitutto, l’uso dei social network ci spinge ad impiegare questi strumenti per agevolare ogni genere di informazione e per stabilire comunicazioni di qualsiasi tipo. In seconda istanza, gli italiani preferiscono dedicarsi ad altre attività quando hanno del tempo libero. Nel mondo in cui viviamo, interamente influenzato da internet, l’attenzione viaggia in tutte le direzioni possibili, rendendoci multitasking. In soli cinque minuti di tempo, ognuno di noi fa mille cose: invia mail, si organizza il lavoro, chatta con più persone (attraverso Facebook, Skype WhatsApp ecc.), dà uno sguardo su Twitter, monitora il proprio smartphone e interagisce con i colleghi di lavoro.
L’unico momento in cui è possibile stabilire un contatto con questa esperienza arricchente rimane quello legato strettamente alla funzione istruttiva e quindi, per intenderci, nei circuiti formativi.
Si è persa dunque la dimensione ricreativa di questo genere di pratica perché assorbiti insomma da altri interessi di più immediata consultazione ed utilizzo. Molti libri sono consultabili nel formato ebook, per esempio.
Gli effetti benefici della lettura, tuttavia, si presentano numerosi, quali ad esempio il fatto di stimolare la mente, ridurre lo stress attraverso la condivisione di un’altra dimensione che ci spinge ad immergerci in una storia ed ad allontanare le tensioni quotidiane. La lettura offre a tutti coloro i quali la praticano la possibilità di arricchire il proprio bagaglio culturale e di nutrire il proprio pensiero per essere in grado di utilizzare la capacità critica e analitica. Leggere libri è importante per imparare un linguaggio nuovo, dato che i parlanti non nativi si esprimono attraverso le parole utilizzate in ogni contesto che può migliorare il loro modo di esprimersi, permettendogli inoltre di scrivere più fluentemente.
Giovedì 11 settembre è stata celebrata la 150a giornata dalla nascita dell’AIE (Associazione Italiana Editori) in cui si è raccontata la storia del libro. Si tratta della più antica associazione di categoria italiana, nata il 17 ottobre 1869, socia fondatrice nel 1910 di Confindustria, che riunisce editori italiani (o stranieri in attivo in Italia) di libri, riviste scientifiche, prodotti e contenuti dell’editoria digitale.
Sul piano internazionale, nel 1896, a Parigi, ha partecipato alla fondazione dell’International Publishers Association (IPA) e nel 1967 della Federation of European Publishers (FEP).
Il presidente Mattarella, in tale occasione, ha espresso parole di elogio sulla storia di questa associazione che è espressione di libertà con la quale è possibile il confronto, il dialogo, l’apertura degli orizzonti. “I libri - ha dichiarato - hanno fatto crescere l’Italia perché leggere resta una ricchezza immateriale della quale non possiamo fare a meno, sebbene cambino rapidamente gli strumenti, i paradigmi, gli stessi linguaggi. Si presentano nuove piattaforme, nuove tecniche che costringono a correre... della lettura avremo sempre bisogno, si affermerà sempre”.
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