L’economia del coronavirus in Italia (26^ analisi)

Il tasso di crescita dell’epidemia è al 2,79 %. Raddoppia ogni 602 ore circa

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I dati relativi alla diffusione del coronavirus sono rappresentati di seguito con una analisi di quelle che sono anche le caratteristiche economico-finanziarie del fenomeno. I numeri relativi ai casi, ai morti ed ai guariti sono certi in quanto derivano dalle rilevazioni che vengono predisposte dalla Protezione Civile. I dati relativi alla dimensione economico-finanziaria del fenomeno sono calcolati come delle stime sulla base di quello che è il valore della vita umana, ovvero lo Human Life Cost-HLC[1]. In modo particolare il valore della vita umana, anche indicato come Life Value varia in base ad un insieme di variabili, ed in senso ampio, per quanto riguarda il mondo occidentale a reddito medio-alto, è stato stimato in un range che va dai 4 milioni di dollari in Nuova Zelanda, fino ai 9 milioni di dollari in USA. Sulla base anche delle indicazioni relative all’attribuzione di valore della vita umana che sono contenute nel libro di Felix Martin intitolato “Denaro” [2], il valore della vita umana in Italia è stato approssimato a circa 5.000.000,00 di euro. Pertanto, ciascun individuo che è risultato portatore della patologia viene ad essere potenzialmente liquidato con un ammontare di 5.000.000,00 di euro. Chiaramente il valore è una misura del danno che si manifesta in caso di eventi gravi ed altamente imprevedibili, come sono appunto le crisi e le pandemie.

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Figura 1. L’economia del coronavirus dati sanitari.

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Figura 2. L’economia del coronavirus. Dati economici.

Data 06/04/2020. Il risultato è tale da manifestare che in data 06/04/2020 è stato perso un valore cumulato pari a 922,1 miliardi di euro, ovvero pari al 51,56% del PIL, equivalente ad un valore pro-capite di 15.267,63 euro. Complessivamente, il valore che è stato perduto corrisponde ad un detrimento reddito per circa 31.143.701 italiani. Il tasso di crescita del coronavirus è diminuito nelle ultime 24 ore. Esso è infatti passato dal 3,46% del 05/04/2020 al 2,79% del 06/04/2020, con una crescita da 128948 unità fino a 132.547 unità. Il numero dei morti è pari a 16.523 unità, il numero dei guariti è pari a 22.837. Il tasso di mortalità è pari al 12,47% mentre il tasso di guarigione è del 17,23%.

Predizione in data 06/04/2020. La crescita ha subito una riduzione. Ai tassi seguenti si verifica un raddoppio ogni 602 ore circa. Il tasso di crescita è notevolmente diminuito: questo significa che le misure assunte dal governo stanno producendo i risultati attesi. Il tasso di crescita dei contagi è sceso per la prima volta sotto il 3%. Chiaramente poiché la base ha superato le 130.000 unità si creano comunque un numero di casi molto ampi. In ogni caso la riduzione dei tassi di contagi è certamente un elemento positivo nell’interno del contesto dell’analisi del fenomeno sotto il punto di vista metrico. Il rischio è che il tasso ad un certo punto si fermi, ed invece di continuare a crescere, si blocchi intorno ad un valore anche basso, che però con le basi che sono indicate può significare avere un numero di casi comunque notevolmente elevato.

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La previsione a medio-lungo periodo. Occorre considerare che il tasso medio di crescita del coronavirus è diminuito sostanzialmente nel periodo tra la settimana tra il 25/02/2020, in cui il tasso era pari al 33,4%, e l’ultima settimana, tra il 30/03/2020 ed il 04/04/2020, in cui il tasso è stato pari al 4,12%. Chiaramente occorre considerare che anche se i tassi diminuiscono in realtà vengono ad essere calcolati su montanti sempre più significativi e quindi anche un aumento di una percentuale bassa su una base di centinaia di migliaia di unità dà un risultato in valore assoluto significativo.

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Dati Regionali. Di seguito vengono ad essere riportati i dati relativi alle regioni italiane. Il dato viene riportato in quanto la situazione italiana presenta una elevatissima polarizzazione e centralizzazione nell’interno della regione Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte. Pertanto, l’analisi nazionale risulta essere parziale e manca di rappresentare la complessità del fenomeno che riguarda le regioni e che in modo particolare aggrava la situazione di talune aree geografiche e di alcune popolazioni locali rispetto al dato nazionale.

Ricoverati con sintomi. Nella classifica delle regioni per numero di ricoverati con sintomi, al primo posto vi è la Lombardia con un ammontare pari a 11.914 unità, ovvero pari ad un ammontare del 41,11%, seguita dall’Emilia Romagna con un valore pari a 3.804 unità pari al 13,12%. Al terzo posto vi è il Piemonte con un valore dei ricoverati con sintomi pari a 3.484 unità pari al 12%. Le prime tre regioni pertanto totalizzano un ammontare pari al 66,23% del totale dei ricoverati con sintomi. Agli ultimi posti della classifica si posiziona la Valle d’Aosta con un numero di ricoverati con sintomi pari a 109 pari allo 0,37% del valore nazionale, seguita dalla Basilicata con un valore pari a 46 unità, ovvero pari allo 0,15%, e il Molise con un ammontare pari a 34 unità, ovvero pari ad un valore di 0,11%.

Terapia intensiva. Nella classifica delle regioni italiane per valore della terapia intensiva, la Lombardia è al primo posto con un ammontare pari a 1.343 unità ovvero pari ad un valore del 34,4%, seguita dal Piemonte con un numero di persone pari a 438 unità pari all’11,23% e dall’Emilia Romagna con un valore pari a 372 unità pari al 9,54% del dato nazionale. Le prime 3 regioni della classifica totalizzano il 55% del valore nazionale delle persone in terapia intensiva.

Totale ospedalizzati. Nella classifica per totale degli ospedalizzati al primo posto vi è la Lombardia con un numero pari a 13.257 unità pari al 40% del valore nazionale, seguita dall’Emilia Romagna con un valore pari al 4.176 unità pari al 12,70% del valore nazionale e dal Piemonte con un ammontare pari a 3.922 unità pari all’11,9% del valore nazionale. In totale le prime tre regioni totalizzano il 64,9% del valore totale degli ospedalizzati. Agli ultimi posti vi sono Valle D’Aosta con un numero di ospedalizzati pari a 130 ovvero pari allo 0,39% del dato nazionale, la Basilicata con un numero del totale degli ospedalizzati pari a 64 ovvero pari allo 0,19% del dato nazionale ed il Molise con un ammontare pari a 39 unità pari allo 0,11%.

Isolamento domiciliare. La Lombardia è al primo posto per numero delle persone in isolamento domiciliare con un valore pari a 15.212 unità ovvero pari al 25,22% del dato nazionale, seguita dall’Emilia Romagna con un valore pari a 8.875 unità pari al 14,71% del dato nazionale e dal Veneto con un valore pari a 7.686 unità pari al 12,74% del valore nazionale. Complessivamente le prime tre regioni totalizzano un valore pari a 52,67% del valore complessivo del totale delle persone in isolamento. Agli ultimi tre posti si trovano Valle D’Aosta, Basilicata e Molise con un valore delle persone in isolamento domiciliare pari rispettivamente a 437 unità pari allo 0,72%, 198 unità pari a 0,33% e 148 unità pari a 0,25%.

Totale positivi. La classifica per numero dei totali positivi vede al primo posto la Lombardia con un valore pari a 28.469 unità ovvero pari al 29,9% del dato nazionale, seguita dall’Emilia Romagna con un valore pari a 13.051 unità pari al 13,73% e dal Piemonte con un valore pari a 10.545 pari a 11,10%. Le prime tre regioni totalizzano il 54% del valore complessivo dei totali positivi.

Dimessi guariti. Nella classifica del numero dei dimessi guariti la Lombardia è al primo posto vi è la Lombardia con un ammontare pari a 13863 unità pari al 60,70%, seguita dall’Emilia Romagna con 2.397 unità pari al 10,49% e dal VFeneto con un numero paria 1.204 unità pari al 5,27%. Agli ultimi posti della classifica vi sono Calabria con un numero di 37 unità pari a 0,16%, Molise con un numero di 24 unità pari a 0,10% e Basilicata con un valore pari a 12 unità pari allo 0,05%.

Deceduti. Nella classifica dei deceduti la Lombardia è al primo posto con un numero pari a 9.202 unità pari al 55,69% del valore nazionale, seguito dall’Emilia Romagna con un ammontare pari a 2.108 unità pari al 12,75% e dal Piemonte con un valore pari a 1.251 unità pari a 7,57%. Complessivamente le prime tre regioni italiane hanno totalizzato un ammontare pari al 76% dei decessi nazionali. Agli ultimi posti vi sono l’Umbria con un numero di casi pari rispettivamente a 44 unità pari allo 0,26%, a 13 unità pari allo 0,078% sia per la Basilicata che per il Molise.

Totale Casi. Nella classifica del numero totale dei casi la Lombardia è al primo posto con un ammontare pari a 51.534 unità ovvero pari ad un valore del 38,87% seguita dall’Emilia Romagna con un ammontare pari a 17.556 unità pari al 13,24% del valore nazionale e seguita dal Piemonte con un ammontare pari a 12.924 unità pari al 9,75% del valore nazionale. Complessivamente le prime tre regioni hanno totalizzato un valore pari al 61,86% dei casi nazionali. Agli ultimi posti vi sono Valle D’Aosta con un ammontare pari a 805 unità pari ad un valore di 0,60%, la Basilicata con un ammontare pari a 287 unità pari a 0,21% e il Molise con un ammontare pari a 224 unità pari a 0,169%.

Tamponi. Nella classifica dei tamponi la Lombardia è al primo posto con un ammontare pari a 154.989 unità pari a 21,47%, seguita dal Veneto con un ammontare pari a 146.288 unità ovvero pari a 209,26% e dall’Emilia Romagna con un ammontare pari a 72,163 unità pari a 9,99%. Complessivamente le prime tre regioni totalizzano un valore pari a circa il 50% dei tamponi realizzati su base nazionale. Agli ultimi posti vi sono Basilicata, Valle D’Aosta e Molise con un numero di tamponi realizzati rispettivamente pari a 3.061 unità ovvero pari a 0,42% del livello nazionale, 2.590 unità pari allo 0,35% e 1.546 unità pari a 0,21%.

Tassi di mortalità. Nella classifica dei tassi di mortalità al primo posto vi è la Lombardia con un valore pari a 17,86%, seguito dalle Marche con un ammontare pari a 13,26% e dalla Liguria con un ammontare pari a 13,08%. Agli ultimi posti della classifica vi sono Sardegna con un ammontare pari a 5,1%, la Basilicata con un ammontare pari a 4,53% e l’Umbria con un ammontare pari a 3,51%.

Tassi di guarigione. Con riferimento ai tassi di guarigione la Lombardia è al primo posto con un valore pari a 26,90% seguita dall’Umbria con un ammontare pari a 26,90% e dal Friuli Venezia Giulia con un valore pari a 26,11%. Chiudono la classifica la Campania con un ammontare pari a 5,1%, la Calabria con un ammontare pari a 4,53% e la Basilicata con un ammontare pari a 4,18%.

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Figura 3. Dati Regionali. Fonte: Protezione Civile.

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La situazione internazionale. La situazione internazionale è molto grave. In modo particolare, il numero dei contagi a livello globale è cresciuto significativamente negli ultimi giorni fino ad arrivare a 1.321.496 di casi con un numero di decessi pari a 72.636 unità ed un numero di guariti pari a 275.068 unità. Al primo posto della classifica gli Usa hanno rimpiazzato la Cina con un numero di contagiati pari a 349.992 seguita dalla Spagna al secondo posto con 135.032 unità e dall’Italia con un valore pari a 132.547 unità. Chiudono la Top Ten UK, con un valore pari a 51.608 unità, Turchia con un valore pari a 27.069 unità e Svizzera con un ammontare pari a 21.652 unità.

Decessi. Tuttavia, l’Italia guida la classifica per i decessi con un numero di persone decedute pari a 16.523 unità seguita dalla Spagna con un numero di decessi pari a 13.169 unità e dagli USA con un numero di decessi pari a 10.327 unità. Chiudono la classifica Olanda, Germania e Belgio con un numero di decessi pari rispettivamente a 1.867, 1.632 e 1.612 unità.

Guariti. Il numero dei guariti è molto alto in Cina con un numero complessivo pari a circa 77.078 unità, seguito dalla Spagna con un numero pari 40.437 unità e dalla Germania con un numero pari a 28.700 unità. Chiudono la classifica Svizzera, Corea del Sud e Belgio con un numero di guariti pari a rispettivamente a 7.298, 6.598, 3.986.

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Figura 4. Andamento delle prime 10 nazioni al mondo per numero di contagi da Coronavirus. Fonte: Worldometers.

La situazione negli USA. La situazione negli Usa è molto grave. Gli Usa infatti hanno quasi il 30% dei casi mondiali. La maggior parte dei casi sono presenti a New York con un numero pari a 130.689 unità, seguito dal New Jersey con un valore pari a 37.505 unità e dal Michigan con 15.718 unità, al quarto posto vi è la California con un valore pari a 15.240 unità, seguita dalla Florida con un valore pari a 13.324 unità. Il numero di decessi negli Usa è pari a 4.758 unità nello stato di New York, circa 917 casi nello stato del New Jersey, e 617 nello stato del Michigan.

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Figura 5. La situazione negli USA.Fonte: Worldometers.

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[1] https://www.theglobalist.com/the-cost-of-a-human-life-statistically-speaking/

[2] https://www.amazon.it/Denaro-storia-quello-capitalismo-capito-ebook/dp/B00IEOFYZU

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Pubblicazioni precedenti

L’economia del coronavirus in Italia (1 analisi)

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Angelo Leogrande

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