L’ENNESIMO APPELLO DEL PAPA PER LA PACE

"No al grano come arma di guerra"

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cms_26277/00.jpg"Desta grande preoccupazione il blocco dell’esportazione del grano dall’Ucraina, da cui dipende la vita di milioni di persone. Rivolgo un accorato appello affinché si faccia ogni sforzo per risolvere tale questione". Si potrebbe pensare che Francesco sia diventato monotematico oppure distante da quelli che dovrebbero essere gli impegni di un pontefice. In realtà, Bergoglio sta semplicemente assolvendo al suo incarico di capo di stato.

Oltre alla guerra in Ucraina, che indirettamente sta indebolendo il sistema economico di diversi paesi, stiamo assistendo ad una delle crisi economiche più devastanti degli ultimi anni, in cui le stesse sanzioni non stanno producendo gli effetti sperati. Lo stesso Mario Draghi, qualche giorno fa, ha dichiarato che il rischio concreto di una crisi alimentare è dietro l’angolo e tutto potrebbe partire proprio dal grano. Sulla scorta di ciò, Francesco non usa mezzi giri di parole e dichiara: "Per favore, non si usi il grano, alimento di base, come arma di guerra". Una stoccata voluta, dato che al momento le istituzioni europee non hanno mostrato la benché minima voglia di arrivare ad una trattativa, lasciando così da parte la possibilità di dialogare.

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La questione grano non riguarda solamente noi europei, bensì anche i popoli meno abbienti. Stando alle previsioni degli esperti, incluso il premier Draghi, il tasso di immigrazione clandestina crescerà notevolmente a partire dai prossimi mesi. Pertanto, il famoso slogan "Aiutiamoli a casa loro" non è più concepibile considerate le enormi ripercussioni della controversia sugli equilibri mondiali.

In questi anni si è parlato molto di sviluppo dei paesi africani, con la stessa Unione Europea pronta a pianificare un’agricoltura commerciabile. Purtroppo, i paesi dell’Unione Africana facevano largo uso di fertilizzanti russi e trovare un’alternativa non sarà semplice. Al momento tutto sembra andare per il verso sbagliato, ma l’impegno costante del pontefice cerca di limitare i danni. Pertanto, invece di inseguire le dichiarazioni sempre più ostili verso la Russia, occorrerebbe sforzarsi nel trovare un canale d’intesa. Ne va del futuro dell’Europa, ne va del futuro di tutti noi.

Giuseppe Capano

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