I SERVIZI CLOUD PER L’ENTREPRENEURIAL BUSINESS IN EUROPA

Sono aumentati del 139% tra il 2016 ed il 2021 per i paesi DESI

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Il DESI index calcola il valore dei servizi in cloud utilizzati dalle imprese europee. In modo particolare, i servizi cloud sono indicati come di seguito: hosting di database per le imprese, applicazioni software di contabilità, software CRM, e utilizzo del cloud per la potenza di calcolo. I dati sono disponibili per il periodo tra il 2016 ed il 2021. Tra i paesi del DESI non è compreso il Regno Unito.

Ranking dei paesi DESI per valore dell’utilizzo del cloud nel 2021. La Finlandia è al primo posto per valore dell’utilizzo dei servizi in cloud con un ammontare pari a 16,56, seguita dalla Svezia con un ammontare di 15,77 e dalla Danimarca con un ammontare di 15,10 unità. A metà classifica vi sono il Lussemburgo con un ammontare pari a 6,16 unità, Cipro con un valore pari a 5,97 unità e la Spagna con un valore pari a 5,74. Chiudono la classifica la Romania con un ammontare di 3,54%, la Grecia con un valore di 3,02% e la Bulgaria con un ammontare di 2,02%.

Ranking dei paesi per variazione percentuale dell’utilizzo del cloud nel periodo tra il 2016 ed il 2021. L’Estonia è al primo posto per valore della variazione percentuale dell’utilizzo del cloud per finalità di business con un valore pari a 271,74 pari ad una variazione di 9,37 unità, seguita dall’Italia con una variazione pari ad un ammontare di 263,42% pari a 7,40 unità e dalla Polonia con un valore pari a 231,04% pari ad un ammontare di 2,73 unità. A metà classifica vi sono la Romania con un ammontare pari a 133,10% pari a un valore di 2,02 unità, seguita dalla Francia con un ammontare di 122,08% pari ad un ammontare di 3,15 unità e dal Portogallo con un valore pari a 117,37% pari ad un valore di 3 unità. Chiudono la classifica la Grecia con un valore pari a 68,13% pari ad un ammontare di 6,6 unità, la Finlandia con un valore di 67,19% pari ad un ammontare di 6,6 unità e la Slovacchia con un valore pari a 36,98% pari ad un ammontare di 1,3 unità. Complessivamente il valore medio dell’utilizzo del cloud per finalità imprenditoriali è cresciuto del 139,81% nel passaggio tra il 2016 ed il 2021.

Clusterizzazione con utilizzo dell’algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. Di seguito viene presentata una clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato attraverso il coefficiente di Silhouette. I dati mostrano la presenza dei seguenti clusters:

  • Cluster 1: Germania, Francia, Italia, Cipro, Austria, Repubblica Ceca, Portogallo, Ungheria, Lussemburgo, Lettonia, Slovacchia, Lituania, Romania, Grecia, Polonia, Bulgaria, Malta, Croazia, Estonia.
  • Cluster 2: Danimarca, Paesi Bassi, Svezia, Finlandia, Irlanda, Belgio.

Dal punto di vista dell’analisi della mediana dei clusters, risulta che il valore mediano del cluster 1 è pari ad un ammontare di 5,56 mentre il valore del cluster 2 è pari ad un ammontare di 13,88. Pertanto, ne deriva il seguente ordinamento dei clusters: C2=13,88>C1=5,56. Dal punto di vista geografico risulta quindi che i paesi dell’Europa del Nord e dell’Europa scandinava hanno dei livelli molto più alti di utilizzo dei servizi cloud rispetto ai paesi dell’Europa centrale, meridionale e dell’Est. Tale differenza rispecchia una più ampia divergenza in termini di investimento nelle nuove tecnologie e capacità di produzione di valore aggiunto che aggrava significativamente il divario tra Nord e Sud Europa.

Network Analysis con l’utilizzo della distanza di Mahnattan. Di seguito viene presentata una network analysis attraverso l’utilizzo della distanza di Manhattan. I dati mettono in evidenza la presenza di strutture a network complesse, ovvero costitute da più di due nodi, e strutture a network semplificate, ovvero costituite da due soli nodi.

Esiste una struttura a network complessa tra Repubblica Ceca, Francia, Lussemburgo, Portogallo, Italia. In modo particolare:

  • La Repubblica Ceca ha una connessione con la Francia per un ammontare pari a 0,17 e con il Portogallo per un ammontare pari a 0,084;
  • La Francia ha una connessione con la Repubblica Ceca per un ammontare pari a 0,17, con l’Italia per un ammontare pari a 0,11 unità, con il Portogallo per un ammontare pari a 0,1 e con il Lussemburgo per un ammontare pari a 0,13;
  • Il Lussemburgo ha una connessione con la Francia per un ammontare di 0,13 unità e con il Portogallo per un ammontare di 0,094;
  • Il Portogallo ha una connessione con la Francia per un ammontare di 0,1 unità, con il Lussemburgo per un ammontare di 0,094 unità, con l’Italia per un ammontare pari a 0,15 e con la Repubblica Ceca per un ammontare di 0,11 unità;
  • L’Italia ha una connessione con la Francia per un ammontare pari a 0,11 unità e con il Portogallo per un valore pari a 0,15 unità.

Esiste una connessione tra Austria, Germania e Ungheria. In modo particolare:

  • L’Austria ha una connessione con la Germania per un ammontare pari a 0,07 unità;
  • La Germania ha una connessione con l’Austria per un ammontare prai a 0,07 unità e con l’Ugheria per un valore pari a 0,18;
  • L’Ungheria ha una connessione con la Germania per un ammontare pari a 0,07 unità.

Inoltre sono presenti delle strutture a network semplificate ovvero:

  • Esiste una relazione positiva tra Bulgaria e Paesi Bassi per un ammontare pari a 0,11 unità;
  • Esiste una relazione tra Spagna e Lituania per un ammontare pari a 0,18 unità;
  • Esiste una relazione tra Paesi Bassi e Danimarca con un ammontare di 0,16 unità.

Conclusioni. Il novero delle imprese che hanno utilizzato dei servizi in cloud è cresciuto significativamente nel periodo tra il 2016 ed il 2021 per i paesi DESI. Tuttavia in termini di valore assoluto tali valori sono ancora bassi. Infatti sono pochi i paesi europei dove più del 10% delle imprese utilizza i servizi in cloud. Ne deriva che anche il cloud, come accade anche per i big data, è una tecnologia che per quanto sia stata promozionata come un pillar dell’industria 4.0 non è veramente entrata nella pratica aziendale delle imprese europee. I processi di innovazione tecnologica delle imprese e di digitalizzazione dei sistemi produttivi sono lenti. Le aziende fanno fatica a comprendere come usare le nuove tecnologie e ad intendere quali sono i benefici in termini di profitto, produttività e servizi offerti per i clienti. Vi sono ampi margini di profitto che vengono dispersi per il semplice fatto che le PMI non utilizzano le nuove tecnologie. In questo senso è necessario che il piano dell’Industria 4.0 venga adottato dal policy maker europeo con delle politiche economiche di incentivazione all’utilizzo delle nuove tecnologie, soprattuto per le PMI.

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Angelo Leogrande

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