LA PAGINA PER I BAMBINI
La casa di Vitino al paesello dei parenti
Da bambino, al paesello, abitavo nella casa dei nonni, con nonno Vito, nonna Maria, mia madre e zio Nicola, fratello più piccolo di mio padre. Con zio Nicola giocavo spesso, mi voleva molto bene. Mio padre lavorava in città e non poteva rientrare a casa tutti i giorni, tornava una volta al mese, era molto impegnato e non poteva badare a me anche se mi voleva molto bene. Per questo motivo mio zio cercava di colmare la mancanza che avevo di mio padre. Lo chiamavo zio Nicolino, mi portava dovunque andava anche a caccia, mi ricordo che io stavo dietro di lui ma non prendeva mai nulla, aveva un fucile vecchio e antico come lo schioppo dei briganti.
Il suo era piuttosto un hobby tanto per impiegare il tempo libero e passeggiare.
Camminando per i boschi trovavamo tanti funghi: i “cardoncelli”, rotondi, bassi, curvi di colore marrone, i “galinnacci”, rotondi anch’essi ma ad imputo di colore giallo, i “prataioli”, piccoli, rotondi e bianchi, i “chiodini”, piccolini e numerosi e dei funghi abbastanza strani, nascevano uno sull’altro, vicino i pioppi, somigliavano a un ramoscello, erano molto buoni e con il nonno ne riempivamo sempre una borsa intera.
Tra le foglie trovavamo anche delle lumache, grandi quanto un pugno, i francesi le chiamano “escargots”.
Sai Sammy, le lingue sono importanti: bisogna saperle parlare tutte, dall’inglese al cinese. Purtroppo, gli italiani non conoscono molte lingue, a stento l’italiano invece la nostra lingua è talmente importante che viene anche studiata all’estero. Gli italiani si credono più furbi degli altri, non sanno che bisogna studiare sempre per essere al pari del mondo globalizzato.
Nella casa dei miei nonni non c’era il bagno, la doccia e neanche l’acqua corrente in casa, per lavarti dovevi usare una tinozza di legno, stare in piedi e strofinarti con il sapone dei panni e l’acqua fredda. Il sapone, chiamato “sapone sole”, era fatto in casa, puzzava tantissimo e bruciava. Da piccolo non amavo l’acqua, ero come i gatti.
Con zio Nicola, alcune volte, andavamo al fiume e ci facevamo il bagno in delle conche d’acqua purissima, non avevamo il costume per cui entravamo con solo le mutande. Ricordo che zio Nicola, in ammollo, indossava sempre in testa un cappello, forse perché non aveva molti capelli. L’acqua era un po’ freddina e pulita, era acqua di montagna.
Zio Nicola mi portava anche quando andava a giocare in taverna, principalmente si giocava a carte ma anche alla “morra”, un gioco che consiste nell’indovinare la somma dei numeri mostrati dalle dita dei giocatori. In taverna si beveva molto vino.
Zio Nicola andava spesso a trovare zia Caterina e portava anche me: era una brava donna. Dopo il matrimonio anche lei era venuta ad abitare nella casa dei nonni. In passato le famiglie erano molto allargate, si viveva tutti insieme, non erano case grandissime anzi molto piccole però si stava bene. Non c’erano distrazioni come la televisione, non c’era neanche il cinema ma c’era molto calore umano.
Dire a una persona che le vuoi bene è molto importante e bisogna sempre sorridere alla vita anche se, magari, ci sono degli ostacoli che sembrano insuperabili. È essenziale accontentarsi di quello che si ha e guardare sempre avanti, affrontare le difficoltà come stai facendo tu, esercitandoti così da scendere quanto prima dalla carrozzella per giocare con i tuoi amici. Sei un ragazzino molto intelligente.
Ti mando un abbraccio. Ora mi sento un po’ stanco.
Buonanotte Sammy, al prossimo racconto. Ciao.
(su licenza dell’autore tratto dal suo libro “Dieci Racconti per Sammy” - foto dal web)
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