L’ARTE TRA CURIOSITA’E MISTERI - IX
Guidarello Guidarelli di Tullio Lombardo
Tullio Lombardo, nato approssimativamente nel 1460 e morto nel 1532 è ritenuto il primo scultore a Venezia in grado di realizzare opere rinascimentali compiute. Ha lavorato in stretta collaborazione con suo padre Pietro, il fratello Antonio e il figlio Sante, tanto che i loro lavori di scultura e architettura sono indicati spesso, semplicemente come opera dei Lombardi. Opere di Tullio e famiglia sono il Monumento al Doge Pietro Mocenigo, la Chiesa di Santa Maria dei Miracoli, quella di San Giobbe e la Scuola di San Giovanni Evangelista, mentre il Monumento al Doge Andrea Vendramin, sembra sia opera solo di Tullio.
Tullio Lombardo- Doppio ritratto- Ca’ D’oro- Venezia
A Tullio sono attribuiti anche il Monumento Funebre del Cav. Marco Cornaro, nella Chiesa dei SS. Apostoli e il fregio nella Cappella Cornaro della Chiesa S. Maria Gloriosa dei Frari; oltre a Venezia, lavorò a Rovigo, a Belluno, per i Gonzaga a Mantova ed ebbe una commissione prestigiosa a Padova nella basilica di Sant’Antonio. Due sue piccole opere assai note, sono il “Doppio ritratto” della Ca’ D’Oro, ispirato ai ritratti scolpiti sulle stele funerarie romane e il “Bacco e Arianna” di Vienna, un altorilievo pienamente rinascimentale e idealizzato, soffuso di malinconia che ricorda in qualche modo la ritrattistica di Giorgione.
Tullio Lombardo - Bacco e Arianna-Kunsthistorisches Museum - Vienna
Tra le sue ultime opere si ricorda la lastra tombale di Guidarello Guidarelli (1525), oggi al Museo d’Arte della Città di Ravenna, è quest’opera su cui mi soffermerò.
La lastra tombale del cavalier Guidarello è un simbolo importante per Ravenna, in sé come manufatto non è speciale, non è il capolavoro di Tullio Lombardo, è un’armatura di marmo con le braccia incrociate, la spada sul petto e il volto è una maschera funebre, inoltre qualcuno ritiene che sia una copia ottocentesca, nonostante questo è divenuta negli anni oggetto di interesse sempre più ampio, quasi di devozione maniacale.
Tullio Lombardo- Lastra tombale di Guidarello Guidarelli- MAR - Ravenna
Guidarello nacque tra il 1450 e il 1460 a Ravenna, al tempo sotto il dominio di Venezia, da una famiglia di Firenze, il padre era un notaio. Venne nominato cavaliere molto giovane dall’Imperatore Federico III, si sposò assai presto con Benedetta del Sale, una nobile ravennate.
Guidarello combatté alternativamente per il Papa e per Venezia, per terminare la sua vita come capitano del duca Valentino, al secolo Cesare Borgia, ex cardinale, figlio del Papa Alessandro VI, che voleva imporre l’autorità pontificia in tutte le regioni della Chiesa e creare signorie per la sua famiglia iniziando con la conquista della Romagna.
Guidarello così si trasferisce a Imola, cittadina romagnola, da dove parte la conquista del Valentino per continuare poi con Forlì, Cesena, Rimini e Pesaro, città che cadranno tutte ai piedi di Cesare Borgia. Guidarello, oltre che condottiero al servizio del Valentino, si prestò al ruolo di informatore (spia) per la Serenissima.
Verso la fine del 1500, dopo aver informato i veneziani sui movimenti dell’esercito papalino in Romagna, compie una delle sue ultime azioni: alla testa di un gruppo di arcieri attacca con successo Faenza.
Leonardo- Pianta di Imola- collezioni reali- Windsor
Marzo 1501, siamo a Imola, la città ha ospiti illustri: Niccolò Macchiavelli, che è stato inviato dai fiorentini in missione diplomatica, Leonardo da Vinci, chiamato dal Valentino per i lavori di consolidamento della Rocca. Fu in questo frangente che Leonardo disegnò la mappa di Imola.
Imola è l’unica città al mondo ad avere la pianta disegnata da Leonardo da Vinci: è conservata nelle collezioni reali a Windsor ed è di proprietà della Regina Elisabetta II.
A Imola, il Valentino, per distrarre i suoi soldati organizza sfarzose feste da ballo a cui si partecipa vestiti elegantemente. Guidarello prestò ad un certo Virgilio Romano, una camicia lavorata in oro per una festa in maschera, indumento che poi il Romano non volle restituire, nacque una lite e alla fine Guidarello fu colpito a tradimento dalla spada del rivale, questa è la cronaca ufficiale, ma è possibile che Guidarello sia stato eliminato per il suo ruolo di doppiogiochista. Il Valentino che non guardava tanto per il sottile per seguire il suo fine (Machiavelli, nel “Principe” gli dedica un intero capitolo e spesso lo cita come esempio da seguire) diede ordine di trovare l’assassino e, una volta catturato, lo fece decapitare… fu per vendicare il suo capitano o per eliminare un testimone?
Xilografia del Quadrarco di Braccioforte, a sinistra la Tomaba di Dante -1900
Guidarello restò in agonia per qualche giorno, dettò il testamento e diede disposizioni per la sua sepoltura; volle essere tumulato a Ravenna all’interno della Chiesa di San Francesco.
In seguito fu traslato al “Quadrarco di Braccioforte”, accanto alla Tomba di Dante, nell’Ottocento venne poi collocato all’Accademia di Belle Arti, durante la seconda Guerra Mondiale fu nascosto in una villa in campagna, finché venne collocato definitivamente al Museo d’Arte della città di Ravenna.
La notizia della sua morte in uno scritto dell’epoca: “Miser Guidarello da Ravenna, soldato dignissimo del duca, abiando imprestato una sua camisa a la spagnola, de lavori d’oro, a Virgilio Romano a Imola, per farsi mascara, e non je la volendo rendere e cruzatosi con lui, el ditto Virgilio lo amazollo; el Duca li fé tajare la testa”. E così per una festa, per una camicia, il nostro condottiero e anche spia, perse la vita e acquistò la fama. Dapprima si trattò di scritti locali, poi intervennero storici illustri e famosi poeti, come Lord Byron, Gabriele D’annunzio, Anatole France ed altri.
A questo interesse crescente, musei da tutto il mondo ne chiesero una copia. Nel 1935, il Guidarello venne inviato a Parigi per una Mostra, al ritorno la lastra del condottiero era tutta imbrattata, col chiaro tentativo di farne una copia, ciò portò alla decisione di non prestare mai più l’opera d’arte all’estero.
La giustificazione dell’allora direttore dell’Accademia di Belle arti di Ravenna fu quella di dover ripulire la lastra dalle tracce di rossetto lasciate dalle turiste, che lo avrebbero baciato appassionatamente. I giornalisti colorirono le parole del direttore, iniziando così la leggenda secondo la quale le donne che baciavano il Guidarello si sarebbero sposate entro l’anno, mentre le donne già sposate avrebbero partorito un figlio bello come il condottiero. Gabriele D’Annunzio in onore del cavaliere scrive una poesia… Ravenna, Guidarello Guidarelli/dorme supino con le man conserte/su la spada sua grande.
Negli anni Cinquanta e Sessanta, una serie di articoli assai romantici usciti su riviste come “Oggi”, “Epoca”, “Confidenze” e altri, portò la lastra agli apici della fama, ci fu un vero boom di baci e di rossetto a tal punto che fu posta una copia al posto dell’originale.
La ragazza di latta - Sydne Rome bacia il Guidarello
Nel 1970 Sydne Rome protagonista del film di Marcello Aliprandi, “La ragazza di latta” in una scena bacia il Guidarello, da allora la fama è sempre aumentata, oltre al bacio, al cavaliere vengono spedite lettere d’amore da ogni dove, a volte con denaro per acquistare mazzi di rose rosse da deporre sulla lastra. Nel 1971 è stato istituito un premio giornalistico oggi assai noto: “Il Guidarello”. Poi piano, piano la sua fama è diminuita forse perché da anni è vietatissimo baciare il Guidarello, appena ci si avvicina suona l’allarme, però dal 2014 il Guidarello torna alla ribalta, e come è idoneo ai giorni nostri, torna con uno scandalo, è stato girato un video, in cui un’attrice nuda stava a cavalcioni del volto della statua, una riproposizione hard e di cattivo gusto del bacio, il Museo ne ha poi bloccato la proiezione. Nel 2017, Ravenna organizza il “Baciarello”, una Festa del bacio e dell’amore romantico ispirato alla statua del Guidarello, che doveva tenersi ogni anno il 13 febbraio, giorno notoriamente dedicato all’amore, purtroppo il Covid ha bloccato l’iniziativa.
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