Istat: aumentano reddito e consumi delle famiglie

Manovra, al via fase taglia-tasse - Ex Ilva, sì a proroga per l’altoforno - Alitalia, De Micheli: "Rispettare tempi del decreto"

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Istat: aumentano reddito e consumi delle famiglie

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Nel terzo trimestre il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi sono cresciuti dello 0,4%. Di conseguenza, la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è diminuita di 0,1 punti percentuali scendendo all’8,9%. Lo comunica l’Istat.

DEFICIT/PIL - Nel terzo trimestre 2019, comunica l’Istat, l’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil è stato pari all’1,8%, invariato rispetto allo stesso trimestre del 2018. Il saldo primario delle Amministrazioni pubbliche (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato positivo, con un’incidenza sul Pil dell’1,6% (era 1,9% nel terzo trimestre del 2018).

PRESSIONE FISCALE - Nel terzo trimestre la pressione fiscale si è ridotta di 0,1 punti percentuali passando dal 40,4% del Pil nel terzo trimestre 2018 al 40,3% nel terzo trimestre del 2019.

INFLAZIONE - Secondo le stime preliminari, a dicembre, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,2% su base mensile e dello 0,5% su base annua (da +0,2% del mese precedente). A dicembre i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, il cosiddetto ’carrello della spesa’, aumentano dello 0,8% su base annua (da +0,5%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto dell’1,1% (da +0,4% del mese precedente), registrando in entrambi i casi una crescita più sostenuta di quella riferita all’intero paniere.

LE REAZIONI - In merito ai dati relativi ai consumi e ai redditi del terzo trimestre, Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, commenta: "Bene. Anche se la salvaguardia del potere d’acquisto dipende dal raffreddamento dei prezzi, si tratta di un’ottima notizia, che si accompagna a quella positiva di un rialzo del reddito disponibile delle famiglie". "Purtroppo, per quanto riguarda invece la spesa delle famiglie per i consumi finali, siamo ancora al palo, fermi al +1,1% su base annua già registrato nel primo trimestre e nel secondo trimestre, in calo rispetto al 2018, quando ad esempio nel terzo trimestre il rialzo era stato dell’1,8%", conclude Dona.

Per il Codacons i dati Istat rappresentano "solo una illusione ottica e non corrispondono in alcun modo ad un reale arricchimento delle famiglie". "Reddito e potere d’acquisto degli italiani crescono solo sulla carta e solo grazie ai prezzi al dettaglio bloccati, con l’inflazione che da mesi appare ferma. I consumi invece crescono appena del +0,4% rispetto al trimestre precedente, un dato decisamente deludente. La situazione del potere d’acquisto delle famiglie potrebbe però subire modifiche nei prossimi mesi, a causa del caro-benzina che rischia di determinare una ondata di rincari dei prezzi al dettaglio in tutti i settori", rincara il presidente dell’associazione Carlo Rienzi. "La strada per recuperare il gap con il passato - continua - è ancora molto lunga. Basti pensare che tra il 2008 e il 2018, la capacità di spesa dei consumatori ha subito una drastica riduzione, accentuata nel periodo della crisi economica, e il saldo ad oggi risulta ancora negativo, con una perdita complessiva del potere d’acquisto delle famiglie del -6,6% in 10 anni", conclude Rienzi.

Manovra, al via fase taglia-tasse

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Archiviato il via libera alla manovra, parte ora la fase 2 della Legge di Bilancio con la stesura dei decreti attuativi per il taglio delle tasse in busta paga da luglio.

Sul fronte del cuneo dovrebbe partire entro gennaio al Mef il tavolo di confronto con le parti interessate con l’obiettivo di predisporre il provvedimento a stretto giro di posta già per febbraio. Per l’avvio dei lavori si attendono le ultime stime della Ragioneria dello Stato. Con una dotazione di circa 3 miliardi di euro per il 2020 e 5 miliardi dal 2021, la misura amplia la platea dei beneficiari del bonus da 80 euro dai lavoratori con reddito fino 26mila euro a quelli fino a 35mila euro. L’impatto medio annuo stimato è oltre 500 euro in più nel 2020 (ma copre sei mesi luglio-dicembre appunto) e di poco più di mille euro nel 2021. Ma si tratta appunto di una media generica, visto che l’operazione si profila tecnicamente un po’ più complessa.

Secondo le opzioni tecniche al momento allo studio, per i lavoratori nella fascia di reddito tra 26mila e 35mila euro si introdurrà una detrazione da 80 euro; per i beneficiari del bonus Renzi con un reddito tra i 26mila e i 15mila euro ’gli 80 euro’ verrebbero convertiti in detrazione fiscale con un vantaggio di circa 20 euro; per quelli con reddito tra 15mila e 8.200 dovrebbe restare il bonus. Fuori dall’operazione per i redditi più bassi per i quali c’è il reddito di cittadinanza.

Ma il lavoro per l’attuazione concreta degli interventi della manovra non si esaurisce: a occhio e croce per dare corso a interventi come la plastic tax e la sugar tax, che entreranno in vigore rispettivamente a luglio e ottobre, e considerando gli altri decreti attuativi, i decreti ministeriali e i provvedimenti delle agenzie fiscali per dare seguito al Bilancio, si attendono oltre un centinaio di misure attuative da qui ai prossimi mesi.

Ma al Tesoro si ragiona anche alle strade per una possibile rimodulazione dell’Iva a vantaggio dei prodotti di maggiore consumo, il cosiddetto carrello della spesa, per alleggerire la scure delle clausole di salvaguardia pronte a scattare ogni anno in caso di mancato raggiungimento dei target di Bilancio. Contestualmente si potrebbero anche sforbiciare le oltre 600 tax expenditures, operazione ad alta impopolarità, accarezzata da diversi governi nel recente passato e alla fine sempre riposta in soffitta.

Ex Ilva, sì a proroga per l’altoforno

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Il tribunale del Riesame di Taranto accoglie l’appello e per l’effetto "annulla l’ordinanza del giudice monocratico in sede del 10 dicembre 2019 ed il provvedimento connesso del 12 dicembre 2019 concedendo all’appellante la facoltà d’uso dell’altoforno due". Lo stabiliscono, a quanto si apprende, i giudici del Riesame di Taranto accogliendo il ricorso dei commissari dell’Ilva in As. Un accoglimento soggetto però a condizioni.

La proroga infatti è subordinata all’adempimento delle residue prescrizione in tutto in parte non attuate in particolare assegnando i seguenti termini: "A decorrere dalla data di deposito della presente ordinanza 6 settimane per l’adozione dei cosiddetti dispositivi attivi a decorrere dalla data del 19 novembre 2019; 9 mesi per l’attivazione del caricatore automatico della massa appare nella Mat; 10 mesi per l’attivazione del campionatore automatico della ghisa; 14 mesi per l’attivazione del caricatore delle aste della Maf e sostituzione della Maf", conclude.

Alitalia, De Micheli: "Rispettare tempi del decreto"

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"Sono assolutamente convinta che si debbano rispettare i tempi previsti dal decreto, gli interventi dovranno rispettare quella tempistica e quella copertura finanziaria". Così la ministra delle Infrastrutture e Trasporti Paola De Micheli in audizione alla Camera davanti alla commissione Trasporti sul decreto Alitalia.

"Il governo - sottolinea - ha come prima preoccupazione il mantenimento dei livelli occupazionali". A una domanda su una partecipazione di Fs, "il ruolo di Ferrovie verrà valutato da Fs sulla base del nuovo piano", risponde De Micheli. "Queste cose si potranno comprendere quando si realizzeranno le linee guida del piano del commissario".

"E’ mia intenzione - spiega poi - attivare al ministero un tavolo tecnico sulle tematiche del trasporto aereo per individuare modelli sostenibili sotto il profilo sociale, economico e di sviluppo infrastrutturale". "Un lavoro che precederà il Piano nazionale Aeroporti che partirà nel mese di marzo", aggiunge. Il Mit è inoltre al lavoro con l’Enav per diminuire le tariffe per i servizi di rotta e terminale delle compagnie aeree.

LUFTHANSA: MEGLIO UNA PARTNERSHIP - "Proponiamo di iniziare con una partnership commerciale, meglio una forte partnership commerciale che un investimento una tantum". Così il rappresentante di Lufthansa Joerg Eberhart in audizione davanti alla commissione Trasporti alla Camera su Alitalia. "Con Fs e Atlantia abbiamo condotto incontri positivi e svolto un intenso lavoro ma non abbiamo trovato un piano comune che consenta di proporre un investimento. Per questo proponiamo una partnership commerciale che avrebbe più vantaggi rispetto a un investimento una tantum" spiega il rappresentante, evidenziando che "Alitalia e Lufthansa insieme avrebbero una buona opportunità di creare il sistema d’aviazione più forte in Europa in maniera paritaria e in grado di competere a livello mondiale".

Eberhart premette che "nonostante qualche speculazione giornalistica siamo ben lontani dal voler dare consigli al governo italiano, ai commissari e al management su come gestire l’azione dei prossimi mesi", osservando che "le culture delle due aziende e dei due paesi sono complementari" in una partnership "paritaria" per Alitalia. Partnership dalla quale, "secondo le nostre stime", dice il rappresentante di Lufthansa, Alitalia otterrebbe "100 milioni di risultato annuale in più".

"Un risanamento profondo è inevitabile - sottolinea - Riteniamo sia giusto iniziare subito con un risanamento ampio a 360 gradi, pluriennale, non di 6 mesi o 18 mesi". Un risanamento di ampio respiro che dovrebbe prevedere "in sostanza abbassamento costi con accordi e contratti nei mercati" e un aumento "dell’utilizzo sia del personale che delle macchine, prima delle macchine e con quello viene dopo un utilizzo maggiore del personale". "In caso di ulteriori perdite" e solo "se tutte le altre misure non funzionano", bisognerà "anche infine pensare un ridimensionamento", ma "una riduzione della flotta e del personale navigante è un’ultima ratio".

Redazione

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