LA VISUALE ANTE -RETRO-VERSO RICCHEZZA DI TRIESTE

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cms_30103/f1.jpgUna peculiarità, di più unico che raro riscontro in un territorio, è quella della città di Trieste in cui risulta preponderante la caratteristica di un proiettarsi in avanti pur continuando a guardare indietro; come se la memoria inconscia abbia fatto sì che il sopravanzato compiacersi della più sentita derivazione Asburgica non avesse dovuto pretermettere del tutto l’atavico legame con Roma, il cui riferimento sembra riportato a galla attraverso una rafforzata capacità di visuale ante-retro-verso, riferibile proprio al dio romano Giano bifronte.

Infatti, come emula di quella che i Romani ascrivevano a prerogativa di origine divina , nella discendenza Giuliana è evidente la irrefrenabile tendenza alla continua orgogliosa celebrazione del passato Asburgico; mentre, contemporaneamente, con altrettanta tensione, ci si pone all’avanguardia di avveniristiche soluzioni per migliorare la vita di chi dimori stabilmente in Città e nell’ambito Regionale o, comunque, ne sia gradito frequentatore o visitatore occasionale che, nell’andar via da Trieste, da sempre dichiara il suo volervi ritornare.

cms_30103/f2.jpgNe deriva che, la stessa prospettiva ante-retro-verso costituisce anche precipuo elemento distintivo su cui viene riposta ogni attesa che indirizza la scelta, apparentemente vestita di un alternativo colore partitico, degli amministratori Comunali e Regionali sempre proiettati verso visuali collaborative nel preponderante interesse civico; mentre, pur essendo referenti nell’ambito della “amministrazione fiduciaria civile” del Governo Italiano, allo stesso non hanno evitato neanche quella che appare una poco casuale contrapposizione nostalgica dell’amatissima memoria della Imperatrice Maria Teresa D’Asburgo il cui “bronzo” risulta in postazione dominante.

cms_30103/f3.jpgInfatti, la statua svetta su una stele all’ingresso della centralissima piazza della “BORSA” allusiva circa l’imprinting imprenditoriale che, promosso dalla lungimirante Sovrana, è stato sempre portato avanti in ogni ambito speculativo suscettibile di utile socio- economico : nell’Arte- nella Scienza- nella Ingegneria e Tecnologia più avanzata; anzi, essendo indicativa dell’irrinunciabile tendere Giuliano alle proprie origini Asburgiche, risulta ancora più emblematica rispetto alla confluenza della piazza della Borsa con l’altra significativa piazza che il sentimento Asburgico indulge a volere riferire alla originaria denominazione PIAZZA GRANDE, nonostante ufficialmente risulti Piazza UNITA’ D’ITALIA come era stata ribattezzata in ossequio al relativo statalismo ventennale iniziato con l’esito della 1.a Guerra Mondiale e ritenuto spazzato via dal trattato di Pace di Parigi del 1947 alla fine della 2.a seconda Guerra Mondiale. Proprio sulla direttiva del procedere secondo l’anzidetta visuale ante-retro strabica; anche attualmente si è potuto cogliere il germe proficuo originato dall’essersi riportati a rinvangare il passato.

Tanto, come derivazione dell’essere tornati a perfezionare quella che sembrava fosse stata celebrazione ormai esaustiva della storica demolizione della grande “area a caldo” della Ferriera di Servola che, lo scorso 18 settembre 2022, era stata rasa al suolo in base all’esplosione di 500kg di dinamite sotto il controllo della SID società italiana di demolizioni, con un cerimoniale di fuochi di artificio mortificati dal disappunto di avere sentito quel troppo impazzare della coreografia pirotecnica quasi come una irriverente profanazione di ciò che, in 120 anni, era stato volano di benessere sociale riversatosi in senso lato sulla Città attraverso la forza lavorativa locale che, in gran parte, aveva avuto stabile e proficuo impiego nella Ferriera.

cms_30103/f4.jpgQuasi a volere spazzare via quegli strascichi di malcontento, lasciando libero il passo al pieno compiacimento per l’avanzare verso il nuovo green all’insegna di un recupero della salubrità ambientale si è ritenuto di non fare passare insalutato ospite neanche quanto ha avuto il valore simbolico di un completo recupero rispetto al minimo residuato che, in pochi secondi, con la detonazione di una carica di 120 kg di tritolo, ha visto la demolizione di tre “cowpers” impianti ausiliari recuperatori di calore serviti a preriscaldare l’aria comburente che veniva immessa nell’altoforno, oltre a stoccare il gas in eccesso che, derivando dalla lavorazione della cokeria, bruciava nella fiaccola simbolo della Ferriera.

Con il risultato che questo ulteriore ritorno su un minimo residuato si è posto in funzione dell’avvenire, non solo con la preservazione di tre torri “cowpers” destinate come parte museale di Archeologia Industriale; ma, soprattutto, ha segnato il punto di avvio di un futuro nella prospettiva di Trieste all’avanguardia nelle soluzioni logistiche portuali.

Infatti, la recuperata area ex di Arvedi diventata di proprietà del demanio e data in concessione alla Società I.C.O.P di Basiliano, protesa verso il mare con i suoi ben 24 ettari, con un pescaggio eccezionale fino a 18 metri che consentirà di passare dagli attuali 880mila teu già da record all’ipotizzato milione e mezzo, con una soluzione unica al mondo per la dotazione di infrastruttura attrezzata con fasci di binari, tramite la società logistica Giuliana supererà di gran lunga la piattaforma logistica di 14 ettari gestita dai Tedeschi di Amburgo; così, diventando funzionale al servizio del futuro Molo ottavo del Porto, gioiello innovativo predisposto al progetto futuristico di essere l’unico riferimento di attracco per l’intera Europa Centrale.

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Come se tanto non bastasse, in data 28 marzo u.s. si è conclusa anche la gara di appalto che era stata portata persino oltre confine per realizzare una eccezionale "cabinovia metropolitana” che, al fine di potersi ovviare non solo a particolari ingorghi nella viabilità interna al proprio territorio e di pertinenza del proprio circondario permettendo anche un agile collegamento dal Porto Vecchio sino sul Carso, si è ispirata al trasporto montano; differenziandosene rispetto ai mezzi di grossa capienza, sostituiti da 100 cabine da dieci posti ciascuna , con la previsione di trasporto di 1800 persone all’ora per 14 ore giornaliere effettuabili nei due sensi di marcia.

Pertanto, dietro assicurazione Comunale circa “opportune verifiche e approfondimenti tecnici” oltre alla maggiore garanzia di rispetto dei parametri qualitativi posti in ambito ambientale paesaggistico e trasportistico, l’aggiudicazione dell’appalto per la messa in opera della “Cabinovia Metropolitana Trieste Porto Vecchio- Carso” è stata a favore della Leitner SpA di Vipiteno , con la partecipazione di COGEIS SpA , I.CO.P. SpA e Step Impianti S.r.l., grazie ad un ribasso dell’ 8,83% sulla base d’asta partita da £ 52 milioni aggiornato alla previsione di una spesa di circa £ 56,8 milioni; con vittoria sulla società austriaca DOPPELMAYR.

In definitiva, con il suo speciale strabismo ante-retroverso, Trieste incorre il meglio per sè; sconfiggendo la iattura di una Fata cattiva che l’aveva condannata al “non se pol”.

Rosa Cavallo

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