L’economia del coronavirus in Italia (28^ analisi)

Il tasso di crescita dell’epidemia è al 2,83%. Raddoppia ogni 25 giorni circa

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I dati relativi alla diffusione del Coronavirus sono rappresentati di seguito con una analisi di quelle che sono anche le caratteristiche economico-finanziarie del fenomeno. I numeri relativi ai casi, ai morti ed ai guariti sono certi in quanto derivano dalle rilevazioni che vengono predisposte dalla Protezione Civile. I dati relativi alla dimensione economico-finanziaria del fenomeno sono calcolati come delle stime sulla base di quello che è il valore della vita umana, ovvero lo Human Life Cost-HLC[1]. In modo particolare il valore della vita umana, anche indicato come Life Value varia in base ad un insieme di variabili, ed in senso ampio, per quanto riguarda il mondo occidentale a reddito medio-alto, è stato stimato in un range che va dai 4 milioni di dollari in Nuova Zelanda, fino ai 9 milioni di dollari in USA. Sulla base anche delle indicazioni relative all’attribuzione di valore della vita umana che sono contenute nel libro di Felix Martin intitolato “Denaro” [2], il valore della vita umana in Italia è stato approssimato a circa 5.000.000,00 di euro. Pertanto, ciascun individuo che è risultato portatore della patologia viene ad essere potenzialmente liquidato con un ammontare di 5.000.000,00 di euro. Chiaramente il valore è una misura del danno che si manifesta in caso di eventi gravi ed altamente imprevedibili, come sono appunto le crisi e le pandemie.

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L’economia del coronavirus. Dati sanitari.

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L’economia del coronavirus. Dati economici.

Data 08/04/2020. Il risultato è tale da manifestare che in data 07/04/2020 è stato perso un valore cumulato pari a 951,8 miliardi di euro, ovvero pari al 53,22% del PIL, equivalente ad un valore pro-capite di 15.758,31 euro. Complessivamente, il valore che è stato perduto corrisponde ad un detrimento reddito per circa 32.144.613 italiani. Il tasso di crescita del coronavirus è cresciuto nelle ultime 24 ore. Esso è infatti passato dal 2,29% del 07/04/2020 al 2,83% del 08/04/2020, con una crescita da 135.586 unità fino a 139.422 unità. Il numero dei deceduti è pari a 17.669 unità, il numero dei guariti è pari a 26.491. Il tasso di mortalità è pari al 12,67% mentre il tasso di guarigione è del 19,00%.

Predizione in data 08/04/2020. La crescita ha subito una riduzione. Ai tassi seguenti si verifica un raddoppio ogni 25 giorni circa. Il tasso di crescita è notevolmente diminuito: questo significa che le misure assunte dal governo stanno producendo i risultati attesi. Il tasso di crescita dei contagi è sceso per la prima volta sotto il 3%. Chiaramente poiché la base ha superato le 130.000 unità si creano comunque un numero di casi molto ampi. In ogni caso la riduzione dei tassi di contagi è certamente un elemento positivo nell’interno del contesto dell’analisi del fenomeno sotto il punto di vista metrico. Il rischio è che il tasso ad un certo punto si fermi, ed invece di continuare a crescere, si blocchi intorno ad un valore anche basso, che però con le basi che sono indicate può significare avere un numero di casi comunque notevolmente elevato.

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La previsione a medio-lungo periodo. Occorre considerare che il tasso medio di crescita del coronavirus è diminuito sostanzialmente nel periodo tra la settimana tra il 25/02/2020 dove il tasso era pari al 33,4% e l’ultima settimana tra il 30/03/2020 ed il 04/04/2020 dove il tasso è stato pari al 4,12%. Chiaramente occorre considerare che anche se i tassi diminuiscono in realtà vengono ad essere calcolati su montanti sempre più significativi e quindi anche un aumento di una percentuale bassa su una base di centinaia di migliaia di unità dà un risultato in valore assoluto significativo.

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Modello econometrico.

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Di seguito viene stimato un modello per individuare le relazioni di alcune variabili prodotte dalla protezione civile rispetto al numero dei tamponi.

Il modello che è stato proposto è indicato di seguito:

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Il modello mostra che:

  • Esiste una relazione positiva tra il numero dei tamponi ed il totale degli ospedalizzati;
  • Esiste una relazione positiva tra il numero dei tamponi e l’isolamento domiciliare;
  • Esiste una reazione positiva tra il numero dei tamponi e la variazione positiva dei contagiati;
  • Esiste una relazione positiva tra il numero dei tamponi ed il numero dei dimessi guariti;
  • Esiste una relazione positiva tra il numero dei tamponi ed il tasso di guarigione;
  • Esiste una relazione negativa tra il numero dei tamponi ed il numero dei deceduti;
  • Esiste una relazione positiva tra il numero dei tamponi ed il tasso di mortalità;
  • Esiste una relazione negativa tra il numero dei tamponi ed il numero dei positivi in percentuale dei tamponi;
  • Esiste una relazione negativa tra il numero dei tamponi ed il numero dei dimessi in percentuale dei tamponi;
  • Esiste una relazione negativa tra il numero dei tamponi ed il numero dei deceduti espressi in percentuale dei tamponi
  • Esiste una relazione positiva tra il numero dei tamponi ed il numero dei casi totali in percentuale dei tamponi.

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Dati Regionali. Di seguito vengono ad essere riportati i dati relativi alle regioni italiani. Il dato viene riportato in quanto la situazione italiana presenta una elevatissima polarizzazione e centralizzazione nell’interno della regione Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte. E pertanto l’analisi nazionale risulta essere parziale e manca di rappresentare la complessità del fenomeno che riguarda le regioni e che in modo particolare aggrava la situazione di talune aree geografiche e di alcune popolazioni locali rispetto al dato nazionale.

Ricoverati con sintomi. Nella classifica delle regioni per numero di ricoverati con sintomi al primo posto vi è la Lombardia con un ammontare pari a 11.719 unità, ovvero pari ad un ammontare del 41,14% seguita dall’Emilia Romagna con un valore pari a 3.769 unità pari al 13,23% e al terzo posto vi è il Piemonte con un valore dei ricoverati con sintomi pari a 3.493 unità pari al 12,26%. Le prime tre regioni pertanto totalizzano un ammontare pari al 66,63% del totale dei ricoverati con sintomi. Agli ultimi posti della classifica si posizionano Sardegna con un numero di ricoverati con sintomi pari a 112 pari allo 0,39% del valore nazionale, seguiti dalla Basilicata con un valore pari a 48 unità ovvero pari allo 0,17% e il Molise con un ammontare pari a 30 unità ovvero pari ad un valore di 0,11%.

Terapia intensiva. Nella classifica delle regioni italiani per valore della terapia intensiva la Lombardia è al primo posto con un ammontare pari a 1.257 unità ovvero pari ad un valore del 34,04%, seguita dal Piemonte con un numero di persone paria 423 unità pari all’11,45% e dall’Emilia Romagna con un valore pari a 361 unità pari al 9,78% del dato nazionale. Le prime 3 regioni della classifica totalizzano il 55,27% del valore nazionale delle persone in terapia intensiva. Agli ultimi posti vi con un valore pari a 17 unità la Basilicata pari allo 0,46% del dato nazionale, Calabria con un ammontare pari a 15 unità pari allo 0,41% e Molise con un valore pari a 4 unità equivalente allo 0,11%.

Totale ospedalizzati. Nella classifica per totale degli ospedalizzati al primo posto vi è la Lombardia con un numero pari a 12.976 unità pari al 40,33% del valore nazionale, seguita dall’Emilia Romagna con un valore pari al 4.130 unità pari al 12,83% del valore nazionale e dal Piemonte con un ammontare pari a 3.916 unità pari all’12,17% del valore nazionale. In totale le prime tre regioni totalizzano il 65,33% del valore totale degli ospedalizzati.

Agli ultimi posti vi sono Valle D’Aosta con un numero di ospedalizzati pari a 140 ovvero pari allo 0,44% del dato nazionale, la Basilicata con un numero del totale degli ospedalizzati pari a 65 ovvero pari allo 0,20% del dato nazionale ed il Molise con un ammontare pari a 34 unità pari allo 0,11%.

Isolamento domiciliare. La Lombardia è al primo posto per numero delle persone in isolamento domiciliare con un valore pari a 15.569 unità ovvero pari al 24,68% del dato nazionale, seguita dall’Emilia Romagna con un valore pari a 8.980 unità pari al 14,23% del dato nazionale e dal Veneto con un valore pari a 8.332 unità pari al 13,21% del valore nazionale. Complessivamente le prime tre regioni totalizzano un valore pari a 52,12% del valore complessivo del totale delle persone in isolamento. Agli ultimi tre posti si trovano Valle D’Aosta, Basilicata e Molise con un valore delle persone in isolamento domiciliare pari rispettivamente a 466 unità pari allo 0,74%, 205 unità pari a 0,32% e 147 unità pari a 0,23%.

Totale positivi. La classifica per numero dei totali positivi vede al primo posto la Lombardia con un valore pari a 28.545 unità ovvero pari al 29.96% del dato nazionale, seguita dall’Emilia Romagna con un valore pari a 13.110 unità pari al 13,76% e dal Piemonte con un valore pari a 10.989 pari a 11,51%. Le prime tre regioni totalizzano il 55,26% del valore complessivo dei totali positivi. Agli ultimi posti vi sono Valle D’Aosta con un numero pari a 606 unità pari allo 0,64% del valore nazionale, Basilicata con un ammontare pari a 270 unità equivalente allo 0,28% e il Molise con un ammontare pari a 181 unità pari allo 0,19%.

Dimessi guariti. Nella classifica del numero dei dimessi guariti la Lombardia è al primo posto vi è la Lombardia con un ammontare pari a 15.147 unità pari al 57.18%, seguita dall’Emilia Romagna con 2.890 unità pari al 10,91% e dal Piemonte con un numero paria 1.516 unità pari al 5,72%. Agli ultimi posti della classifica vi sono Calabria con un numero di 44 unità pari a 0,17%, Molise con un numero di 32 unità pari a 0,12% e Basilicata con un valore pari a 13 unità pari allo 0,05%.

Deceduti. Nella classifica dei deceduti la Lombardia è al primo posto con un numero pari a 9.722 unità pari al 55,02% del valore nazionale, seguito dall’Emilia Romagna con un ammontare pari a 2.234 unità pari al 12,64% e dal Piemonte con un valore pari a 1.378 unità pari a 7,80%. Complessivamente le prime tre regioni italiane hanno totalizzato un ammontare pari al 75,46% dei decessi nazionali. Agli ultimi posti vi sono l’Umbria con un numero di casi pari rispettivamente a 50 unità pari allo 0,28%, a 14 unità pari allo 0,08% la Basilicata e il Molise con 13 unità pari a 0,07%.

Totale Casi. Nella classifica del numero totale dei casi la Lombardia è al primo posto con un ammontare pari a 53.414 unità ovvero pari ad un valore del 38,31% seguita dall’Emilia Romagna con un ammontare pari a 18.234 unità pari al 13,08% del valore nazionale e seguita dal Piemonte con un ammontare pari a 13.883 unità pari al 9,86% del valore nazionale. Complessivamente le prime tre regioni hanno totalizzato un valore pari al 61,35% dei casi nazionali. Agli ultimi posti vi sono Valle D’Aosta con un ammontare pari a 850 unità pari ad un valore di 0,61%, la Basilicata con un ammontare pari a 297 unità pari a 0,21% e il Molise con un ammontare pari a 226 unità pari a 0,16%.

Tamponi. Nella classifica dei tamponi la Lombardia è al primo posto con un ammontare pari a 167.557 unità pari a 20.76%, seguita dal Veneto con un ammontare pari a 163.247 unità ovvero pari a 20,23% e dall’Emilia Romagna con un ammontare pari a 78.367 unità pari a 9,71%. Complessivamente le prime tre regioni totalizzano un valore pari a circa il 50,7% dei tamponi realizzati su base nazionale. Agli ultimi posti vi sono Basilicata, Valle D’Aosta e Molise con un numero di tamponi realizzati rispettivamente pari a 3.296 unità ovvero pari a 0,41% del livello nazionale, 2.953 unità pari allo 0,37% e 2.002 unità pari a 0,25.

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La situazione internazionale. La situazione internazionale è molto grave. In modo particolare il numero dei contagi a livello globale è cresciuto significativamente negli ultimi giorni fino ad arrivare a 1.499.641 di casi con un numero di decessi pari a 87.825 unità ed un numero di guariti pari a 319.212 unità. Al primo posto della classifica gli Usa hanno rimpiazzato la Cina con un numero di contagiati pari a 422.510 seguita dalla Spagna al secondo posto con 146.690 unità e dall’Italia con un valore pari a 139.422 unità. Chiudono la Top Ten UK, con un valore pari a 60.733 unità, Turchia con un valore pari a 38.226 unità e Svizzera con un ammontare pari a 23.248 unità.

Decessi. Tuttavia, l’Italia guida la classifica per i decessi con un numero di persone decedute pari a 17.669 unità seguita dalla Spagna con un numero di decessi pari a 14.673 unità e dagli USA con un numero di decessi pari a 14.473 unità. Chiudono la classifica Olanda, Belgio e Germania con un numero di decessi pari rispettivamente a 2.248, 2.240 e 2.192 unità.

Guariti. Il numero dei guariti è molto alto in Cina con un numero complessivo pari a circa 77.279 unità, seguito dalla Spagna con un numero pari 48.021 unità e dalla Germania con un numero pari a 36.081 unità. Chiudono la classifica Svizzera, Korea del Sud e Belgio con un numero di guariti pari a rispettivamente a 9.800, 6.776, 4.681.

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Andamento delle prime 10 nazioni al mondo per numero di contagi da Coronavirus. Fonte: Worldometers.

La situazione negli USA. La situazione negli Usa è molto grave. Gli Usa infatti hanno quasi il 30% dei casi mondiali. La maggior parte dei casi sono presenti a New York con un numero pari a 149.316 unità, seguito dal New Jersey con un valore pari a 47.437 unità e dal Michigan con 20.346 unità, al quarto posto vi è la California con un valore pari a 17.815 unità, seguita dalla Lousiana con un valore pari a 17.815 unità. Il numero di decessi negli Usa è pari a 6.289 unità nello stato di New York, circa 1.504 casi nello stato del New Jersey, e 959 nello stato del Michigan.

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La situazione negli USA.Fonte: Worldometers.

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[1] https://www.theglobalist.com/the-cost-of-a-human-life-statistically-speaking/

[2] https://www.amazon.it/Denaro-storia-quello-capitalismo-capito-ebook/dp/B00IEOFYZU

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Pubblicazioni precedenti

L’economia del coronavirus in Italia (1 analisi)

https://www.internationalwebpost.org/contents/L%E2%80%99economia_del_coronavirus_in_Italia_16491.html#.Xmh7QnJKiUk

L’economia del coronavirus in Italia (2 analisi)

https://www.internationalwebpost.org/contents/L%E2%80%99economia_del_coronavirus_in_Italia_(2_analisi)_16505.html#.XmnRvHJKiUk

L’economia del coronavirus in Italia (3 analisi)

https://www.internationalwebpost.org/contents/L%E2%80%99economia_del_coronavirus_in_Italia_(3_analisi)_16522.html

L’economia del coronavirus in Italia (4 analisi)

https://www.internationalwebpost.org/contents/L%E2%80%99economia_del_coronavirus_in_Italia_(4_analisi)_16538.html

L’economia del coronavirus in Italia (5 analisi)

https://www.internationalwebpost.org/contents/L%E2%80%99economia_del_coronavirus_in_Italia_(5_analisi)_16554.html

L’economia del coronavirus in Italia (6 analisi)

https://internationalwebpost.org/contents/L%E2%80%99economia_del_coronavirus_in_Italia_(6_analisi)_16573.html

L’economia del coronavirus in Italia (7 analisi)

https://www.internationalwebpost.org/contents/L%E2%80%99economia_del_coronavirus_in_Italia_(7_analisi)_16578.html

L’economia del coronavirus in Italia (8 analisi)

https://www.internationalwebpost.org/contents/L%E2%80%99economia_del_coronavirus_in_Italia_(8_analisi)_16601.html

L’economia del coronavirus in Italia (9 analisi)

https://www.internationalwebpost.org/contents/L%E2%80%99economia_del_coronavirus_in_Italia_(9_analisi)_16610.html

L’economia del coronavirus in Italia (10 analisi)

https://www.internationalwebpost.org/contents/L%E2%80%99economia_del_coronavirus_in_Italia_(10_analisi)_16632.html

L’economia del coronavirus in Italia (11 analisi)

https://www.internationalwebpost.org/contents/L%E2%80%99economia_del_coronavirus_in_Italia_(11_analisi)_16654.html

L’economia del coronavirus in Italia (12 analisi)

https://www.internationalwebpost.org/contents/L%E2%80%99economia_del_coronavirus_in_Italia_(12_analisi)_16671.html

L’economia del coronavirus in Italia (13 analisi)

https://www.internationalwebpost.org/contents/L%E2%80%99economia_del_coronavirus_in_Italia_(13_analisi)_16701.html

L’economia del coronavirus in Italia (14 analisi)

https://www.internationalwebpost.org/contents/L%E2%80%99economia_del_coronavirus_in_Italia_(14_analisi)_16717.html

L’economia del coronavirus in Italia (15 analisi)

https://www.internationalwebpost.org/contents/L%E2%80%99economia_del_coronavirus_in_Italia_(15_analisi)_16731.html

L’economia del coronavirus in Italia (16 analisi)

https://www.internationalwebpost.org/contents/L%E2%80%99economia_del_coronavirus_in_Italia_(16_analisi)_16753.html

L’economia del coronavirus in Italia (17 analisi)

https://www.internationalwebpost.org/contents/L%E2%80%99economia_del_coronavirus_in_Italia_(17_analisi)_16765.html

L’economia del coronavirus in Italia (18 analisi)

https://www.internationalwebpost.org/contents/L%E2%80%99economia_del_coronavirus_in_Italia_(18_analisi)_16787.html

L’economia del coronavirus in Italia (19 analisi)

https://www.internationalwebpost.org/contents/L%E2%80%99economia_del_coronavirus_in_Italia_(19_analisi)_16805.html

L’economia del coronavirus in Italia (20 analisi)

https://www.internationalwebpost.org/contents/L%E2%80%99economia_del_coronavirus_in_Italia_(20_analisi)_16819.html

L’economia del coronavirus in Italia (21 analisi)

https://www.internationalwebpost.org/contents/L%E2%80%99economia_del_coronavirus_in_Italia_(21%5E_analisi)_16837.html

L’economia del coronavirus in Italia (22 analisi)

https://www.internationalwebpost.org/contents/L%E2%80%99economia_del_coronavirus_in_Italia_(22%5E_analisi)_16850.html

L’economia del coronavirus in Italia (23 analisi)

https://www.internationalwebpost.org/contents/L%E2%80%99economia_del_coronavirus_in_Italia_(23%5E_analisi)_16866.html

L’economia del coronavirus in Italia (24 analisi)

https://internationalwebpost.org/contents/L%E2%80%99economia_del_coronavirus_in_Italia_(24%5E_analisi)_16903.html

L’economia del coronavirus in Italia (25 analisi)

https://internationalwebpost.org/contents/L%E2%80%99economia_del_coronavirus_in_Italia_(25%5E_analisi)_16924.html

L’economia del coronavirus in Italia (26 analisi)

https://internationalwebpost.org/contents/L%E2%80%99economia_del_coronavirus_in_Italia_(26%5E_analisi)_16935.html

L’economia del coronavirus in Italia (27 analisi)

https://www.internationalwebpost.org/contents/L%E2%80%99economia_del_coronavirus_in_Italia_(27%5E_analisi)_16954.html

Angelo Leogrande

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