La crisi economica dopo il coronavirus e le infiltrazioni mafiose nel tessuto produttivo del Paese

Riceviamo e ben volentieri pubblichiano la nota del prof.Pasquale Ruggiero-SME-struttura di missione per il Parlamento Europeo
Numerose informative dei servizi e del Ministero dell’Interno, hanno messo in evidenza che le mafie, sempre attente alle speculazioni facili, approfittando della poca liquidità degli imprenditori dovuta, naturalmente, al blocco delle attività industriali e commerciali, e non solo, dettata dall’applicazione del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri per arginare la pandemia da covid-19, possono subentrare, con danaro da riciclare, all’interno delle attività commerciali, imprenditoriali, turistiche, anche del settore pubblico, dove arriveranno tutti gli aiuti ed i finanziamenti previsti dai decreti che stanno per essere attuati in questi giorni.
I decreti restrittivi per arginare la pandemia, appunto, lasciano a casa oltre 7 milioni di lavoratori italiani, bloccando metà delle attività produttive nel nostro Paese, ma non fermano mafia, camorra, n’drangheta, sacra corona unita e tutte quelle micro associazioni che sono una forza produttiva criminale con un fatturato pari ad una percentuale molto alta del PIL.
La cronaca di questi giorni, mette in evidenza alcune brillanti operazioni delle forze dell’ordine come l’arresto, in Calabria, del rampollo Mole’, famiglia di ‘Ndrangheta, per traffico internazionale di droga, e lo dicono anche, come si legge su importanti quotidiani nazionali, il capo della polizia Franco Gabrielli e il direttore dell’Anticrimine Francesco Messina in una informativa ai Questori, nella quale si chiarisce in maniera inequivocabile, il rischio rappresentato dalla criminalità organizzata che potrebbe arrivare ad utilizzare questo momento di difficoltà economica e soprattutto di mancanza di liquidità da parte degli imprenditori, innanzitutto con l’usura, da dove è facile partire per rilevare le attività in crisi.
Bisogna attivare indagini preventive sulla filiera agro-alimentare, la sanità e tutto il comparto, nella sua veste pubblica Ed in quella privata, sul settore alberghiero e su quello della ristorazione, infrastrutture sanitarie ma anche il comparto della ristorazione, e su tutta la piccola e media impresa. L’allarme lanciato dagli organismi competenti riguarda anche il settore pubblico, soprattutto in vista dei finanziamenti che dovranno, per forza di cose, caratterizzare la ricostruzione post-COVID 19, finanziamenti che inevitabilmente saranno attenzionati dalla criminalità e che porterà al solito giro di tangenti per reclutare anche i soliti funzionari e politici deviati. «L’attuale crisi potrebbe favorire sistematicamente il rapporto, con sistemi correttivi, tra mafie ed esponenti della pubblica amministrazione ed amministratori locali», si legge nella nota. Le questure ed i nuclei investigativi di Carabinieri guardia di Finanza, sono state allertate per avviare la «ricerca e l’acquisizione di un patrimonio informativo» che, naturalmente, rappresenta «l’attuale realtà economica » ma soprattutto «le sue eventuali imminenti criticità». L’obiettivo è quello di raccogliere informazioni per creare una mappa delle «zone rosse» a rischio di infiltrazioni mafiose, dove la mafia può sfruttare il suo già forte e radicato potere economico.
Pasquale Ruggiero
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