LAVROV IN VISITA IN SUDAFRICA
I viaggi istituzionali del ministro degli Esteri russo volti a sugellare nuove alleanze

L’attenzione della Russia, con la chiusura di fatto delle relazioni con l’Occidente, si focalizza su altri obiettivi. Particolare dedizione è rivolta al continente africano, con l’ennesima riprova costituita dall’attuale viaggio di Lavrov, ministro degli esteri russo, da poco atterrato in Sudafrica. Di qui lo stesso proseguirà le sue visite istituzionali alla volta di Botswana e Angola, per poi proseguire verso la parte settentrionale del continente, con colloqui da svolgersi in Tunisia, Marocco e Mauritania.
Il rinnovato braccio di ferro tra Stati Uniti e Russia si gioca quindi su questo tavolo, con le intenzioni delle due superpotenze di dividere nuovamente il mondo in aree di influenza. Proprio la Mauritania costituisce un vero fronte, dal momento che, secondo un rapporto russo, potrebbe diventare un avamposto della Nato. La nota di intelligence è a firma di Nikolai Dimitrievich Plotnikov, direttore del Centro di Informazione Scientifica e Analitica dell’Istituto di studi orientali dell’Accademia delle scienze russa. Si legge nel rapporto che “l’alleanza della Nato dovrebbe rafforzare la sua presenza in Mauritania, per contrastare la presenza russa nella regione”.
Importante partner di Mosca è però il citato Sudafrica: un’amicizia ultratrentennale già lega i due paesi, recentemente ratificata dall’astensione ufficiale di Pretoria nella condanna dell’invasione ucraina, nel consesso delle Nazioni Unite. La dichiarazione di neutralità prosegue tutt’oggi, laddove il governo rifiuta categoricamente di parlare di “invasione russa”. Con il conseguenziale beneplacito di Mosca, che traspare dalle parole di Lavrov: “Vorrei salutare il Sudafrica per la sua posizione di principio, rispetto la sua apertura e il suo rapporto responsabile”, ha dichiarato al suo arrivo.
La collaborazione è stata recentemente sugellata anche dal punto di vista militare, dal momento che nel prossimo mese di febbraio dovrebbero svolgersi esercitazioni navali congiunte tra Russia, Cina e proprio il Sudafrica. Mentre Washington si irrita, l’omologo di Lavrov, la ministra Naledi Pandor, rincara la dose: “Tutti i Paesi conducono esercitazioni militari con amici in tutto il mondo, non dovrebbe esserci alcun obbligo per nessun Paese a non condurle con altri partner”, sottolineando come tale politica sia la conclusione di un rapporto “naturale” delle “relazioni tra i Paesi”. Pandor parla anche a nome – e in difesa – di tutto il continente, che non dovrebbe soggiacere ai diktat di paesi che si ergono superiori. Lo stesso rifiuta categoricamente la sudditanza imposta “da altri paesi che, dicono, quello che faccio va bene per me ma tu non puoi farlo perché sei un paese in via di sviluppo”. Quindi incalza: “Quando sono gli altri a manovrare va tutto bene, ma se purtroppo sei un paese in via di sviluppo o africano, beh non dovresti farlo. Questo si chiama abuso delle pratiche nazionali”.
Il Sudafrica riveste una posizione centrale all’interno del gruppo dei “BRICS”, l’acronimo utilizzato per indicare l’insieme di cinque grandi Paesi dalla forte crescita economica (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica). Il nucleo vede ogni giorno la richiesta di adesione da un numero sempre maggiori di stati, specie africani.
Le visite di Lavrov, infine, pongono le basi del vertice Russia-Africa che si terrà dal 26 al 29 luglio a San Pietroburgo. I temi che saranno trattati spazieranno dalla cooperazione politica a quella economica e commerciale, argomento quest’ultimo caro ai russi che spesso, in passato, hanno posto l’accento sulla precisa volontà di esportare grano e generi alimentari proprio verso i paesi del continente africano, superando il blocco navale ucraino.
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