LETIZIA CAIAZZO: L’ARTE DI ANDARE “OLTRE”

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Napoletana doc, Letizia Caiazzo vive e opera a Piano di Sorrento.

Ha conseguito il diploma di Assistente Sociale presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Napoli ma, insieme a quella per l’essere umano, ha coltivato la passione per l’arte.

Letizia è una donna curiosa, che non si accontenta di guardare le cose in superficie: vuole scavare, scendere nella profondità delle cose per farne emergere la segreta bellezza.

Attenta alle varie espressioni artistiche, ha sperimentato le tecniche più svariate, attirando su di sé l’occhio attento di numerosi critici d’arte.

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Letizia Caiazzo

Oggi esponente della “Digital Art”, Letizia Caiazzo ha iniziato con gli strumenti tradizionali, quindi tela, pennelli e colori di vario genere. Da dieci anni a questa parte, però, ha sperimentato i programmi di grafica e si è detta: “Adesso devo cambiare!”

Così, dopo vari studi da autodidatta, si è buttata in questa avventura, ottenendo risultati superlativi.

Ma cosa trova di più - o di diverso - nella Digital Art, rispetto all’arte tradizionale?

“Trovo molte cose diverse - afferma. In realtà, i contenuti e le idee sono sempre gli stessi ma con i programmi di grafica si ha una vasta gamma di possibilità, sia per quanto riguarda la mescolanza dei colori, sia per la luce e gli effetti.”

Nelle sue opere è generosa in sovrapposizioni, trasparenze e mescolanze. Ma, nonostante il risultato di tali effetti sia immediato, l’opera finale è frutto di un lungo e laborioso rimescolio.

Ho tentato di fare l’avvocato del diavolo, facendomi portavoce di un pensiero assai diffuso.

Un’opera d’arte è comunemente vista come un qualcosa che nasce dalla mano dell’uomo mentre l’opera digitale è frutto di una macchina, di un programma. Si tratta ancora di Arte? Cosa ne pensa Letizia Caiazzo?

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“Informale 3” by Letizia Caiazzo

“Moltissime persone la pensano così. Bisogna però considerare che cambiano solo gli strumenti perché è sempre la stessa persona a creare l’opera e a fare la ricerca - spiega. E poi c’è lo studio: un programma di grafica in mano ad un principiante o ad un esperto non dà lo stesso risultato. Quindi, in realtà, cambiano solo gli strumenti ma tutto il resto ce lo devi mettere tu. E con grande pazienza. Chi si muove nel mondo dei computer, conosce la difficoltà di far funzionare un programma.

Spesso le persone che guardano le mie opere non si rendono nemmeno conto che si tratta di arte digitale e mi chiedono: ma l’hai fatto con l’olio, con la tempera, con l’acrilico?

Quanti dicono che l’arte digitale è tutto merito del computer, sbagliano. Dovrebbero provare, così si accorgerebbero che non è poi così scontato.”

Spesso a Letizia è stato contestato il fatto di non avere uno stile. La sperimentazione è vista, dai galleristi contemporanei, come una pecca che non rende l’artista “riconoscibile”. Certo, è più facile fare sempre le stesse cose, così da entrare nei canoni predefiniti del mercato dell’arte. Ma questo non va forse a discapito della personalità dell’artista e della sua irripetibile emozione?

Non possiamo prendere una persona, un essere umano, e dirgli: tu sei questo. Perché le persone evolvono, i sentimenti mutano, le emozioni sono piene di sfumature. Un artista deve fare quello che si sente perché l’arte è emozione, non una catena di montaggio.

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“Totò 2” by Letizia Caiazzo

“Mi inviti a nozze perché questa cosa l’ho sempre contestata - esclama l’artista. Noi siamo esseri in evoluzione, non proviamo mai gli stessi sentimenti anche se guardiamo la medesima cosa. A volte, quando rivedo un’opera d’arte a distanza di mesi, provo dei sentimenti diversi, perché io sono diversa. Perciò quando crei, lo fai perché in quel momento senti delle cose che sono diverse da quelle che hai sperimentato precedentemente o che sperimenterai dopo. Questa cosa ti porta proprio a ricercare, a sperimentare e a trovare delle soluzioni diverse. Per me l’arte è questo: sperimentare. Trovo quindi assurdo che si debba essere “riconoscibili”: se così fosse, non saremmo dei veri artisti.”

Che si tratti di arte figurativa o astratta, di pittura o di arte digitale, l’autore lascia sempre una traccia di sé, anche se i temi e le modalità di realizzazione cambiano.

Anche i soggetti di Letizia cambiano spesso ma possiamo raggrupparli in cinque principali: la natura, la danza, i cavalli, la libertà e la donna. Il tutto condito dall’amore: “Perché se non hai l’amore e la passione, niente ti riesce niente bene”.

La donna è al centro della sua produzione, sotto molteplici sfaccettature, ma ciò che più di tutto le sta a cuore è il tema della libertà.

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“Groviglio” by Letizia Caiazzo

“Senza libertà non si può operare - afferma. Io sono scevra da tutti i condizionamenti, sia di stili che di correnti. Vado per la mia strada. Nel momento in cui sento di avere un’idea valida, cerco di realizzarla. Le mie opere sono diverse l’una dall’altra e per questo sono stata accusata di non avere uno stile. In fondo è vero: io non ho uno stile ben definito perché seguo le mie emozioni, le mie idee, quello che provo. Cerco di far vedere la mia realtà quotidiana - di piacere o di dolore - e la trasfiguro inserendovi la visione di un oltre. C’è sempre introspezione nei miei quadri, come anche quell’elemento onirico che ci trasporta in realtà diversa, in un oltre.”

Non un “oltre” qualsiasi ma quello spazio coscienziale in cui chi si è perso si ritrova e chi è nelle tenebre ritrova la luce.

Detto ciò, per scendere nel concreto - che non guasta mai - come nasce un’opera astratta? Perché una figura la possiamo capire ma un’opera astratta è spesso difficile da interpretare.

“L’opera astratta è fatta di colori e forme. A volte parto da un frattale ma poi ci sono dei pennelli - ad esempio il pennello distorsione nel programma di grafica - e inizio a dargli la forma che desidero. Poi aggiungo i colori e le luci, sempre selezionando un pezzettino di opera alla volta. Ciò che gioca, qui, sono le emozioni. Anche nei miei ritratti l’obiettivo non è tanto quello di ritrarre la persona ma di captarne l’animo.”

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“Senza confini” by Letizia Caiazzo

Quando Letizia realizza un’opera astratta, quindi, non ha un’idea precisa ma si lascia trasportare dalle emozioni del momento. Ed è questa emozione che crea l’identità dell’opera.

Quando sente la necessità di comunicare i propri sentimenti, non lo fa in maniera figurativa ma suggestiva. La sua deve essere una suggestione. “Metto sulla tela virtuale dei colori sparpagliati e comincio a giocarci - spiega. Poi inserisco i filtri, le distorsioni, le tessiture a volte anche inventandone di nuove. Poco a poco le idee si chiarificano e tiro dritto. Se sono triste e voglio trovare la luce, ecco che la luce viene fuori. Se invece voglio comunicare un’emozione più romantica, il risultato sarà diverso. Nelle mie opere, poi, sono sempre presenti cerchi concentrici, come dei vortici: sono il simbolo dell’animo umano che aspira alla libertà.”

Per quanto vogliamo sentirci liberi, dobbiamo fare i conti con i mille vincoli sociali, culturali ed esistenziali che ciascuno di noi si porta dentro. Le opere di Letizia Caiazzo sono dei “mantra digitali” che ci invitano ad andare “oltre”

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L’intervista che segue è stata realizzata da “Tavoli HeArt” per la Social TV della storica Libreria Bocca di Milano, all’interno della splendida cornice di Galleria Vittorio Emanuele II.

La Libreria Bocca dal 1775 è locale Storico d’Italia con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali.

L’articolo è pubblicato su “International Web Post” che, nella persona del suo fondatore e direttore Attilio Miani, si fa portavoce della partnership tra un magazine di informazione internazionale e una libreria storica unica nel suo genere.

#socialtvlbocca

Dove trovare Letizia Caiazzo

https://www.letiziacaiazzo.com/

https://www.facebook.com/associazionearsharmoniamundi

Simona HeArt

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