LIBRI PER TUTTI

Obiettivo n. 16 dell’Agenda 2030: Pace, giustizia, istituzioni solide

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In questo primo mese del nuovo anno i nostri amici di Storie di Pace per tutti (*) si sono particolarmente impegnati ad approfondire l’obiettivo n.16 dell’Agenda 2030 attraverso le storie: «Pace, giustizia e istituzioni solide».

Era il 1970 quando Gianni Rodari, alla fine del suo discorso di ringraziamento per la consegna del Premio Hans Christian Andersen, disse: «Nessuno possiede la parola magica: dobbiamo cercarla tutti insieme, in tutte le lingue, con modestia, con passione, con sincerità, con fantasia; dobbiamo aiutare i bambini a cercarla, lo possiamo fare anche scrivendo storie che li facciano ridere: non c’è niente al mondo di più bello della risata di un bambino. E se un giorno tutti i bambini del mondo potranno ridere tutti insieme, tutti, nessuno escluso, sarà un gran giorno, ammettetelo.»

33 anni dopo, le parole di Rodari continuano, purtroppo, ad essere un’utopia. Ma un’utopia che però serve a camminare verso la pace, la giustizia e la legalità. E crediamo fermamente che le storie, le buone storie, possano essere ottimi strumenti che aiutino ai bambini a camminare verso questo obiettivo «donandogli strumenti di riflessione, formazione e ribellione».

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Perciò abbiamo sempre più bisogno di belle storie, di bei libri e di tanto impegno nel fare Cultura accessibile per tutti, TUTTI. Per TUTTI intendo tutte le fasce dei lettori, abili e super abili. Perché non bisogna dimenticare quei lettori che crescono con un forte bisogno (e diritto) di confrontarsi con i pari e con la realtà che li circonda ma che spessissimo non trovano gli strumenti adatti a supportare e accompagnare questo bisogno. Perché per essere cittadini attivi, partecipi e coinvolti è necessario poter maturare delle riflessioni, poter conoscere la propria storia, poter ampliare il proprio sguardo con le narrazioni più profonde, e poter costruire il proprio pensiero anche in relazione a quello di altri. Ma è prima di tutto necessario che questi siano possibilità riconosciute a tutti, anche ai ragazzi con disabilità cognitiva e comunicativa. Solo, cioè, partendo dal presupposto – elementare ma tutt’altro che scontato – che il pensiero non sia annullato dalla disabilità e necessiti quindi di adeguato nutrimento, è possibile attivare progetti efficaci e segnare un percorso di reale crescita e inclusione.

Per TUTTI propongo un bellissimo libro e una videolettura.

IL PRIGIONIERO SENZA FRONTIERE di Jacques Goldstyn (Picarona, 2018)

Silent book

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Ci sono libri piccoli piccoli che sanno dire cose molto grandi. E sanno farlo, talvolta, senza usare nemmeno una parola. È il caso del silent book Il prigioniero senza frontiere, firmato dall’autore canadese Jacques Goldstyn e proposto in Italia dall’editore Picarona: un albo tanto leggero quanto denso che illumina silenziosamente su quanto rivoluzionario sia il potere della parola e su quanto sacrosanto sia il diritto di esercitarla.

Protagonista del libro è un signore intento a partecipare a una manifestazione di dissenso. Non sappiamo quasi nulla di lui e dell’idea che difende ma la sua espressione gentile e la compagnia di una bambina sorridente che lo tiene per mano durante la protesta ci fanno presumere fin da subito che le sue intenzioni non siano cattive o bellicose. Eppure la manifestazione si trasforma in uno scontro, la polizia si prodiga in manganellate e arresti e così l’uomo si ritrova improvvisamente e incomprensibilmente in carcere. I valori per cui stava manifestando continuano ad animare i suoi pensieri anche se la solitudine della cella tenderebbe a portargli via la speranza. Ma un giorno qualcosa accade: l’uomo riceve una lettera che gli riporta il sorriso. Deve essere una lettera pericolosa, pensa la guardia, se quello è l’effetto, e così la lettera finisce in briciole. Ma poi le lettere diventano due, tre, dieci, cento… e per disfarsene la guardia è costretto a bruciarle. Il problema parrebbe risolto se non che le tracce di fumo, cenere e brandelli di carta arrivano più lontano del previsto e tanti sconosciuti – vecchi e bambini, esquimesi e cow boy, marinai e clown e chi più ne ha più ne metta – iniziano a scrivere lettere al prigioniero, regalandogli una via di fuga tanto straordinaria quanto inattesa.

Costruito intorno a una potentissima metafora – quella delle parole che possono divenire ali – Il prigioniero senza frontiere si ispira a un’iniziativa reale promossa ogni anno da Amnesty International che invita i cittadini che hanno a cuore il rispetto dei diritti umani a scrivere missive ad alcune persone incarcerate ingiustamente così da non farle sentire sole e anzi a favorire la loro liberazione. Questa maratona di lettere – così si chiama l’iniziativa – costituisce una forma di resistenza civile e manifestazione non violenta del proprio dissenso, in cui le parole reclamano a gran voce il loro peso e il loro valore. Goldstyn, dal canto suo, è riuscito a trasformare tale iniziativa in una storia di grandissima forza e peraltro ampiamente accessibile grazie a un racconto che oltre a fare a meno del testo, si sviluppa per quadri ben costruiti che rendono i passaggi narrativi chiari e fruibili anche in caso di scarsa dimestichezza con la decodifica delle immagini.

IL NEMICO. UNA STORIA CONTRO LA GUERRA

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Vi suggerisco la video-lettura accessibile, in simboli e LIS, tratta dall’albo illustrato "Il nemico. Una storia contro la guerra", di Serge Bloch e Davide Cali, ed edito da Terre di mezzo Editore.

https://www.youtube.com/watch?v=sXW1oklTEt8

(*) Fonte. Storie di Pace per tutti, la piattaforma digitale (www.storiepertutti.it) che punta sul valore potente, educativo e formativo della narrazione, attraverso il progetto “Libri per tutti. Tutti per i libri” realizzato con il finanziamento del CEPELL – Centro per il libro e la lettura – Bando “Lettura per tutti 2020”.

Antonella Giordano

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