LA MAMMA DEI CRETINI E’ SEMPRE INCINTA I VANDALI 2.0

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Una collega giornalista, Aisha G. Milanese critica d’arte e giornalista per una rivista del settore, mi comunica di essere in Puglia per un servizio sulla mostra permanente di pittura del pittore dei primi del 600 Paolo Finoglio seguace di Caravaggio per i colori, le dimensioni delle tele e i soggetti rappresentati. Aisha vorrebbe raggiungere Conversano e mi prega di accompagnarla. La sua richiesta più che infastidirmi mi sembra un invito a nozze. Rivedere il paese natio è sempre un piacere.Ho vissuto la mia infanzia a Conversano. Una cittadina situata a metà collina e più precisamente a 219 mt sul livello del mare.

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Da vedere assolutamente il castello normanno ultimamente adibito ad una mostra pittorica di Giorgio De Chirico, una meravigliosa Cattedrale in stile romanico e una fantastica terrazza con annessa villa comunale che domina la vallata sino vedere il mare. Nelle giornate terse e luminose, da questo enorme piazzale, sconfinando con lo sguardo, è possibile intravedere le montagne della costa Balcanica.Dopo aver sorbito l’immancabile caffè e prima di iniziare la visita guidata sento la necessità di mostrarle il posto dove ho trascorso gran parte della gioventù: la “villa Garibaldi”.

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Luogo, quest’ultimo, dove noi giovincelli, eravamo soliti infrattarci tra le enormi siepi verdi per corteggiare le coetanee del ginnasio. Amarcord. Il primo appuntamento, solitamente, lo si fissava nei pressi di un monumento in pietra eretto in onore di “Simone Santo”, architetto vissuto dal 1823 al 1884 oltretutto amico fraterno del mio bisnonno artista restauratore.La storia racconta che Simone Sante fu molto apprezzato per le sue opere e per gli studi di archeologia e storia dell’arte incentrati principalmente al recupero delle costruzioni medioevali pugliesi. Nel lontano 1878 provvide all’accurato restauro della cattedrale romanica locale. Lo stesso, all’epoca, progettò gratuitamente la strada che porta al mare disegnando questo lungo rettilineo, tutto in discesa, con una curva a doppia “esse” per ricordare a chi la percorreva le iniziali del suo nome. Anche queste due doppie curve, negli anni sessanta per motivi di sicurezza o di lottizzazione hanno subito una deviazione.

cms_5185/4.jpgLui un personaggio degno di stima e ammirazione e i suoi concittadini, all’epoca, hanno confermato di essere un popolo dalla memoria corta. Non divaghiamo.Mentre sto raccontando con dovizia di particolari la maestosità e la bellezza di questo parco mi accorgo che alcuni giovani vandali, ignoranti e senza educazione, hanno decapito il busto in pietra.Dai vari frammenti ritrovati sul posto, gli sciagurati vandali avranno usato un martello pesantissimo, motivo per cui deduco che non si sia trattato di una semplice ragazzata bensì di una forma di furiosa brutalità gratuita. Alla vista di questo scempio mi si è spezzato il cuore.La collega, alla sola visione di questa crudele devastazione ha esordito dicendo: “...avrei persino giustificato la decapitazione da parte di ladri di opere d’arte ma una forma di vandalismo simile mi risulta inconcepibile da parte dei tuoi concittadini sempre gentili e accoglienti nei confronti dei turisti...ma come giustamente dicevano i latini: stultorem mater sempre gravida...”

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Touche’ ! Da Conversanese di nascita mi son sentito mortificato e punto nel vivo. Giuro che avrei voluto morire per la vergogna!Una nobile cittadina che annovera monasteri e chiostri del VI secolo, chiese e conventi del seicento con splendidi quadri e contrafforti a scarpata, mura megalitiche e tanta, tanta cultura, meriterebbe un po più di attenzione e controlli da parte dell’amministrazione Comunale. Piuttosto amareggiato e ancor più mortificato in quanto costretto a cancellare parte dei miei ricordi, mi è tornata in mente una frase in latino che solitamente ripeteva Claudia, il mio primo amore di liceo: “odi profanus vulgus et arceo” (n.d.r. “odio il volgo profano e lo tengo lontano”)

Ninni Di Lauro

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