L’ITALIA TORNA A INCANTARE I TURISTI, SOPRATTUTTO STRANIERI

Record di presenze nel periodo pasquale: vacanze all’insegna della cultura e della solidarietà

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Il Belpaese è tornato a splendere agli occhi degli stranieri durante le vacanze pasquali appena trascorse: l’arte, la buona tavola e la calorosa accoglienza dei nostri connazionali hanno stregato milioni di turisti provenienti da ogni parte del mondo. Solo nell’isola di Capri, tanto per citare un esempio, sono sbarcati ben 10mila visitatori al giorno a partire da venerdì, registrando un totale di 40mila presenze nell’intero periodo pasquale; molte compagnie marittime, per far fronte all’ingente flusso di passeggeri in arrivo, hanno persino dovuto predisporre corse aggiuntive.

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“I turisti stranieri hanno invaso tutte le nostre città d’arte. I numeri dei musei e le prenotazioni alberghiere segnano una crescita fortissima non solo nelle tradizionali grandi capitali del turismo internazionale, ma anche nei luoghi minori, a cominciare da Napoli e Palermo, che registrano veri e propri boom di presenze. Gli investimenti in cultura e turismo sono per l’Italia il più grande contributo possibile alla crescita e alla creazione di posti di lavoro” si legge in una nota del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini. Un segnale di speranza che ha entusiasmato anche Virginia Raggi, sindaco di Roma: “Il turismo è un fattore di crescita fondamentale per la nostra città. – ha scritto sulla pagina web del Comune - Negli ultimi mesi Roma ha invertito il trend ed è tornata ad aumentare la sua attrattività turistica. A confermarlo, i 14 milioni di turisti che hanno alloggiato negli alberghi nel corso del 2016, un + 6,7 % in più rispetto al 2015”.

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Mentre gli stranieri hanno optato principalmente per le città d’arte e per i piccoli borghi sconosciuti, trascorrendo una Pasqua all’insegna della cultura, mezzo milione di italiani ha scelto di favorire il turismo nelle aree colpite dal terremoto. La paura non ha fermato i nostri connazionali, che hanno voluto perdersi negli splendidi scenari dell’Italia centrale, unendosi alle popolazioni locali in un solidale abbraccio. Il loro contributo ha risollevato le sorti delle zone terremotate che, come confermato dalle parole della Coldiretti, avrebbero altrimenti subito un drastico e fatale calo delle visite: “Un segnale importante, che si è manifestato anche con dimostrazioni concrete di solidarietà da parte di clienti storici (e non) negli agriturismi e nelle altre strutture recettive e di ristorazione. La situazione resta però difficile, con presenze che sono ben al di sotto degli anni precedenti al sisma. L’arrivo di turisti stranieri è crollato nell’area del cratere sismico, ma l’impatto si è avvertito in tutte le regioni colpite, come ad esempio l’Umbria, dove le presenze dei turisti stranieri sono scese addirittura del 64% a Natale. Il settore maggiormente in difficoltà è quello dell’agriturismo, che ha registrato un crollo di oltre il 90% degli arrivi nelle aziende agricole situate nelle zone tradizionalmente vocate per vacanze, picnic e gite fuori porta”. Probabilmente, non è tanto il timore che si verifichino altre scosse a inibire gli stranieri (ricordiamo, infatti, che gran parte dello Stivale è caratterizzato da un alto rischio sismico), quanto la mancata ricostruzione di vaste aree di interesse turistico, deturpate nella loro millenaria bellezza. Crepe nei muri e macerie ancora sparse in strada spengono il fascino di monumenti dall’inestimabile valore storico e artistico che, come oasi nel deserto, si ergono nel bel mezzo di uno scenario desolato, in cui sono ancora ben visibili i segni della devastazione. Chi non ha mai vissuto in Italia non può sapere che dietro quel triste silenzio pieno di rassegnazione si cela l’accoglienza calorosa della gente, a cui quelle scosse hanno insegnato il valore della fratellanza e dell’ospitalità. La convivialità delle popolazioni e l’arte che impregna ogni singolo vicolo di quei magici borghi necessitano di una valorizzazione costante nel tempo, unita a un’opera di ricostruzione in grado di riportare le aree terremotate al loro antico splendore.

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Il trend positivo che si è innescato nella settimana appena trascorsa deve essere interpretato come un segnale di rinascita, da cui ripartire per iniziare a lavorare seriamente sull’esaltazione del nostro patrimonio storico-artistico, il più ricco del pianeta secondo l’Unesco. L’Italia conta infatti ben 51 siti patrimonio dell’umanità, conquistando il primo posto nella classifica dei Paesi con il maggior numero di beni (naturali e non) riconosciuti e protetti dall’Unesco. Insomma, siamo in possesso di un potenziale pressoché illimitato, una vera e propria “miniera d’oro” del turismo da cui attingere sapientemente. La parsimonia che caratterizza i nostri investimenti nell’ambito della cultura e della valorizzazione del territorio non rende giustizia all’immensa fortuna che abbiamo tra le mani, ma che non sappiamo maneggiare. I risultati positivi ottenuti vanno confermati anno dopo anno con la cura e la protezione delle bellezze italiane, troppo spesso trascurate. Anche i diamanti più preziosi, in fondo, hanno bisogno di essere smussati e lavorati da mani esperte per splendere di luce propria.

Federica Marocchino

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