I MIGRANTI E IL DECRETO A2 DI ENTELLA E NAKONE. ACCOGLIENZA E RICONOSCENZA

I_MIGRANTI_E_IL_DECRETO_A2_DI_ENTELLA_E_NAKONE.jpg

Ogni migrante è una persona umana che, in quanto tale, possiede diritti fondamentali inalienabili che vanno rispettati da tutti e in ogni situazione

(Papa Benedetto XVI, Enciclica “ Caritas in Veritate”, 29 giugno 2009)

cms_29701/1.jpg

Nel primo decennio del 2000 era già iniziata la strage dei migranti. Per brevità, ricordiamo solo quella dei fantasmi di Portopalo. Tra il 25 e il 26 dicembre 1996 trovarono la morte in mare almeno in 289. Dopo oltre cinque lustri, il dramma continua.È scandalosa l’esclusione dei migranti! Anzi, l’esclusione dei migranti è criminale, li fa morire davanti a noi. E così, oggi abbiamo il Mediterraneo che è il cimitero più grande del mondo. L’esclusione dei migranti è schifosa, è peccaminosa, è criminale, Papa Francesco, ottobre 2022.

Secondo la fondazione ISMU, Iniziative e Studi sulla Multietnicità, dal 2014 al 25 settembre 2022 sono circa venticinquemila i migranti morti o dispersi nel Mediterraneo nel tentativo di raggiungere l’Europa. Non sono conteggiati i “fantasmi”. I migranti partiti clandestinamente, con barche, barchine e barconi, e morti o dispersi senza essere stati avvistati.

Molti i soccorsi in mare e molte le persone salvate. Come ha dichiarato il Ministro degli Esteri Antonio Tajani, vedi Corriere della Sera del 6 marzo 2023, la Guardia di Finanza e la Guardia Costiera nel 2022 hanno fatto 1.170 interventi di law enforcement, in cui hanno recuperato 38.057 migranti e 917 interventi di searchand rescue, con 57.028 migranti soccorsi. Dal 22 ottobre 2022 al 27 febbraio 2023, secondo l’informativa alla Camera del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi sono state salvate 36.489 persone. Da notare che nel 2023, in base ai dati forniti dal Ministero dell’Interno, sono quasi triplicati gli sbarchi rispetto allo stesso periodo dei due anni precedenti. Al 28 febbraio 2023, si hanno 14.433 migranti sbarcati rispetto ai 5.474 del 2022 e ai 5.033 del 2021.

cms_29701/2_1678589473.jpgL’ultima tragedia nota è quella di Cutro, in provincia di Crotone. Nella notte tra il 25 e il 26 febbraio 2023, a un centinaio di metri dalla spiaggia di Steccato di Cutro, è naufragato un barcone con a bordo circa 180 migranti. Superstiti 80, morti accertati 72, dispersi un numero imprecisato, forse compreso tra 30 e 50. Nella foto, il crocifisso di Cutro. Nel 1940 è stato dichiarato Monumento nazionale

Dopo il naufragio di Cutro, il grido di dolore di Papa Francesco: mai più un’altra Cutro e viaggi della morte, fermate i trafficanti di essere umani, pare destinato a cadere nel vuoto. Anche se la premier Giorgia Meloni accoglie l’appello del Pontefice e assicura: "Impiegheremo tutte le forze necessarie". Il compito è molto difficile, le forze della sola Italia non sono sufficienti. Come afferma il Ministro Tajani: L’emergenza migratoria non si risolverà se non intervengono L’Europa, l’ONU e il Fondo Monetario. Sarà il problema più grande che dovremo affrontare nei prossimi anni, forse decenni. Probabilmente, per un lapsus il Ministro parla di emergenza migratoria. In realtà, come già diceva nel 2015 il Ministro dell’Interno Angelino Alfano nel corso di un’audizione davanti la Commissione Affari costituzionali del Senato: L’immigrazione è uno dei problemi più complessi e drammatici con il quale ci confronteremo ancora nel futuro, per questo mi sembra improprio parlare di emergenza e non di strutturalità del fenomeno.

Se non si possono fermare in tempi brevi i viaggi, che si potrebbero chiamare indifferentemente della speranza o della morte, si può certamente migliorare la qualità dell’accoglienza da riservare ai migranti che riescono ad arrivare nel suolo italiano. Molti di loro pensano di trovare la terra promessa, un nuovo Paese dove vivere liberi, ma poi si rendono conto che ciò non succede per tutti. Per i motivi più svariati. Alcuni di loro, dopo essere sbarcati, sono costretti a mendicare, ad adattarsi a lavori sotto pagati, a finire nella bassa manovalanza della delinquenza. Comunque, di certo, ci sono anche molti migranti che si inseriscono pienamente nella vita sociale ed economica e contribuiscono fattivamente allo sviluppo dell’Italia.

L’America dei migranti è la Sicilia. È la terra di Trinacria il principale approdo dei disperati che fuggono per via mare verso l’Europa.

cms_29701/3.jpgAnche nell’antichità si è posto il problema di accogliere popoli diversi. Tanti gli esempi, positivi e negativi. Per brevità, ne ricordiamo solo uno, accaduto in Sicilia oltre 2.000 anni fa. Protagoniste le comunità di Henna, oggi Enna, e di Entella. L’accoglienza di Enna e la riconoscenza di Entella.

Oggi, Entella non esiste più. Fu distrutta nel 1246 da Federico II che ne deportò gli abitanti a Lucera, in Puglia. Secondo la leggenda, nella rocca di Entella viveva la figlia dell’Emiro Abbad. Non si conosce il suo nome, era chiamata la figlia di Mirabetto. Dopo l’uccisione a tradimento di tutti i suoi fratelli e di suo padre per mano di Federico II, si vendicò. Agendo con astuzia e coraggio fece massacrare trecento guerrieri dell’Imperatore. Federico II, Stupor Mundi, come risposta le offrì protezione e le disse che voleva un figlio da lei, da una donna “che non aveva uguali al mondo”. La figlia di Abbad rifiutò. Scelse la morte. Per non cadere nelle mani dell’Imperatore si fece mordere da un serpente velenoso. Oggi è ricordata come la Cleopatra di Sicilia.

Le rovine di Entella ricadono a nord ovest del Comune di Contessa Entellina. Una delle tre comunità albanofone che esistono in Sicilia, le altre due sono Piana degli Albanesi (Hora e Arbëreshëvet) e Santa Cristina Gela (Shëndastina). Tutte e tre in provincia di Palermo. Hanno mantenuto, oltre la lingua albanese (nella variante arbëreshe), anche l’identità culturale, i costumi e le tradizioni dei loro antenati. In proposito, si ricorda che in Italia, sono 50 le comunità albanofone, distribuite nelle seguenti regioni: Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia

Contessa Entellina (Kuntisa in arbëresh), circa 1.500 abitanti, è un paese agricolo della Valle del Belice, che si trova sulle colline Brinjat, a 571 metri sul livello del mare, e a circa 80 chilometri da Palermo. Nasce Contessa, in onore di Caterina Cardona contessa di Chiusa, che nel 1450 accolse una colonia di albanesi in fuga dalla guerra contro i turchi. Nel 1875, diventa Contessa Entellina per la vicinanza all’antica Entella. Il legame con la madre patria è sempre forte. Nel novembre 2021, il Presidente dell’Albania, Ilir Meta, ha visitato il piccolo paese collinare. E il Sindaco gli ha mostrato la scultura che il Comune ha dedicato all’eroe albanese Giorgio Castriota detto Skanderberg (1405 – 1468), condottiero, patriota e principe albanese, che contrastò l’occupazione dell’Albania da parte dei turco – ottomani.

cms_29701/4.jpgEntella fu fondata nella zona nord - occidentale della Sicilia dagli Elimi, che non si sa bene se fossero troiani o un popolo di origine italica. Gli Elimi, si stanziarono nel XII sec. a. C. in Trinacria, dove già convivevano i Siculi e i Sicani. Fu una delle più importanti città che fondarono. Altre città importanti furono Erice, dove c’era il centro religioso ed Egesta (Segesta). Nella foto lo stemma di Contessa Entellina

Proprio ad Egesta, nel 104 a.C. iniziò la guerra servile con a capo Atenione, una guerra disperata che si concluse nel 99 a.C. In precedenza a Enna, nel 136 a.C., era scoppiata la prima guerra servile contro i Romani. Fu guidata da Euno, ancora oggi un mito per gli ennesi. La terza guerra servile condotta da Spartaco, famoso gladiatore trace, iniziò in Campania nel 73 a.C. . Naturalmente, finirono tutte con la vittoria di Roma e il massacro dei rivoltosi. Gli schiavi andarono coscientemente incontro alla bella morte. Morirono da uomini liberi.

Rivolte di schiavi che fanno pensare ai migranti, trattati da schiavi nei loro paesi d’origine. Si ribellano a modo loro. Scappando dalla loro Patria e affrontando un lungo e pericoloso viaggio per trovare la libertà. Come ha affermato in questi giorni Adriano Celentano "Tutti sappiamo che chi scappa da quei paesi eternamente in guerra, rischia a dir poco di morire annegato. Gente povera che si aggrappa all’unico spiraglio di LIBERTA’ dove le probabilità di salvarsi, il più delle volte è inferiore al 50% “.

Negli anni’70 del secolo scorso, sono stati recuperati sette Decreti di Entella e un Decreto di Nakone. Quest’ultima, un’antica città siciliana che probabilmente sopravvisse non oltre l’epoca ellenistica. I Decreti probabilmente risalgono agli anni della prima guerra punica, 264-241 a. C. e sono iscrizioni greche su tavolette bronzee.

Secondo il Decreto A2, gli Entellini furono costretti ad abbandonare la propria città per almeno una decina d’anni. Molti di loro, dopo un faticoso viaggio di circa 200 chilometri, furono amichevolmente accolti e ospitati nell’antica Enna. Quando rientrarono a Entella, non dimenticarono l’ospitalità degli Ennesi e scrissero nel Decreto A2: “Sotto gli arconti Artemidoros figlio di Eielos e Gnaios figlio di Oppios, il primo del mese di Panamos. Poiché da sempre gli Ennensi ci sono benevoli (sia fino a quando eravamo nella nostra terra sia dopo che dalla nostra terra fummo cacciati e privati di una sede fissa), invitandoci e accogliendoci sia nella città sia nel territorio, è stato deciso dal consiglio e dall’assemblea che essi godano per sempre di benevolenza e di isopolitia con il popolo degli Entellini. Questo decreto gli arconti pongano nel bouleuterion dopo averlo fatto incidere su tavola di bronzo”.

cms_29701/5.jpgL’8 aprile 2016, a Enna, si è svolta una conferenza per ricordare l’accoglienza degli Ennesi e la riconoscenza degli Entellini. Nella conferenza, tra le altre cose, è stata ricordato l’illustre archeologo Giuseppe Nenci (1924-1999) che ha coordinato gli scavi effettuati dalla Scuola Normale di Pisa nelle aree archeologiche di Rocca d’Entella e Segesta. A Nenci e all’Arma dei carabinieri si deve il recupero delle tavole bronzee di Entella che erano state illegalmente trafugate all’estero.

La conferenza è stata organizzata dalle amministrazioni comunali di Enna e Contessa Entellina e dalla Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Enna, in stretta collaborazione con il Laboratorio di Scienze dell’Antichità della Scuola Normale Superiore di Pisa, diretto da Andrea Giardina. Nell’ambito dell’evento, i Sindaci di Enna, Maurizio Antonello Dipietro, e di Contessa Entellina, Sergio Gioachino Parrino, con una solenne cerimonia, e tra gli applausi e la commozione del folto pubblico presente, hanno rinnovato l’antica amicizia, siglando un atto di gemellaggio tra le due comunità.

Anche nel XXI secolo abbiamo esempi positivi, ricordiamo la medaglia d’oro al merito civile che è stata conferita dalla Presidenza della Repubblica al Comune di Lampedusa e Linosa, in provincia di Agrigento, il 2 luglio 2004. Una medaglia per tutta la popolazione delle due piccole isole siciliane. Questa la motivazione:

L’Amministrazione comunale affrontava ed offriva un lodevole contributo al superamento delle innumerevoli difficoltà legate all’ondata di sbarchi clandestini di cittadini extracomunitari, impegnando i propri apparati socio-assistenziali e considerevoli risorse economiche. La popolazione tutta dava testimonianza dei più elevati sentimenti di umana solidarietà ed accoglienza verso gli immigrati, riscuotendo l’incondizionata ammirazione e gratitudine del Paese. 2001/2003 Lampedusa e Linosa.

Storie di accoglienza che è bene, oggi più che mai, ricordare e divulgare. Speriamo che siano d’esempio alle nuove generazioni.

Concludiamo con le parole del Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella: Di fronte all’evento drammatico avvenuto sulle coste calabresi, il cordoglio deve tradursi in scelte concrete, operative, da parte di tutti, dell’Italia e dell’Ue, perché questa è la risposta vera.

Andrea Vaccaro

Tags:

Lascia un commento



Autorizzo il trattamento dei miei dati come indicato nell'informativa privacy.
NB: I commenti vengono approvati dalla redazione e in seguito pubblicati sul giornale, la tua email non verrà pubblicata.

International Web Post

Direttore responsabile: Attilio miani
Condirettore: Antonina Giordano
Editore: Azzurro Image & Communication Srls - P.iva: 07470520722

Testata registrata presso il Tribunale di Bari al Nrº 17 del Registro della Stampa in data 30 Settembre 2013

info@internationalwebpost.org
Privacy Policy

Collabora con noi

Scrivi alla redazione per unirti ad un team internazionale di persone dinamiche ed appassionate!

Le collaborazioni con l’International Web Post sono a titolo gratuito, salvo articoli, contributi e studi commissionati dal Direttore responsabile sulla base di apposito incarico scritto secondo modalità e termini stabiliti dallo stesso.


Seguici sui social

Newsletter

Lascia la tua email per essere sempre aggiornato sui nostri contenuti!

Iscriviti al canale Telegram