LA MERKEL SI CHIEDA PERCHE’ LA DESTRA HA TRIPLICATO I SUOI VOTI

UNA LEGGE PER PUNIRE CHI USA TERMINI OFFENSIVI CONTRO UNA DIVERSA VISIONE DELLA REALTA’ E DELLA POLITICA

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Sarebbe ingiusto pensare che la parte di popolo tedesco che ha liberamente votato contro l’operato della Cancelliera Merkel sia il solito spregevole popolo denominato ‘populista’, estremista, xenofobo e diciamo anche euroscettico. Offese gratuite che con immediatezza rivelano rabbia e odio verso chi tenta semplicemente di ragionare e di approfondire decisioni, comportamenti e soluzioni che purtroppo un sistema niente affatto democratico intraprende senza debita consultazione con l’altra parte di popolo, colpevole di avere solo una visione della realtà e della politica diversa da chi si trova a sedere sullo Scanno più alto del potere. Come dire che se non si è d’accordo con la maggioranza al potere, si è populisti, xenofobi, estremisti; di questi appellativi, meritevoli di condanna penale, si continua ad abusare fino al punto da condizionare le menti di un intero popolo all’accettazione che i populisti, gli xenofobi e gli estremisti siano esseri mostruosi incapaci di amare l’Europa al punto da non volerla vedere unita, forte e in pace.

cms_7364/2.jpgChi sia veramente il partito che ha raccolto il 12% di consensi dall’elettorato è difficile poterlo prevedere, dal momento che una delle più intraprendenti donne al suo comando si è dichiarata lesbica, dimostrando di trovarsi fuori da un conservatorismo tipico delle destre e calata invece in un progressismo che sostiene le unioni civili come inequivocabile stile di vita. Alternativa perl’Europa rimane comunque un successo del dissenso, di una protesta che alla fine può sfociare anche in una forma di estremismo. Cosa voglia dire la simpatia verso Israele non è chiaro, ma è certo che una vera democrazia, che tenga conto della voce dei suoi cittadini e a loro si rivolge nelle decisioni più importanti, non potrebbe mai giungere ad un estremismo veramente cercato. E’ vero infatti che non esiste ancora in Europa una cultura politica che si ponga come obiettivo il dialogo armonioso tra le parti.

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Chiunque ritenga di essere in grado di offrire un’alternativa alla maggioranza politica in carica in modo ragionevole, così da contribuire sapientemente alla soluzione di problemi o di emergenze che possano acquietare gli animi di un intero popolo, non può e non deve essere insultato dalla maggioranza al Governo né dalla stampa con frasi sprezzanti e offensive; frasi che, richiamando i fantasmi del passato fascista o nazista, hanno lo scopo di condizionare la mente e il cuore delle masse spingendoli all’odio e al disprezzo.

Si deve prendere atto che una parte del popolo tedesco (e non solo quello), visto che il fenomeno riguarda tutti i Paesi membri dell’Unione Europea, deve aver avuto giustificati e ragionevoli motivi per abbandonare la leadership della Merkel. E’ quindi obbligo di chi governa porsi nella condizione dell’ascolto e del dialogo perché non si commettano gli errori del passato. Se in Germania il partito denominato Alternativa per la Germania ha triplicato il numero dei voti precedenti l’elezione, non vuol dire che quella parte di popolo sia xenofobo ma potrebbe essere solo un partito che chiede più attenzione per il popolo tedesco che, nonostante sia in condizioni economiche migliori rispetto agli altri Paesi europei, ospita al suo interno comunque cittadini tedeschi in estrema difficoltà.

cms_7364/4.jpgDunque per una maggiore e corretta conduzione di un Governo e per una indispensabile armonizzazione di tutti i popoli europei, ogni singola Nazione dovrebbe legiferare contro gli appellativi summenzionati creati e usati di proposito per colpire un ’altra visione della politica che, se non accolta o ascoltata, può degenerare accrescendo l’odio verso gli stessi connazionali. I popoli europei non sono populisti, xenofobi, estremisti. Coloro che vengono additati come tali, sono semplici cittadini che protestano contro una politica egemone, che ha creato di proposito disordine, conflittualità e miseria. A comprenderlo è stata la Gran Bretagna, che pur rischiando di veder calare la propria economia, ha scelto di uscire dall’Unione europea.

Elena Quidello

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