Inflazione: dati positivi per il 2018

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I dati Istat rivelano una tendenza al rallentamento dell’inflazione e della crescita dei prezzi degli alimentari non lavorati, dei beni energetici non regolamentati e dei servizi relativi ai trasporti. Secondo i dati provvisori diffusi dall’Istat, i prezzi salgono dello 0,2% su base mensile e su base annua dello 0,8% rispetto allo 0,9% del mese di dicembre.

cms_8353/2p.jpgMa cerchiamo di capire cos’è l’inflazione: essa indica il fenomeno dell’aumento dei prezzi nel tempo. Per misurare l’aumento si utilizza il tasso di inflazione, che è il risultato di una formula matematica che confronta i prezzi di uno stesso bene in due diversi anni dando un risultato percentuale della variazione di prezzo. In economia, l’inflazione è l’incremento medio generale dei prezzi in un determinato periodo. Per il calcolo vengono presi in considerazione un insieme di prodotti e servizi, detto “paniere”, su cui si calcola la variazione media del prezzo. È negativa quando raggiunge livelli elevati perché la moneta si svaluta (perde di valore) e chi ha un reddito/stipendio fisso si impoverisce perché i prodotti che può comprare sono sempre meno.

Aumenti continui ed elevati di inflazione possono determinare una pericolosa spirale inflazionistica. I prezzi crescono, i lavoratori richiedono uno stipendio più alto per poter acquistare prodotti più cari, i salari maggiori sono un maggior costo per l’impresa che aumenta ancora di più i prezzi del prodotto da vendere per poter ancora guadagnare e via così, in una corsa senza fine. Quindi l’inflazione è un fenomeno che va tenuto sotto controllo. Attualmente, essa non è un problema perché l’economia non cresce e perché l’importazione di beni da altri Paesi emergenti (a prezzi più bassi) mantiene la competitività sui prezzi impedendo aumenti eccessivi.

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Nel paniere utilizzato nel 2018 per il calcolo degli indici NIC (per l’intera collettività nazionale) e FOI (per le famiglie di operai e impiegati) figurano 1.489 prodotti elementari (1.481 nel 2017), raggruppati in 920 prodotti, a loro volta raccolti in 404 aggregati.

Per il calcolo dell’indice IPCA (armonizzato a livello europeo) viene impiegato un paniere di 1.506 prodotti elementari (1.498 nel 2017), raggruppati in 923 prodotti e 408 aggregati. Dal sito dell’Istat si evince: “L’aggiornamento del paniere tiene conto delle novità emerse nelle abitudini di spesa delle famiglie, dell’evoluzione di norme e classificazioni e, in alcuni casi, arricchisce la gamma dei prodotti che rappresentano consumi consolidati. Nel 2018 entrano nel paniere cinque nuovi prodotti: l’Avocado, il Mango, i Vini liquorosi, la Lavasciuga e il Robot aspirapolvere. Escono dal paniere la Telefonia pubblica, il Canone Rai e il Lettore Mp4. Nel complesso, le quotazioni di prezzo utilizzate ogni mese per stimare l’inflazione passano da 706.500 a oltre 4.500.000 e provengono da una pluralità di fonti: 461.000 raccolte sul territorio dagli Uffici comunali di statistica e 153.000 direttamente dall’Istat; 3.840.000 tramite scanner data; 63.700 provengono dalla base dati dei prezzi dei carburanti del Ministero dello Sviluppo economico”.

Ester Lucchese

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