LA QUESTIONE “LINO BANFI”

Facciamo un po’ di chiarezza

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Sta tenendo banco in queste ultime ore l’inserimento nella Commissione Nazionale italiana per l’UNESCO dell’acclamato attore italiano Lino Banfi. A far crescere il clamore mediatico, sin dal giorno in cui è stata data la notizia, sono state alcune dichiarazioni di noti esponenti politici e illustri personaggi pubblici del Bel Paese. Numerose sono state le polemiche sulla scelta del vice premier Luigi Di Maio di mandare a Palazzo Firenze, in qualità di comunicatore per il territorio nazionale, il poliedrico artista pugliese. Sostenute anche da alcune testate giornalistiche e alimentate, come benzina sul fuoco, dall’incazzato popolo dei social media che, ogni giorno, aspetta il momento per mettere alla gogna chiunque, sottoponendola, senza la benché minima ombra di onestà intellettuale, a giudizi affrettati e spesso offensivi. Si può esser pro o contro riguardo a determinate scelte prese dal potere politico, ma prima di dare fiato alle bocche o di mettere nero su bianco qualsiasi punto di vista, è bene considerare tutti gli elementi del caso e le dichiarazioni delle parti in causa. Premesso che il comico canosino non è nuovo ad incarichi, senza scopo di lucro, presso importanti organizzazioni non governative (12 anni come Ambasciatore UNICEF), bisogna far chiarezza sul ruolo che andrà a svolgere in seno all’organismo italiano: “Nonno Libero” sarà uno dei membri dell’Assemblea unescana italiana, senza alcun incarico direttivo; per questo è stato scelto il professore Francesco Buranelli, già Segretario della Pontificia Commissione per i Beni Culturali. La Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, nata nel 1950, ha Il compito di "favorire la promozione, il collegamento, l’informazione, la consultazione e l’esecuzione dei programmi Unesco in Italia".

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È la Convenzione di Londra del 16 novembre 1945 a stabilire che tutti i 195 Paesi membri dell’Unesco istituiscano tali commissioni. L’organismo nazionale, presieduto da Franco Bernabè, mette in atto le strategie generali elaborate dall’Assemblea in stretto contatto con Massimo Riccardo,vero e unico Rappresentante Diplomatico Permanente d’Italia presso l’Unesco. Insomma più chiaro di così che non si può sbagliare sul ruolo meramente rappresentativo che assolverà il “Commissario Lo Gatto”. E allora perché tanto rumore per nulla! Forse l’equivoco che ha dato sfogo a tanta ilarità sul web e alle perplessità di alcuni impettiti radical chic, sta nel fatto che Pasquale Zagaria, alias Lino Banfi, ha preso il posto del celebre Folco Quilici (documentarista e scrittore deceduto l’anno scorso) che ricopriva il ruolo di referente per la comunicazione. A buttare acqua sul fuoco all’indomani della nomina, per fortuna, è arrivato il pompiere Bernabè che, in una intervista al Corriere della Sera, ha detto di essere “sinceramente stupito per il clamore mediatico scatenato dalla designazione di Lino Banfi”, aggiungendo che l’attore “se lo vorrà, darà il proprio contributo nel perimetro dei compiti consultivi, di stimolo e suggerimento assegnati all’assemblea”. In queste ore (fonte ANSA) anche il segretario della Commissione UNESCO, Enrico Vincenti, si espresso a favore dell’attore dicendo che la Commissione “è molto interessata e pronta a lavorare con Banfi perché tramite la sua popolarità sarà possibile veicolare le priorità e le iniziative dell’UNESCO nel nostro Paese”. Personalmente mi ritrovo d’accordo con la scelta ministeriale.

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E le parole di Vincenti rispecchiano quanto da me rilevato durante l’intervista che due anni fa mi ha rilasciato per l’Internationalwebpost: rimasi molto colpito dal passaggio in cui mi disse che <<la gente continuava ad amarlo perché nella sua vita era sempre stato garbato con tutti>>. Di Banfi, infatti, ho il ricordo di una uomo gentile, spiritoso, anche al di fuori delle scene, e molto disponibile. Ecco! Questo deve poter bastare a tutti quei detrattori che vedono in lui la persona sbagliata nel rappresentare e pubblicizzare le bellezze del nostro territorio. La CNU italiana, composta da 60 membri scelti dal Governo e dal Parlamento, di cui 12 costituiscono il consiglio direttivo, ha il compito di fornire pareri e raccomandazioni al Governo e alle pubbliche amministrazioni sull’elaborazione e valutazione dei programmi Unesco; collaborare con gli organi competenti per l’esecuzione delle decisioni prese alla Conferenza generale dell’Unesco produrre documenti e pubblicazioni periodiche per diffondere informazioni su principi, obiettivi ed attività dell’Unesco; pubblicizzare le problematiche trattate dall’Unesco; organizzare e promuovere incontri, convegni, corsi e altre attività di formazione e di studio nelle materie di competenza dell’Unesco; in ultimo, ha l’importante compito di selezionare progetti che possano avere il sostegno dell’Organizzazione parigina. Certamente questi sono compiti che, solitamente, possono essere svolti da chi possiede determinate competenze professionali ed esperienze lavorative specifiche, acquisite grazie ad anni di studi universitari e ricerche scientifiche. Elementi, di sicuro, non presenti nel curriculum vitae del buon “Lino” nazionale, ma non per questo invalidanti la volontà di un personaggio televisivo, tra i più amati d’Italia, di impegnarsi nel promuovere col sorriso stampato sul viso la cultura del bello. Perché, come diceva Charlie Chaplin, “Un giorno senza risate è un giorno sprecato”.

Umberto De Giosa

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