LA LOTTA TRA IL BENE E IL MALE
Una tragedia a lieto fine
C’è chi dice no alla giustizia sia interiormente che nei fatti, e allora si permette di rovinare la vita altrui con impeto e malvagità. Di una cosa v’è certezza: tutti sono consapevoli del male provocato agli altri. Anche se, poi, pensano di scampare alla propria cattiveria evitando di fare i conti con se stessi. Il punto è che molte persone credono di poter agire con spirito di superiorità nei confronti del prossimo, trascinando così l’umanità nel baratro. Dall’altro lato il bene resiste senza tregua ai colpi del dolore perché la verità se ne frega del male, essendo abituata a rialzarsi spesso e velocemente.
Urge sicuramente fornire una definizione di questa impetuosa ingiustizia che s’avvale dell’arroganza di spaccare cuori a destra e a manca, di fare guerre e strappare persone alla vita, di affamare e voltarsi incurante dall’altro lato. Occorre solo comprendere che in questa vita qualsiasi azione che provoca sofferenza è profondamente sbagliata. Che la responsabilità cade sull’uomo stesso e non sulla tentazione indotta da altro, che ci vuole più coscienza e meno arroganza poiché l’umano in quanto tale non costituisce nemmeno un puntino in una vastità di universi. E’ sbagliato, punto. Eppure l’accanimento continua imperterrito, spesso e volentieri grazie all’omertà della vigliaccheria che, certamente, porge una mano al cattivo.
Tuttavia bene e male vivono in simbiosi, quasi a dimostrare che l’esistenza è una lotta infinita, che puoi decidere di fare da spettatore e subire oppure essere uno dei tanti attori di una tragedia a lieto fine. Perché per quanto ne dicano, il bene trionfa sempre sul male. Lo dimostrano la storia e la vita quotidiana: la mafia finisce in prigione, le guerre terminano, gli arroganti privi di scrupoli vengono piegati in qualche modo dall’esistenza e lasciati soli a se stessi... Se la giustizia terrena manca di certezza, il karma interviene per aggiustare tutto. Ecco perché non c’è bisogno di alcuna vendetta: il bene vince sempre e il male, infine, è costretto a piegare la testa.
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