LA CUBOMANZIA

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Continuiamo a parlare di divinazione trattando di una pratica antica e moderna ad un tempo: la CUBOMANZIA.

Si tratta di una forma di consultazione che si esegue lanciando i dadi, la cui origine risalirebbe all’antico Egitto ma che, nel corso dei secoli, ha subito numerose varianti.

La Cubomanzia deriva dall’Astragalomanzia, un’antica mantica che non nulla ha a che vedere con gli astri ma bensì con l’osservazione di un piccolo osso - l’ASTRAGALO - che si trova alla base delle caviglie, sopra il calcagno. Perché proprio quest’osso piuttosto un altro? Per il semplice fatto che ha una forma pressoché quadrata, con quattro facce diverse ad ognuna delle quali è stato attribuito un significato particolare.

Etimologicamente, quindi, ASTRAGALOMANZIA significa “divinazione (manteia) attraverso l’astragalo”.

Ma andiamo ad indagarne la storia e le evoluzioni nel corso del tempo.

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Cubomanzia

Secondo la mitologia greca fu la dea Atena ad inventare il gioco divinatorio degli Astragali.

I Romani decisero poi di sostituire alle ossa della caviglia altri strumenti, a cui lasciarono comunque il nome di ASTRAGALI ma che erano realizzati con materiali semipreziosi. A differenza degli originali furono aggiunte due facce, il che li rende assolutamente simili e assimilabili ai moderni DADI.

È dagli Astragali che nacquero i Kiboi, cioè i ”cubi", i dadi numerati da cui deriva il termine CUBOMANZIA.

Come per i Tarocchi, anche la Cubomanzia fu utilizzata come gioco, con la differenza che i primi nacquero come tale e i secondi lo divennero nel tempo.

Ad ogni modo, benché rispetto ad altre forme divinatorie la Cubomanzia sia una pratica piuttosto semplice e alla portata di tutti, vi sono comunque alcune regole da rispettare. Ad esempio: in seguito al lancio, i dadi devono assolutamente entrare in contatto con la terra, pena la dubbia veridicità del responso.

Questo perché la terra é il luogo in cui si concentrano le energie e quindi, a seconda del punto in cui cadono i dadi, viene determinato se il responso è più o meno favorevole. Questa regola vale ancora oggi.

Altra regola tutt’oggi valida è l’obbligo del SILENZIO, sia esteriore che interiore: il lancio non deve essere disturbato in alcun modo per essere il più possibile veritiero.

Inoltre il consulto deve sempre essere fatto per un’altra persona, mai per se stessi.

Prima del lancio i Dadi devono essere incensati e puliti perché qualunque tipo di impurità presente su di essi potrebbe falsarne il responso.

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Divinazione con i dadi

Per chi volesse praticare quest’arte, è quindi fondamentale poggiare la tavola divinatoria direttamente a livello del suolo.

Su questa tavola ci dovrà poi essere disegnato un cerchio del diametro di 30 cm: che il dado cada all’interno o all’esterno di questo cerchio è già parte del responso.

Il cerchio serve da catalizzatore dell’energia emessa dalla terra, in modo che il responso sia il più preciso e veritiero possibile.

Facciamo un passo indietro e torniamo all’epoca degli antichi Romani.

L’imperatore Tiberio (+ 37 d.C.), vero esperto di Cubomanzia, si recava spesso da un sacerdote che praticava per lui il consulto servendosi di tre dadi d’oro, pratica in auge fino al Medioevo.

Riporto qui alcune combinazioni chiave e il loro significato:

666 = il "colpo di Venere”: i desideri si avvereranno;

662 = successo ma non senza difficoltà;

644 = meglio lasciar perdere

111 = il "colpo del cane”: responso totalmente negativo

Sono tante le modalità di consulto e di lettura dei dadi e benché, come ho detto poc’anzi, si tratti di una di una pratica abbastanza semplice, è poco consigliabile che venga esercita da chi non ha dimestichezza con le pratiche esoteriche.

Per quale motivo? Semplicemente perché non vi è garanzia alcuna.

Mi spiego meglio.

Altre forme divinatorie come i Tarocchi, l’I-Ching, le Rune presuppongono una conoscenza approfondita di quest’arte ed una particolare sensitività da parte del consultante. Inoltre, possiedono una potenza intrinseca che va ben oltre il “gioco” in sé, poiché attingono ad un’energia che gli è propria, indipendente da quella del consultante, e ciò li rende affidabili.

“Giocando” ai dadi in maniera superficiale, si rischia quindi di avere responsi superficiali e poco attendibili.

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Gli Astragali

Ad ogni modo, ecco un esempio di come praticare un consulto con due dadi.

Come ho già detto, affinché il responso sia valido, tutti i dadi devono cadere all’interno del cerchio. Se ne cade uno all’esterno, non viene contato nella somma e se cadono tutti e due all’esterno si deve procedere ad un nuovo lancio. Qualora, al secondo lancio, dovessero cadere ancora all’esterno, è meglio lasciar perdere, probabilmente non è il momento di fare quel preciso consulto.

Cosa ci dicono i numeri risultanti?

In sintesi: 1 corrisponde al SI e 2 al NO. Il 3 ci invita a stare all’erta e il 4 a ponderare. Il 5 è la buona sorte, mentre il 6, il 7 e l’8 invitano ad agire con naturalezza, fede e pazienza. Il 9 conferma che quanto previsto si avvererà mentre il 10 lascia spazio ai dubbi. L’11 consiglia di non prendere in considerazione il fatto e il 12, invece, indica una reale possibilità che esso si compia.

Chiaramente questo è solo un esempio, di certo non esaustivo. Vi sono molti altri modi di consultare i dadi e di riceverne il responso, quindi invito chi volesse saperne di più a studiare questa forma divinatoria in maniera più approfondita e a consultare gli esperti.

Consiglio sempre e comunque di non prendere mai alla leggera queste pratiche e, in generale, tutto ciò che ha attinenza al mondo soprannaturale. Ricordiamoci di avere sempre rispetto sia per ciò che vediamo che per ciò che non vediamo, per il mondo materiale e per quello spirituale.

Noi siamo al centro di questa duplice forma di energia e ne siamo i fortunati beneficiari ma dobbiamo esserne consapevoli e preparati.

Simona HeArt

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