I vantaggi del lockdown
Calano del -17% le emissioni di anidride carbonica

Sono trascorse ormai innumerevoli settimane dall’inizio del lockdown obbligato, predisposto per far fronte alla pandemia da Covid-19. Solo da poco, la vita sembra essere tornata ai suoi naturali ritmi, seppur ancora vincolata dalle dure restrizioni imposte. Ogni singolo individuo nel mondo ha dovuto compiere tanti sacrifici personali, tutti volti ad una estenuante lotta contro un potente nemico comune. Ad oggi, però, sembra che ogni sforzo sia stato in parte ripagato: il pianeta risulta aver tratto puramente benefici da questo stop forzato, godendo di un’aria meno inquinata, data da una notevole riduzione dell’anidride carbonica emessa. Secondo una ricerca a cura di un team di studiosi provenienti da Gran Bretagna, Stati Uniti, Francia, Norvegia, Olanda e Germania, guidata da Corinne Le Quéré e pubblicata dalla rivista Nature Climate Change, le emissioni di anidride carbonica si sono ridotte del ben 17% rispetto ai livelli medi registrati durante lo stesso periodo nel 2019. Un fastidioso problema concernente la valutazione dei quantitativi di CO2 emessa su breve periodo è però dato dall’assenza di adeguati strumenti di misurazione in tempo reale. Sebbene sia possibile effettuare buone valutazioni per quanto riguarda altri gas inquinanti come i composti di azoto o del particolato, quando si parla di anidride carbonica la situazione si complica: non esistono ancora strumenti tali in grado di effettuare misure in tempo reale indipendentemente dalle variazioni climatiche e stagionali. È quindi difficile riuscire a effettuare valutazioni totalmente accurate su breve periodo.
Tuttavia, il team di ricerca guidato da Corinne Le Quéré è stato in grado di arginare la problematica ed effettuare una serie di indagini, i cui risultati appaiono estremamente interessanti: tutti i settori hanno mostrato un calo netto della domanda energetica, a parte nel residenziale privato, che è aumentato di circa il 2,8%. La produzione energetica globale è calata nel complesso del 7%: un buon risultato, considerato l’apporto del 44% del settore energetico alle emissioni globali. L’impatto più importante è stato dato però dal settore dei trasporti di superficie, la cui attività è diminuita del 36%, permettendo una larga riduzione di CO2. La Quéré sostiene che a seconda della rapidità con cui si ritornerà ai livelli produttivi pre-Covid-19, il 2020 potrebbe chiudersi con un calo delle emissioni tra il 4,2% e il 5,3%.
Tuttavia, tale calo sarà probabilmente solo di natura temporanea: questi cambiamenti, infatti, non sono certamente dovuti a stabili mutamenti strutturali nella società, nei trasporti e nella produzione energetica, bensì ad una condizione di costrizione, che non potrà protrarsi nel tempo, pena il crollo dell’economia globale.
Lascia un commento
NB: I commenti vengono approvati dalla redazione e in seguito pubblicati sul giornale, la tua email non verrà pubblicata.