LA VOCE DELLA DISPERAZIONE
Francesco incontra le mogli dei soldati ucraini

Niente e nessuno potrà mai spiegare tutto questo; dinanzi a tanto orrore ogni interrogativo risulta banale. Il conflitto tra Russia e Ucraina divide l’opinione pubblica, che invoca a gran voce un ritorno alla pace. Ma questo sembra interessare poco alla politica nazionale e internazionale, che continua a lanciare (eccetto un rinvenuto Macron) messaggi di guerra.
Dal canto suo, la Chiesa ha lanciato diverse frecciatine alla Nato, affinché si mostri più propensa al dialogo. Fiato sprecato, direbbero in molti, perché la voce del Papa non è mai stata presa seriamente in considerazione. Bergoglio appare triste e isolato; forse la stessa Chiesa non è mai stata presa sul serio. La posizione di molti cattolici è scambiata per falso pacifismo, ma la realtà è ben distante da come viene talvolta percepita. Il grido di disperazione giunge da oltre confine e arriva attraverso le lacrime delle donne dei soldati rinchiusi nell’acciaieria di Azovstal.
Nella consueta udienza del mercoledì, Bergoglio ha accolto due donne simbolo della resistenza Ucraina. La commozione delle giovani era chiara e palpabile, così come il messaggio che intendevano trasmettere: "Speriamo che questo incontro ci dia la possibilità di salvare molte vite". La loro richiesta alla comunità internazionale è infatti quella di formare una coalizione forte, affinché i civili possano essere trasferirti in paesi terzi.
Le grida d’aiuto provenienti dall’acciaieria di Mariupol, ormai tra gli scenari più drammatici di questo conflitto, non possono restare inascoltate. La disperazione di questi uomini e donne dovrebbe indurre la comunità internazionale a trovare un compromesso, ma per il momento l’unica strada percorsa è quella dell’aperta ostilità…
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