LA GIOIA DI VIVERE
Quando l’Arte ti parla
Gioia di vivere, acrilico su tela. Per gentile concessione dell’artista Maria Casalanguida
Quando tu, artista imprigionato nella tua amica solitudine, improvvisamente vedi che qualcuno si è accorto di te, di una tua opera e le apre l’animo, le racconta di sé, l’abbraccia e la unisce, la lega per sempre alla sua Arte, allora è lo stupore ad imprigionarti, non più la solitudine.
Sono momenti che aggiungono forza al tuo coraggio di vivere, sono premi che l’Arte ti dona per non averla mai tradita!
Grazie Francesca Coppola, grazie!
Maria Casalanguida
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Può un’opera parlarti? Può un’opera ispirarti? Può un’opera aprirti a riflessioni potenti?
Se ci troviamo dinnanzi all’arte questo è quello che si richiede. Questa nobile professione ha un preciso compito, a mio avviso: arricchire la mente e il cuore. L’emozione pura e semplice è capace di generare visioni, l’attenzione posta sui particolari permette di suscitare le più disparate interpretazioni. I colori, la prospettiva, le linee, tutto concorre a focalizzare il nostro pensiero, quel modo diverso di percepire che caratterizza ogni sensibilità.
“La gioia di vivere”, acrilico su tela dell’artista Maria Casalanguida è quel tipo di opera che scatena in me analisi preziose. Io ho scelto questo quadro o è stato lui a scegliere me? Stavo cercando qualcosa di preciso e lui precisamente si è posizionato nella mia testa. Da quando l’ho visto, un po’ di tempo fa, la mia memoria ogni tanto fa capolino e mi ripeto sì, quella deve essere la gioia. L’insieme di colori armonici e vitali, il movimento, la danza, l’espressione del corpo, l’aria circostante, intensa e domenicale, tutto di tutto allieta e rasserena.
La volontà di andare oltre le cose, luce e ombra quasi cadenzate, una profonda libertà di pensiero, di visione, di sentimenti sembrano essere le naturali caratteristiche che smuovono la capacità sensoriale della pittrice. Tutto si rivolge verso l’infinito, quasi non ci fossero margini a delimitare lo spazio.
Se un dipinto restituisce un autentico turbamento è solo perché l’artista riesce a riportare in superficie il suo mondo intimo e allora non resta che mettersi all’ascolto: guardare, ammirare, avvertire, accorgersi della bellezza.
Perché come diceva Emile Hirsch: “Non credere che le gioie della vita vengano soprattutto dalle persone. Dio le ha messe tutte intorno a noi. Sono ovunque. In tutto ciò di cui possiamo fare esperienza. Abbiamo solo bisogno di cambiare il modo di guardare le cose”.
E allora rinnoviamo i punti di vista, davanti la finestra o in strada, in casa o in mezzo alla natura, dall’interno all’esterno, vicino, ovunque basta aprirsi e lasciarsi trasportare dalla meraviglia. Le possibilità aprono scenari diversi, le angolazioni si adattano alle necessità ma nel dubbio asserisci. Decodifica e comprendi i cinque sensi, in maniera assolutamente dissacrante identificati ed empaticamente riconosci i tuoi simili, diventa un segno, un dono nell’esistenza altrui, solo così la danza della vita avrà sfumature di gioia.
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