LA MARCIA INARRESTABILE DEL COVID-19: UNA SPINTA ALLA FRATELLANZA

Soltanto uniti potremo debellare il virus e tornare alla normalità

92458091_10219095056425834_7001198284807077888_n.jpg

La paura del coronavirus ha unito l’umanità, facendo riscoprire i veri valori della vita. Tutte le nazioni, generazioni, categorie stanno combattendo un nemico invisibile ma subdolo, il Covid-19.

Quando l’epidemia è iniziata in Cina - il paese più popoloso al mondo, dotato di impeccabili tecnologie scientifiche e militari - il mondo intero ne aveva sottovalutato il pericolo. Ma quando il virus ha fatto visita al Vecchio Continente, ha letteralmente messo in ginocchio i suoi sistemi sanitari e la sua economia.

cms_16923/Foto_1.jpg

Fino ad oggi, in Albania si contano circa 270 casi e 17 deceduti, in Kosovo 106 contagiati e 1 deceduto. In Italia muoiono oltre 800 persone ogni 24 ore, così come in Spagna. La situazione è drammatica anche in Francia, dove si contano 3.000 decessi e 44.550 contagi, ed in Germania, che registra 645 morti e 66.885 casi. Infine, in Cina sono morte 3.808 persone e ci sono più di 82.240 infetti, mentre negli Stati Uniti più di 3.000 persone risultano decedute e 167.274 contagiate. Europa e USA risultano essere i continenti più fortemente colpiti dal Covid-19. Oggi a Monaco, in Germania, non ha più importanza essere ricco o povero. Nemmeno le armi convenzionali e atomiche possono difenderci da un nemico tanto spietato.

Arrivano preghiere e consigli per stare a casa dal Papa e da tutti i Presidenti del Mondo, con l’invito a limitare il più possibile i movimenti. Le scuole e i luoghi di culto sono chiusi e non si parla d’altro se non del virus. il panico ha spinto la gente a prendere d’assalto i supermercati, procacciandosi scorte di ogni genere e svuotando così gli scaffali. Tutti rigorosamente a “distanza di sicurezza”. Se prima in metropolitana era difficile trovare posto, oggi è quasi totalmente deserta. Il numero dei lavoratori si è ridotto e tanti di loro lavorano da casa.

La gente cerca di informarsi riguardo le possibili misure di prevenzione del contagio, colta dalla paura più ancestrale dell’essere umano. I contatti sociali si sono ridotti a zero, e di politica si parla poco. Il primo ministro albanese Edi Rama comunica con i cittadini tramite Skype e i media, accogliendo giorno dopo giorno misure sempre più restrittive. L’intero paese è paralizzato, in base alle circostanze che si sono create in Italia e alle gravi condizioni in cui versano gli ospedali. Tuttavia, in puro spirito di fratellanza, l’Albania ha inviato in Italia uno staff medico di 30 persone pronto a fornire aiuto ai colleghi del paese vicino.

cms_16923/Foto_2.jpg

Mi è tornata in mente per un momento la quarantena del villaggio di Dejë, in Drinia, avvenuta nel 1972, dovuta alla grande epidemia di vaiolo. Alcuni anziani e bambini hanno perso la vita, c’erano molti contagiati e le loro facce sembravano essere state sfigurate da una qualche carica esplosiva. Quando un medico francese ha trovato una cura a quella terribile malattia, eravamo felicissimi! Anche quel duro ostacolo era stato superato…

Arrivarono poi gli anni ’98 e ’99, e con loro l’ultima guerra avvenuta in Kosovo. Nel conflitto persero la vita circa 17.000 vittime, tra cui il nostro Qemal, rimasto ucciso nella prigione di Dubrava, lasciando nella disperazione la mogli e i due figli. Oltre 1.700 persone scomparvero senza lasciare traccia, incluso Ukshin Hoti, il simbolo della resistenza attiva. Gli albanesi hanno presto dimenticato questi eventi drammatici, la vita è andata avanti.

Tornando ai giorni nostri, non ci resta che superare questa situazione tutti uniti, facendoci forza a vicenda. L’obiettivo è sbarazzarsi dell’infezione, sebbene appaia molto difficile al momento. Se Dio vorrà, il virus verrà debellato il prima possibile e il danno alla popolazione ed all’economia sarà il minimo possibile, in modo da poter riprendere le nostre attività quotidiane…non scordiamolo mai: la vita è bella!

Isuf Bytyçi

Tags:

Lascia un commento



Autorizzo il trattamento dei miei dati come indicato nell'informativa privacy.
NB: I commenti vengono approvati dalla redazione e in seguito pubblicati sul giornale, la tua email non verrà pubblicata.

International Web Post

Direttore responsabile: Attilio miani
Condirettore: Antonina Giordano
Editore: Azzurro Image & Communication Srls - P.iva: 07470520722

Testata registrata presso il Tribunale di Bari al Nrº 17 del Registro della Stampa in data 30 Settembre 2013

info@internationalwebpost.org
Privacy Policy

Collabora con noi

Scrivi alla redazione per unirti ad un team internazionale di persone dinamiche ed appassionate!

Le collaborazioni con l’International Web Post sono a titolo gratuito, salvo articoli, contributi e studi commissionati dal Direttore responsabile sulla base di apposito incarico scritto secondo modalità e termini stabiliti dallo stesso.


Seguici sui social

Newsletter

Lascia la tua email per essere sempre aggiornato sui nostri contenuti!

Iscriviti al canale Telegram