L’influenza sociale nei giovani

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Sulla base delle prospettive teoriche sin qui proposte, possiamo vedere come il rischio non sia legato solo a variabili individuali, ma ha anche una natura acquisita, che deriva dal clima sociale in cui il giovane vive. Come sottolineato da una recente ricerca di Vieno, Santinello e Martini, l’influenza dell’ambiente - anche il più pericoloso - non incrementa la tendenza al rischio se il ragazzo ha alle spalle una famiglia capace di mediare tra la realtà adulta, ricca di stimoli, e la necessità di non andare oltre. In questo lavoro, gli autori hanno preso in considerazione la teoria sulla relazione tra il clima sociale e il sostegno genitoriale di Dorsey e Forehand (2003).

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Vieno e colleghi sostengono: “Le zone di residenza caratterizzate da povertà, scarsa sicurezza, mancanza di risorse e scarse relazioni sociali spesso minano anche la relazione di sostegno e di fiducia tra i genitori e adolescenti, con il risultato di influenzare negativamente lo sviluppo dei figli. In effetti, una positiva relazione con i genitori, connotata da adeguate attività di monitoraggio e da coerenti messaggi disciplinari e di rinforzo dei comportamenti positivi, ma soprattutto da alti livelli di sostegno, si è dimostrata legata a diverse aree di sviluppo adolescenziale, inclusa una minor comparsa di problemi comportamentali e di umore. Sono quindi diversi i modi in cui i genitori possono compensare gli effetti dovuti alla residenza in zone sfavorite sul malessere degli adolescenti: ad esempio, attraverso il calore e il sostegno della relazione coi ragazzi, l’assunzione di strategie di socializzazione e partecipazione alle attività della comunità oppure utilizzando stili genitoriale coerenti e fermi”.

Gli studi sull’influenza sociale si occupano di quelle modalità per cui i processi mentali, le emozioni e i comportamenti degli individui (o dei gruppi) sono modificati dalla presenza di altri individui o gruppi (Mucchi Faina,1996). Come ribadiscono Thibaut e Kelly (1974), l’influenza sociale è la tendenza degli individui appartenenti al medesimo gruppo a uniformare le proprie opinioni e comportamenti in rapporto a quelle degli altri. Quindi, l’individuo che entra in rapporto con altre persone tende naturalmente a moderare i suoi giudizi per evitare di apparire troppo diverso dagli altri e tende ad omologarsi più che a valorizzare la sua diversità.

Le relazioni sociali, come appunto la famiglia, costituiscono un’importante fonte di influenza sui comportamenti di salute e sui comportamenti a rischio. Le prospettive sull’influenza sociale offrono indicazioni per comprendere i fattori che incidono sui comportamenti di salute a vari livelli, da quello diadico a quello delle relazioni nei gruppi, a quello della comunità allargata o della popolazione generale).

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Da un versante psicosociale si distinguono almeno tre tipi di influenza sociale, di seguito elencati.

- La compiacenza comporta un cambiamento dovuto al fatto che il bersaglio sa che la fonte può osservare il comportamento e controllarlo; per tale motivo, si tratta di un cambiamento apparente che permane solo finché la fonte è presente.

- L’identificazione si sviluppa quando il bersaglio adotta un determinato comportamento allo scopo di instaurare una relazione soddisfacente con la fonte e assomigliarle. Molti comportamenti e stili di vita nocivi per la salute adottati dagli adolescenti sono riconducibili a questo tipo di influenza, che induce i soggetti a sottostare alle norme del gruppo per il desiderio di esserne membri.

- L’interiorizzazione è il processo più profondo, che comporta la piena accettazione dell’influenza da parte del bersaglio, che fa proprie le informazioni fornite dalla fonte integrandole nel proprio sistema di valori e credenze (Kelman, 1958).

Se questi modelli collocano il soggetto in una posizione passiva, la prospettiva genetica sull’influenza sociale pone attenzione al ruolo attivo del soggetto, nella gestione della propria salute, capace di controllo e autogestione come evidenziato dal concetto di empowerment. Quest’ultimo si colloca nell’intersezione tra l’individuo e il contesto sociale di cui è parte, poiché il potere dipende sia dalla valutazione cognitiva del mondo esterno che dalle opportunità effettive offerte dall’ambiente per esercitarlo. La percezione di empowerment sulla propria condizione di vita costituisce un fattore di vulnerabilità/resistenza nei confronti degli effetti nocivi dei comportamenti a rischio e, quindi, può influenzare l’adozione di comportamenti di salute.

Leonardo Bianchi

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