LUNGA VITA AI SOGNI…LUNGA VITA ALL’HAUTE COUTURE!

Parigi fashion week haute couture collezioni fall-winter ‘22/’23

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I sogni non muoiono mai, a volte si quietano, per tornare più dirompenti di prima, a bussare alla porta del nostro cuore. Dopo due anni di pandemia e con una guerra in corso, il fashion system torna a farci sognare con l’haute couture. La città di Parigi è da sempre la cornice perfetta per dare sostanza ai sogni, città natale dell’haute couture e dove, dal quattro al sette luglio scorsi, gli addetti ai lavori, buyers e selezionate star si sono dati appuntamento alla Parigi fashion week haute couture per assistere alle sfilate più esclusive, quelle dove abiti meravigliosi danno corpo ai sogni, abiti che fanno sognare tutte noi, ma che saranno indossati solo da poche clienti facoltose e star internazionali. Il calendario ufficiale ha visto l’esclusione di due maison russe, causa guerra in Ucraina, e la defezione di Paco Rabanne, Maison Alaia, Patou che hanno preferito sfilare fuori calendario anticipando la fashion week. A chiudere il sipario sulla magia dell’haute couture, dalla città eterna, ci ha pensato la sfilata della maison Valentino nella suggestiva Piazza di Spagna e la sua scalinata di Trinità dei Monti.

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Ad aprire le danze ci ha pensato la maison più surreale ed onirica del fashion system: la maison Schiapparelli, che attraverso il genio creativo del suo designer, Daniel Roseberry ci trasporta in un mondo magico fatto di puro lessico surrealista tanto caro alla fondatrice della maison Elsa Schiapparelli. Una collezione di abiti nude decorati da pietre e perle, di corsetti “anatomici”, di cappelli a tesa larga, di velluto, di linee sinuose ed asimmetriche, di drappeggi, di bijoux che sono opere d’arte, di tanto gold che ha acceso i riflettori su una palette colori minimal sorretta soprattutto dall’iconico duocromo black and white.

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La collezione di haute couture della maison Dior è un inno al folklore internazionale che acquista un’allure glam-chic grazie ai tessuti, al pizzo, ai preziosi ricami fatti a mano. La designer Maria Grazia Chiuri rende omaggio alle antiche tecniche della costruzione di un ricamo, di un punto preciso, di un tessuto fatto a mano a telaio. Tutti gli elementi che rendono un abito di haute couture un pezzo unico, con centinaia di ore di lavoro alle spalle e mesi di attesa per indossarlo. Questo è il sogno che si realizza in un abito, un sogno, che per Dior, si colora di nuance essenziali come il nero, il beige, il bianco, il blu navy.

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Il designer, Giambattista Valli ha celebrato i suoi dieci anni nell’haute couture con una sfilata che ha portato in passerella più di cinquanta outfit che hanno reso omaggio alle forme, ai volumi over, ai metri di tulle, all’organza, alle ruches, ai drappeggi, alle piume che sono diventati, in questi dieci anni, i codici distintivi della maison e che fanno innamorare star internazionali. La palette colori, caratterizzata da nuance sature, è un inno alla ritrovata gioia di far festa che prende corpo attraverso il verde brillante, il giallo, il rosa shocking, il turchese, l’arancio

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Per la maison Chanel è un ritorno al glamour degli anni ’30 rivisitati dalla designer, Virginie Viard con un tocco contemporaneo dato da gonne cangianti, pantaloni jogging, boot da cow boy. Gli anni ’30 rivivono nell’allure degli abiti da cocktail in chiffon, nelle longuette, nelle giacche con colletto squadrato e mai aderenti alla silhouette, nelle proporzioni, nel pizzo, nei ricami, nella lana bouclé declinata in long coat a righe orizzontali e nei tailleur. La palette colori ha nuance come il beige, il nero, ma anche nuance più sature e contemporanee come il lime, il lampone, il verde brillante.

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Per la maison Giorgio Armani Privé si torna ancora un decennio indietro, e precisamente si torna gli anni ’20, all’art déco e alla sua musa ispiratrice, la pittrice Tamara de Lempicka. Le silhouette sono esili ed asciutte, ma anche vaporose e femminili, l’iconica giacca decostruita è stata leggermente allungata ed impreziosita da cristalli e ricami, le linee sono fluide, il velluto di seta è il tessuto d’elezione, ma la vera meraviglia sono gli abiti. Il sogno prende forma in abiti monospalla, con balze, abiti bustier, abiti modello sirena tempestati di paillettes. Nuvole di tulle, tessuti che sembrano liquidi che rimandano all’occhio di chi guarda eleganti riverberi, disegni optical che rimandano all’oriente, un mondo tanto caro al designer. La classica palette colori Armani fatta di bianco, nero, greige e blu notte viene accesa dal rosa più vibrante.

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Per la sua seconda collezione di haute couture, la maison Balenciaga ha avuto modelle d’eccezione come Nicole Kidman, Dua Lipa, Kim Kardashian, Bella Hadid, Naomi Campbell. L’estetica contemporanea e dissacratoria del designer, Demna Gvasalia si fonde all’opulenza dell’haute couture dando senso agli abiti in rete tempestati da micro cristalli, alle paillettes, ai tessuti lucidi, ai jeans decorati da perle, ai drappeggi, agli strascichi, alle piume.

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Nel 2020 il designer Jean Paul Gualtier ha ufficializzato il suo addio al mondo del fashion system, ma la maison che porta il suo nome continua il suo cammino con designer sempre diversi che, attraverso il loro estro, reinterpretano i codici distintivi della maison. Per questa collezione di haute couture è toccato ad Olivier Rousteing, direttore creativo della maison Balmain, disegnare per la maison. La collezione è stato un omaggio ai capi iconici disegnati da Jean Paul Gualtier come i bustier, il reggiseno a cono (indossato dalla cantante Madonna nel 1992 durante un suo concerto), il mood mariniere, la giacca da smoking gessata, i volumi over, le proporzioni esagerate, la voglia di provocare attraverso un abito. L’outfit che ha riprodotto un barattolo di alluminio è un omaggio all’iconica forma del flacone del profumo più famoso della maison: Le Male.

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Protagonista indiscussa dell’ultima giornata di sfilate parigine è stata la maison Fendi con la sua collezione Fendi couture disegnata dal designer Kim Jones. Il fil rouge della collezione è la leggerezza degli abiti impalpabili decorati da cristalli e preziosi ricami. Il tailleur mannish è monocrome, gli abiti in maglia hanno linee essenziali e nuance desaturate, anche se c’è spazio per il rosa più vibrante e il verde lime (rosa e verde, in tutte le nuance, sono stati i grandi protagonisti delle collezioni di haute couture per la prossima stagione). Una collezione che ha giocato sulla sottrazione, senza indugiare sugli eccessi, una collezione sensuale, ma chic declinata in una palette colori sofisticata che non teme il tempo che passa e i trend del momento

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“Roma è il luogo dove tutto è iniziato”, queste sono state le parole del designer della maison Valentino, Pierpaolo Piccioli per descrivere la scelta di Piazza di Spagna per presentare la sua collezione di haute couture intitolata: The Beginning. Era dagli anni ’90, quando andava in scena la manifestazione “Donna sotto le stelle” che chiudeva la fashion week dell’haute couture romana, che Roma non si prendeva la scena del fashion system. Una passerella di seicento metri che partiva dalla storica sede della maison in via Mignanelli per giungere alla scalinata di Trinità dei Monti per passare dietro la Barcaccia (celebre fontana di Bernini) per arrivare al quartier generale della maison, Palazzo Gabrielli-Mignanelli. Pierpaolo Piccioli veste una donna eterea che indossa impalpabili trasparenze, volant di chiffon, piume, volumi perfetti, una donna che indossa accessori glam come calze a macro rete decorate da Swarovski e stiletti piumati, long coat con macro stampe, mini dress decorati con cristalli e perle, long dress di organza, una palette colori espressiva e satura fatta dall’iconico rosso Valentino, dal nuovo rosa creato da Pantone per la maison, dal verde lime, dal turchese, dal nero, dal bianco, dal silver, una donna che ama accostamenti cromatici carismatici. I centotré outfit sono stati indossati da modelle con silhouette diverse perché, per il designer, la bellezza nasce dall’armonia e non da rigidi diktat estetici.

T. Velvet

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