LA PANDEMIA CHE NON TI ASPETTI
Distrutte 1milione di dosi in Nigeria
Può sembrare paradossale ma la realtà è questa, perché dinanzi al finto buonismo dell’occidente è inevitabile dividere i cittadini in diverse categorie. Assodato da tempo il concetto che le case farmaceutiche non hanno la minima intenzione di bloccare la pandemia, dobbiamo seriamente riflettere sulle politiche attuate per fermare il covid. I paesi africani sono da sempre i più dimenticati, basti pensare che solo l’1% è stato vaccinato nonostante l’intero continente rappresenti il 5% della popolazione mondiale. I paesi occidentali si sono proposti come garanti per offrire loro un numero sostanzioso di dosi, ma non è andata come preventivato. Il caso della Nigeria esplicita ancora meglio il falso buonismo che circola in questo periodo.
Annunci strappalacrime e discorsi a reti unificate da far venire la pelle d’oca pur di rasserenare gli animi anche se la gente in quei luoghi continua a morire. Il problema del covid-19 è proprio questo, il continuo generare di varianti. Pertanto, visto il continuo incentivare alla vaccinazione (per scongiurare nuove varianti), non si spiega il perché di questo ritardo nell’aiutare anche i paesi poveri nel fronteggiare la diffusione del virus. Tra le altre cose, bisogna tenere conto anche della precarietà delle stesse strutture sanitarie, con l’aggravante di non aver sufficiente personale e mezzi a disposizione.
Per questo, la notizia di 1 milione di dosi di Astrazeneca distrutte in Nigeria non può che far infuriare un po’ tutti. La pandemia è globale (non locale) e le dosi consegnate in prossimità di scadenza è un chiaro segnale del disinteresse totale. Le politiche messe in campo a livello mondiale non sono sufficienti e bisogna ragionare su come invertire la rotta, altrimenti ogni restrizione messa in atto non serve a nulla. Infatti, l’Europa continua a mettere freni sui voli internazionali ma la domanda sorge spontanea su quanto durerà tutto questo, perché non si potrà protrarre in eterno. Occorre voltare pagina e far conoscere a tutti la tragica situazione del popolo africano. Come ben sappiamo il covid non fa differenza di razza e questa semplice lezione dovrebbe essere chiara alle istituzioni del vecchio continente.
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