I BUCHI NERI DELLA CONOSCENZA NELL’UNIVERSO SOCIAL

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C’è un universo parallelo composto non da pianeti e satelliti, ma da realtà intangibili e variamente popolate. Si tratta dell’universo social.

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“Visual Capitalist”, sito online di informazione e approfondimento di tematiche legate alla tecnologia, ha recentemente stilato una specie di mappa per misurare il successo delle tante piattaforme di condivisione esistenti, e per stabilirne l’indice di utenti attivi mensili è stata usata un’unità di misura ad hoc, ovvero il Mau (Monthly Active Users). Dai dati emersi si evince che sono in tutto ben 3,8 miliardi gli utenti che accedono ai social media, la metà della popolazione mondiale così suddivisi secondo gli utenti mensili: 2,6 miliardi su Facebook, 2 miliardi su WhatsApp, oltre 1 miliardo su Instagram e 1,3 miliardi su Messenger, solo per rimanere nella galassia Facebook. In Italia. dai dati relativi al 2019 pubblicati nell’analisi “Social Media in Italia: utenti e tempo di utilizzo nel 2019”, la piattaforma social preferita è YouTube con a ruota Facebook e la new entry TikTok. Gli italiani che hanno navigato in rete almeno una volta al mese sono stati quasi 42 milioni, per un tempo medio di 104 ore (dati Audiweb).

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La vera sorpresa è però TikTok che ha conquistato in pochissimo tempo oltre 3,5 milioni di persone con una crescita a base annua di quasi il 400%! I numeri farebbero pensare a un Italia in crescita nell’uso del digitale, ma il divario con gli altri membri europei è ancora alto. Nel nostro Paese meno della metà della popolazione accede alla rete; per farsi un’idea, nazioni come la Danimarca, Belgio e Svezia hanno tassi di partecipazione ai social tra l’80 e il 70%, mentre Italia e Francia sono al di sotto del 50%. La causa di questa poca partecipazione sulle piattaforme di rete potrebbe essere da imputare all’età anagrafica della popolazione italiana: su oltre 25 milioni di persone che accedono ai social, sono 4,3 milioni i giovani tra i 15 e i 24 anni che fanno un uso delle tecnologie in maniera preponderante, ovvero meno del 10%.

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Gli anziani invece nel nostro Paese continuano ad avere un atteggiamento poco familiare con internet: tra gli over 65, quasi 14 milioni di persone, solo il 14% ha un account e usa le piattaforme dei social media. Un’altra causa però potrebbe essere quell’insieme di persone, tra cui moltissimi giovani, che compongono l’esercito degli analfabeti funzionali, cioè di coloro che pur sapendo leggere e scrivere hanno difficoltà nella comprensione di un testo. E qui la colpa potrebbe ricadere su molte piattaforme di ultima generazione, quali Instagram e soprattutto TikTok, che si basano su contenuti infarciti solo di immagini, foto e video e in cui il testo e lo sviluppo del senso critico sono pressoché azzerati. Ogni rivoluzione tecnologica porta con sé degli inevitabili cambiamenti. La metafora dell’universo costituito da tanti pianeti che compongono il sistema social nel qual ci troviamo a vivere, è uno spazio che nonostante tutto ha bisogno ancora di essere esplorato, analizzato, conquistato. Stando attenti ai buchi neri nei quali potremmo precipitare se perdiamo definitivamente il senso dell’esistenza dell’altro e delle più proficue interazioni umane.

Andrea Alessandrino

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