Il potere creativo della parola

Seconda parte

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Nel precedente articolo abbiamo visto come le parole che utilizziamo quotidianamente sono un ottimo strumento di auto conoscenza. Affermare “mi manchi” non è un messaggio d’amore, è un messaggio di bisogno, di insicurezza affettiva, di immaturità emotiva. Affermare “non ce la farò mai” segnala una carenza di autostima, laddove l’obiettivo che si vorrebbe raggiungere non è qualcosa di impossibile. Chi sostiene che gli arabi andrebbero tutti cacciati, in realtà manifesta paura, una grande insicurezza interiore, una chiusura mentale e un’incapacità di relazionarsi con chi è diverso da noi. Solo chi è guidato dalla pancia anziché da una sana razionalità, commette simili errori. Generalizzare è tipico del Sé istintivo che agisce e si esprime sulla base delle proprie emozioni, generalizzando, come fa il bambino che, dopo essere stato morso da un cane, afferma che i cani sono tutti cattivi.

Se ascoltassimo le nostre parole sapremmo molto di noi e capiremmo dove intervenire nel caso volessimo migliorare la nostra vita. Ma la parola ha un valore ben più importante. In tutte le religioni, anche se in forme e modalità diverse, viene attribuita alla parola e al suono il potere creativo. Come evidenzia il musicologo Marius Schneider nel libro ‘La musica primitiva’, “tutte le volte che la genesi del mondo è descritta con sufficiente precisione, un elemento acustico interviene nel momento decisivo dell’azione.

Nei primi versetti del vangelo di Giovanni si legge “In principio era il Verbo, ….. e il Verbo era Dio. Si sono date più interpretazioni a queste parole, ma gli stessi concetti si trovano in tutte le culture. L’induismo ha forse una delle raccolte più vaste di scritti sulla genesi del mondo e basta cercare sui tanti siti internet che ne parlano per trovare che anche in quella religione, prima di arrivare alla forma si è passati dal suono (shabda), che nella forma manifesta diventa mantra. Come in molti sanno, l’OM, il mantra più conosciuto, è il primo grande mantra che è alla base di tutti gli universi.

Solo per citare alcuni esempi, i Sufi sostengono che tutto è nato da Zàt, sotto forma di vibrazioni. Nell’antico Egitto la creazione del mondo era attribuita alla risata di Thoth. Anche gli amerindiani sostenevano che il mondo fu creato con un canto. Gli antichi druidi parlavano della vibrazione primordiale creatrice dell’Universo.

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Pitagora sosteneva che la geometria delle forme è musica solidificata. In molte culture esistono parole magiche, o parole di potere. Gli sciamani amazzonici, ma anche di altre regioni, usavano il soffio ed il suono per materializzare l’energia. Oggi anche la scienza studia questi fenomeni con la cimatica, che mette in relazione la vibrazione del suono con la materia.

Ogni parola che pronunciamo ha un potere immenso. Senza rendercene conto mettiamo in connessione la frequenza dell’energia del pensiero con la frequenza dell’energia della materia attraverso onde sonore. Tanto più quelle onde sono cariche di energia (emozione del Sé istintivo), tanto più il suono è potente nell’agire sulla materia fisica. È una questione di assonanza, come un diapason che vibra ad una certa frequenza agisce su un altro diapason che gli sta vicino, allo stesso modo producendo un suono in modo consapevole è possibile rendere sé stessi e l’ambiente che ci circonda assonanti con quella vibrazione. Questa è la legge che governa i mantra, le formule magiche e tutte le parole di potere.

È importante per il nostro benessere psico fisico divenire consapevoli del nostro parlare. Il nostro parlare crea, quindi impariamo a pronunciare solo parole che costruiscono il bene per noi e per gli altri ed evitiamo di pronunciare parole che possono arrecare danno a noi e agli altri. Non ricordo che disse: “Prima di parlare domandati se ciò che dirai corrisponde a verità, se non provoca male a qualcuno, se è utile, ed infine se vale la pena turbare il silenzio per ciò che vuoi dire”.

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Tornando al post che pubblicai la scorsa settimana su Facebook riguardo alla frase “mi manchi”, ecco alcuni esempi di frasi proposte dai mei lettori che comunicano amore senza però manifestare il bisogno insito nelle parole “mi manchi”: “E’ stato bello vederti”, “Migliori il mio tempo”, “Quando ci sei, la tua presenza moltiplica la mia gioia”, “Averti accanto accresce il mio benessere”, “Rendi la mia vita ancora più bella”, “Mi piace condividere con te il mio benessere”, “Quando sono con te il mio star bene si amplifica”, “Sei un dono meraviglioso che la Vita mi ha portato, capace di rendermi una persona migliore”, o anche più semplicemente: “Mi piace stare con te”.

Basta un poco di consapevolezza per comunicare amore e contemporaneamente forza, benessere e sicurezza interiore, anziché amore insieme a debolezza, vuoto e bisogno. Pensiamo a tutte le frasi che diciamo quotidianamente, pensiamo a quanto diciamo di noi e a quanto possiamo incidere sul nostro stato emozionale interiore.

Basta poco, basta un minimo di consapevolezza, ma la parola giusta, col tempo, può cambiare radicalmente in meglio la nostra vita.

Antonio Origgi

Tags: Antonio Origgi, Facebook, parola, Sé istintivo, benessere, coscienza, corsi, cambiamento, emozionale, consapevolezza, energia, onde sonore, creazione

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