LA BUONA INFORMAZIONE

13 maggio 2023

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Premetto che scrivo queste righe con il massimo rispetto per una forma di religione quale è l’ebraismo e per chi la segue.

Le scrivo angustiato per le conseguenze che spesso produce la disinformazione o la mancanza di informazione o la superficialità dei giudizi.

Per quanto la Chiesa abbia molti elementi critici a causa del fatto che è formata da uomini fragili e imperfetti, spesso viene giudicata sulla base di informazioni errate.

Il rabbino capo della comunità ebraica Israel Zolli, subito dopo la guerra, chiese il battesimo, diventando un cattolico esemplare, addirittura un apologeta, docente di esegesi biblica all’università dei gesuiti.

E volle prendere, da cristiano, il nome di Eugenio, in onore di quanto aveva fatto per la salvezza del suo popolo Pio XII, il cosiddetto papa di Hitler, secondo la leggenda costruita molti anni dopo che tutti gli israeliti gli avevano manifestato la loro riconoscenza per ciò che aveva fatto lui e la Chiesa intera durante la loro persecuzione.

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Continuo a leggere e ad ascoltare ancora polemiche sul comportamento del papa in quei terribili frangenti storici da parte di persone che ignorano la realtà e le motivazioni e sono incapaci di storicizzare un comportamento.

Forse per togliersi qualche dubbio basterebbe chiedere un parere ad un ebreo e informarsi su episodi come quello che ho citato.

Queste persone mi fanno ricordare i tanti che si sono succeduti al governo del nostro Paese. E che da oppositori si spacciavano per i salvatori della patria e da governanti hanno capito che governare non è così facile come o credevano o volevano far credere per raggiungere il loro scopo.

Questa vicenda, al contempo, mi spinge a ripropormi una domanda che mi pongo da molto tempo e che finora non ha trovato risposta.

I seguaci della religione ebraica, teoricamente, stanno ancora aspettando l’arrivo del Messia?

Nonostante molti studi abbiano dimostrato numerose e sorprendenti “coincidenze” tra la figura anticipata dai profeti e la figura di Cristo?

Zolli si espresse così: “Non ho affatto cambiato religione, sono diventato davvero ebreo, prendendo sul serio le promesse fatte da Dio al nostro popolo e riconoscendo che esse si sono pienamente realizzate in Cristo.”

Ricordo che Zolli si dimise dalla sua carica così prestigiosa di rabbino capo.

Diversi sono i casi di studiosi ebrei che, di fronte all’imponenza e all’evidenza delle profezie contenute nelle Sacre Scritture, sono diventati cristiani.

cms_30463/02.jpgUn esempio è il filosofo Henri Bergson.

Sebbene desiderasse convertirsi al Cattolicesimo, vi rinunciò per solidarietà con i suoi correligionari ebrei verso i quali era cominciata in Germania la persecuzione nazista. Infatti, nel suo testamento, redatto nel 1937, il filosofo scriveva:

«Le mie riflessioni mi hanno portato sempre più vicino al cattolicesimo, nel quale vedo il completamento dell’ebraismo. Io mi sarei convertito, se non avessi visto prepararsi da diversi anni la formidabile ondata di antisemitismo, che va dilagando sul mondo. Ho voluto restare tra coloro che domani saranno dei perseguitati.

Ma io spero che un prete cattolico vorrà venire a dire le preghiere alle mie esequie, se il cardinale arcivescovo di Parigi lo autorizzerà. Nel caso che questa autorizzazione non sia concessa, bisognerà chiamare un rabbino, ma senza nascondere a lui o ad altri la mia adesione morale al cattolicesimo, come pure il desiderio da me espresso di avere le preghiere di un prete cattolico.»

Fu un prete cattolico a recitare le preghiere al suo funerale.

Hanno preso una colossale cantonata un rabbino capo e un ebreo filosofo e premio Nobel? Che cosa io non comprendo di questo problema?

Giacomo Carlucci

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