L’IA PER PREVENIRE LE PANDEMIE
Lo conferma una ricerca dell’Università di Glasgow

“La tecnologia e l’Intelligenza Artificiale (IA) stanno cambiando le nostre vite e il nostro modo di vivere” questa frase esprime un concetto che, soprattutto nell’ ultimo periodo, è riuscito a toccare la quasi totalità della popolazione. Uno degli usi più diffusi dell’Intelligenza Artificiale è il machine learning, che utilizza algoritmi per analizzare una grande quantità di dati al fine di prendere decisioni e fare previsioni. La IA riveste infatti un ruolo chiave in tutti i settori industriali e sta iniziando a prende piede anche quello farmaceutico, basti pensare che le grandi aziende farmaceutiche stanno già lavorando a numerosi progetti che utilizzano il machine learning per la ricerca, tra cui la prevenzione delle pandemie.
La rivista Plos Biology ha recentemente pubblicato una ricerca dell’Università di Glasgow su come individuare le zoonosi (cioè le malattie che si trasmettono dagli animali all’uomo). I ricercatori hanno innanzitutto realizzato un database con 861 specie di virus appartenenti a 36 famiglie e poi sono partiti per sviluppare dei modelli di apprendimento automatico che assegnassero una probabilità di infezione nell’uomo sulla base della classificazione tassonomica dei virus.
“Navighiamo, a volte alla cieca, attraverso una serie infinita di variabili, alcune incommensurabili fino a poco tempo fa, per identificare quelle potenzialmente associate a un risultato. Adattando 10.000 vibrazioni (diverse specifiche del modello) per associazione, abbiamo identificato vari effetti. Oltre a riportare se ci sono associazioni compatibili, riportiamo la media e le dimensioni della suddetta associazione in tutti i modelli. La positività alla SARS-COV-19 (COVID) e la vitamina D hanno avuto la compatibilità più consistente” afferma uno dei ricercatori. Infine, i virus etichettati come sospetti dall’intelligenza artificiale potranno essere studiati più a fondo per caratterizzarli meglio e iniziare lo sviluppo di eventuali vaccini per prevenire nuove pandemie.
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