Il Solstizio d’Inverno e il Natale

Alla scoperta del significato del Solstizio e delle origini del Natale.

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Nel Cronografo di Furio Dionisio Filocalo, è riportato un frammento di calendario liturgico cristiano, risalente probabilmente al 326 d.C., nel quale, alla data del VIII Kalendas Ianuarias coincidente col 25 dicembre, si legge: “Natus est Christus in Betleem Judaeae”, affermazione singolare, non essendo riportata nei Vangeli alcuna data riferita alla nascita di Gesù. Quello di Luca allude addirittura a un periodo diverso: “C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge”. In Palestina la pastorizia veniva esercitata tra la primavera e l’autunno, come testimonia anche la Pasqua ebraica, celebrata la notte del plenilunio successiva all’equinozio di primavera. In realtà il 25 dicembre è una data simbolica che si collega al solstizio d’inverno e alla festa del Sol Invictus, divinità solare di Emesa, introdotta, intorno al 270, dall’imperatore Aureliano che aveva fatto costruire in suo onore un tempio nel Campus Agrippae, l’attuale piazza romana di San Silvestro. Nella teologia neoplatonica, che avrebbe ispirato l’effimera restaurazione pagana dell’imperatore Giuliano nel IV secolo, il Sole era una delle ipostasi del Dio unico, il mediatore tra colui che presiede alle essenze intellegibili e il disco luminoso del mondo sensibile che dirige il corso alternato delle stagioni. Il Natale del Sole Invitto era stato fissato dall’imperatore Aureliano al 25 dicembre, qualche giorno dopo dunque l’evento solstiziale che segnava la percettibile salita del sole sull’orizzonte. La Chiesa volle probabilmente far coincidere il Natale cristiano con questa data poiché tale evento era festeggiato sontuosamente nell’antica Roma, richiamando tantissima gente. Fu Costantino, nel 330, a stabilirlo e papa Giulio I ad ufficializzarlo nel 337 d.C. Ma l’omologazione di tutte le chiese dell’Impero, ad eccezione di quelle copta ed ortodossa, fu conseguita solo quando, con l’Editto di Tessalonica del 380 d.C., l’imperatore Teodosio I impose il Cristianesimo quale religione di Stato, bandendo il culto del Sol Invictus. La data del 25 dicembre è stata assunta come momento di nascita di molte antiche divinità per il suo valore simbolico, connesso al moto solare che, dopo il momento solstiziale, riprende la sua ascesa, iniziando dunque un nuovo ciclo.

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Nel Natale confluiscono immagini e tradizioni proprie dell’era precristiana, quali l’abete, considerato nell’antico Egitto albero nativo legato al dio Biblos, prototipo di Osiride. In Grecia l’abete bianco o elàte era sacro alla dea Artemide, volto della Luna, protettrice delle nascite, mentre per le popolazioni dell’Asia settentrionale è l’albero cosmico che si erge al centro del mondo. Nel calendario celtico era consacrato alla nascita del Fanciullo divino che seguiva il solstizio d’inverno, salutato con un ramo di vischio, simbolo benaugurante di rigenerazione e immortalità, raccolto, con grande devozione, dall’albero di rovere il sesto giorno della luna. Nella loro tradizione precristiana, il solstizio d’inverno assumeva il nome di Yule.

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Nel linguaggio alchemico si esce dalla "nigredo", la fase dell’opera al nero, simboleggiata dal corvo, per addentrarsi nella luce che si rinnova e cresce. Per l’esoterismo, i solstizi sono porte che si aprono su un’altra dimensione, da cui entrano uomini ed escono Dei. “Due porte metton ad esso: ad Aquilon si volge l’una e schiudesi all’uom; l’altra che Noto guarda, ha più del divino ed un mortale per lei non varca”. (Odissea, XIII, 133, 137). Quella del Solstizio d’Inverno è la porta che si apre all’uomo per ammetterlo ai Misteri. Chi varca a Yule tale soglia, guardata dal Giovanni Evangelista, uscirà vittorioso nel giorno del Giovanni Battista, il Solstizio d’Estate. "Se voi avete operato bene, vedrete una nerezza nella parte superiore, che è segno di putrefazione, la quale dura quaranta o quarantadue giorni. Sappiate che la fine non è altro che il principio e che la morte è causa della vita, e il principio è causa della fine. Occorre operare fino a che vediate nero, vediate bianco, vediate rosso. Ecco tutto. Giacché questa morte è vita eterna dopo la morte gloriosa e perfetta" (Turba Philosophorum a parola di Acsufobo). Conseguenza esoterica del Samhain, celebrato tra il 31 ottobre e Ognissanti, è un momento assai significativo del percorso di rinascita. L’iniziato, colui cioè che ha piantato in sé il seme del risveglio, lo vedrà ora imputridirsi affinché, dopo quarantadue giorni, ossia ad Imbolc (la Candelora), germogli, originando il nuovo. È adesso infatti che i tegumenti nel cuore della terra marciscono per rinascere arbusti in primavera e moltiplicarsi quando il sole sarà più caldo, tra la fine di aprile e l’inizio di maggio, segnato dalla celebrazione di Beltane. "Ogni semenza fa un frutto simile a quello di cui è semenza. S’imputridisce e mette fuori un germoglio bianco...esso cresce tanto da dar luogo a un Albero e da quest’Albero viene un’altra semenza che può moltiplicarsi all’infinito" (Turba Philosophorum a parola di Sirio). La ruota dell’Anno - cosiddetto magico - celebra una profonda simbiosi tra essere umano e Natura, serbando, nella sua simbologia, un sapere antico, vissuto nel mito prima e nella tradizione poi. Indagarla permette il recupero di un patrimonio culturale antropologico prezioso, nel quale si è riflessa per secoli l’Ars Regia. Nel Rosarium è scritto che l’Arte perfeziona ciò che la natura ha creato di perfettibile: "Tutte le cose hanno un principio e una natura che da sé, senza soccorso d’altro, sa moltiplicarsi all’infinito, senza di che tutto si perderebbe e si corromperebbe" (Aristeo). Il neofita si confronta con l’Ouroboros, emblema di una spiritualità istintiva, inconscia, che, se non elevata, mirerebbe unicamente a replicare sé stessa in un circolo chiuso. Affinché la Pietra filosofale, obiettivo del percorso rappresentato dalla Ruota dell’Anno, possa essere forgiata, è necessario che il materiale iniziale sia permeato da elementi divini, senza i quali l’essere umano sarebbe condannato, come l’Ouroboros, all’eterna stasi. “Ogni semenza fa un frutto simile a quello di cui è semenza”. L’uomo non potrebbe produrre che uomo, se al Samhain, la sua prima Iniziazione, non fosse disceso nel di lui spirito, l’oro mercuriale, la scintilla portata dal messaggero degli Dei. Ci spiega il Rosarium: “La nostra Pietra Filosofale è una via di mezzo fra i corpi perfetti e imperfetti. Ciò che è perfetto non può essere alterato, bensì solo distrutto. Ma ciò che è imperfetto si presta bene ad essere alterato, onde ciò che è distruzione per l’uno è generazione per l’altro”. “Sappiate che il nostro primo Spirito si altera, il secondo si mescola, il terzo arde” (Iximindro). Il Serpente si altera, la scintilla divina si mescola e il fuoco filosofico, ossia la volontà dell’artista - colui che produce con gli strumenti dell’Arte - arde. L’unione tra Serpente e Aquila, istinto e spirito, è rappresentata dai Filosofi quale unione tra Acqua e Fuoco.

cms_5186/4.jpgMettete l’Uomo rosso insieme alla Femmina bianca in una casa rotonda circondata da un calore lento e continuo, lasciatelo là sinché tutto sia convertito in Acqua, non volgare, ma filosofica, ben presto vedrete una negrezza nella parte superiore, che è un segno di putrefazione, la quale dura quaranta o quarantadue giorni. Lasciateli là tutti e due a lungo, finché non vi sia più nerezza e alla fine fate come al principio”. Per interpretare tale iscrizione occorre partire dalla negrezza nella parte superiore, che indica il sole sceso nel punto più basso del suo percorso: Yule appunto. Se al Samhain, sole e luna si accostano, a Yule si fondono per realizzare l’opera al nero, finché quaranta o quarantadue giorni dopo, ad Imbolc, comparirà il bianco, ossia una nuova materia prima, loro figlia, contenente elementi spirituali superiori da cui partire per la fase successiva. “L’Opera nostra fin dal principio si ha da lavorare con due Nature che sono di una medesima sostanza” (Pitagora). Yule celebra dunque la fusione degli opposti per creare la sostanza mescolata, alla quale il serpente cede il suo dominio per risorgere nell’unione di una nuova luce. Come il seme si priva del tegumento, l’Iniziato si spoglierà delle false convinzioni indotte dal mondo materiale per rinascere a nuova consapevolezza. Astrologicamente siamo al passaggio tra Capricorno e Acquario. Dal predominio della razionalità che impedisce l’espressione della sensibilità andiamo verso la trascendenza e la fluidità, un’acqua sempre più pura, filosofica e dunque bianca.

Silvia Girotti

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