L’OPINIONE

Il traversone e l’astensione

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cms_23675/2_1635734468.jpgC’è un gioco di carte comunemente chiamato "Traversone", più semplicemente, "tre sette a perdere", nella versione milanese "ciapanò", un gioco d’astuzia e di capacità mnemonica.

Mi è venuto in mente dopo i risultati delle ultime elezioni amministrative che hanno visto trionfare quasi ovunque il centrosinistra, con o senza i 5stelle.

Giustamente si è festeggiata questa vittoria, ma a fronte di una astensione altissima superiore al 50%.

cms_23675/3.jpgE’ vero che una astensione di queste proporzioni è comune, da sempre, in altri Paesi, soprattutto anglosassoni , di antica tradizione democratica, ciò nonostante, questa ci deve far interrogare, perchè è un ulteriore segnale di cui la politica, ma segnatamente la sinistra, deve tener conto e analizzarlo.

Aggiungo che non c’è solo chi non è andato a votare, ma anche chi, recandosi al seggio, ha poi votato scheda bianca o annullato il suo voto con una traccia di rabbia, di rancore che va oltre il semplice qualunquismo.

Finora gli elettori, anche nei sondaggi, avevano premiato, con il consenso i partiti populisti, sovranisti che avevano indirizzato la rabbia verso un nemico, l’immigrato, il sindacato, i partiti di sinistra, accusati di essere i responsabili di questa situazione, senza però avanzare loro proposte o soluzioni, se non demagociche, per risolverli ma, questa volta, più di altre, gli elettori hanno lanciato un messaggio di sfiducia anche nei confronti loro, e in generale verso tutta la politica.

cms_23675/4.jpgAnche quelli che sono andati alle urne, a giudicare dai commenti o nelle manifestazioni o fuori dai seggi, lo hanno fatto con una dose di forte scetticismo e di insoddisfazione, considerandolo, in fondo come il male minore. Hanno premiato la sinistra e il centrosinistra, ma no non illudiamoci, se non combatteremo le ingiustizie, le diseguaglianze, la corruzione, se non usciremo dalle nostre stanze, dai nostri riti, saremo travolti.

La democrazia è in crisi in tutto il mondo occidentale a cominciare dagli Usa, il Paese che si era incaricato di esportarla, basti pensare alle immagini dell’assalto a Capitol Hill.

cms_23675/5.jpgAnche in politica sta avvenendo qualcosa di paragonabile al cambiamento climatico, paghiamo il prezzo di un inquinamento degli ideali, il venir meno delle promesse, all’incapacità di dare risposte ai grandi e piccoli problemi che ci attanagliano, tutti intenti a praticare "la politique politicienne", come direbbero i francesi.

L’ho detto altre volte, ma voglio ripeterlo: smettiamola di pontificare, di salire in cattedra nell’aula dove non ci sono più alunni, andiamo a cercarli, a riprenderli là dove abitano con i loro problemi, come fanno e hanno fatto i bravi insegnanti nei confronti della dispersione scolastica, solo allora non si dovrà perdere per vincere.

Luciano Chiolli

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