L’esternalizzazione della migrazione e della richiesta d’asilo non è una novità. Pur non aprendo nuovi orizzonti, l’accordo tra Regno Unito e Ruanda ha già scatenato battaglie legali e politiche, i cui risultati stanno influenzando le politiche migratorie in Europa e altrove.
In base all’accordo di partenariato in materia di asilo (APA) firmato nell’aprile 2022 dai governi del Regno Unito e del Ruanda, i richiedenti asilo che arrivano illegalmente nel paese britannico possono essere trasferiti nel paese natale. Se l’asilo viene concesso, nell’ambito dell’accordo UK-Rwanda, i migranti saranno incoraggiati a rimanere nel paese africano per almeno cinque anni.
Per il governo britannico, l’allarmante aumento degli arrivi irregolari è un problema politico pungente. Riprendere il controllo delle frontiere è stata una delle promesse chiave degli attivisti durante la campagna Brexit, rendendo l’accordo APA un prodotto di quest’ultima poiché è parte di una più ampia ristrutturazione della legge britannica sui rifugiati e sull’asilo che non era possibile quando il Regno Unito era nell’Unione Europea.
Tuttavia, la soluzione scelta dal governo conservatore per affrontare questa questione politica ed economica rimanda a sfide legali e diplomatiche. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) e diverse associazioni della società civile hanno già accusato il Regno Unito di non rispettare la Convenzione internazionale sui rifugiati privando i richiedenti asilo del loro diritto di scegliere il paese in cui cercano rifugio.
Nel caso del Ruanda, il vantaggio più immediato è il pagamento di 120 milioni di sterline destinato allo sviluppo economico del paese. Il Regno Unito si assumerà anche i costi operativi del programma.
Londra, dunque, andrà avanti con il piano di “spostamento” nonostante le critiche che sono arrivate dalle Nazioni Unite e dagli attivisti inglesi e dalla Chiesa Anglicana.
Il Ruanda viene visto come un paese povero, con i suoi problemi. L’obiettivo del Regno Unito, con il trasferimento a Kigali dei richiedenti asilo, è quello di scoraggiare altri migranti irregolari dall’attraversare la Manica.