ITALIA, Autostrade, Aiscat: "Non ci sono 200 gallerie a rischio" (Altre News)

ITALIA,Industria, trend annuo negativo - ITALIA,Popolare Bari, Gualtieri: "Rilancio entro metà anno"

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ITALIA - Autostrade, Aiscat: "Non ci sono 200 gallerie a rischio"

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"Non ci sono 200 gallerie a rischio". Così l’Aiscat in una nota in merito alle notizie allarmistiche diffuse dagli organi di stampa sullo stato delle gallerie di lunghezza superiore ai 500 metri. L’associazione delle società concessionarie "ritiene doveroso chiarire che è profondamente sbagliato e fuorviante collegare i ritardi nell’adeguamento alla normativa europea con qualsiasi problema di sicurezza strutturale delle gallerie stesse. Gli interventi di adeguamento alla normativa Ue riguardano infatti sia misure gestionali sia l’aggiornamento di impianti di servizio interni alle gallerie, ma non attengono in alcun modo alla sicurezza statica delle stesse".

Si tratta, spiega l’Aiscat, "di interventi che le società concessionarie hanno condotto negli anni e continuano a realizzare in costante raccordo con la Commissione Permanente per le Gallerie, ossia l’autorità amministrativa competente istituita presso il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, e lo stesso Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti".

Le istituzioni italiane, rileva ancora l’Aiscat, "hanno avuto un’interlocuzione continua con la Commissione Europea per rappresentare lo stato dell’arte e condividere un aggiornamento delle tempistiche fissate dalla norma, in virtù del considerevole impegno richiesto a tutti i gestori, tanto Società concessionarie quanto Anas. Proprio per questo il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, a inizio 2019, aveva cercato di condividere con Bruxelles un aggiornamento delle tempistiche necessarie per la conclusione dei lavori, anche in virtù delle azioni di riduzione dei rischi e di tutte le misure compensative ed integrative messe in atto per tempo dai concessionari italiani".

"E’ giusto ricordare inoltre - sottolinea l’Aiscat - che nel nostro Paese è presente ben il 50% delle gallerie dell’intera Unione Europea e che ciò rende necessario per il sistema Italia un impegno di gran lunga maggiore rispetto agli altri Paesi".

ITALIA - Industria, trend annuo negativo

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A novembre 2019 nuovo calo su base annua - il nono consecutivo - per l’indice della produzione industriale: lo comunica l’Istat, che registra un aumento dello 0,1% rispetto ad ottobre ma con una riduzione tendenziale dello 0,6%.

Nella media del periodo gennaio-novembre - aggiunge l’istituto di statistica - l’indice ha registrato una flessione dell’1,1% rispetto allo stesso periodo del 2018 mentre nella media del trimestre settembre-novembre la produzione mostra una flessione congiunturale dello 0,7%.

L’indice destagionalizzato mensile presenta rispetto a ottobre aumenti per i beni strumentali (+0,8%) e i beni intermedi (+0,7%); variazioni negative registrano, invece, l’energia (-2,1%) e i beni di consumo (-0,2%). Su base tendenziale e al netto degli effetti di calendario, a novembre 2019 si registra una moderata crescita esclusivamente per il comparto dei beni di consumo (+0,8%); al contrario, una marcata flessione contraddistingue l’energia (-3,9%) mentre diminuiscono in misura più contenuta i beni intermedi (-1,0%) e i beni strumentali (-0,4%).

I settori di attività economica che registrano i maggiori incrementi tendenziali sono la fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica (+8,1%), l’industria del legno, carta e stampa (+7,0%) e la fabbricazione di prodotti chimici (+2,9%). Le flessioni più ampie si registrano nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-5,4%), nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-5,3%) e nella metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-4,9%).

ITALIA - Popolare Bari, Gualtieri: "Rilancio entro metà anno"

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La ristrutturazione e il rilancio della Banca Popolare di Bari avverrà "entro la metà dell’anno". Così il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri in audizione alla Camera in commissione Finanze sul caso della crisi dell’istituto di credito, auspicando un piano "robusto" per il rilancio. "Questo progetto prevede a regime la trasformazione della banca in società per azioni con la copertura delle perdite che emergeranno a seguito delle valutazioni dei commissari e dell’ispezione della Banca d’Italia". Successivamente sarà la contestuale ricapitalizzazione della banca da parte di Mcc, del Fitd e di investitori privati che potranno "auspicabilmente essere individuati".

Sottolineando il "netto miglioramento stato di salute delle banche italiane", Gualtieri ha spiegato che il dl legge sulla Popolare di Bari "pone le premesse per scongiurare scenari di grave nocumento per il sistema produttivo e finanziario e, invece, rappresenta un’opportunità importante per il rilancio del Mezzogiorno". Il divario di sviluppo "del Sud si è ampliato" e "deriva in larga misura dalla minore produttività delle imprese meridionali, anche per la loro minore dimensione", ha spiegato il ministro.

Per quanto riguarda l’Ue, il nuovo regime sulle crisi bancarie "segna uno spartiacque nella gestione dei dissesti bancari" perché "lo spazio per un intervento pubblico si è progressivamente ridotto". Ne deriva l’opportunità di "un’attitudine proattiva da parte del sistema bancario per intervenire in uno stadio precoce" di fronte alle difficoltà. Il dialogo con la Commissione Ue sulla trasformazione delle dta presenta "tempi incompatibili con le esigenze" della Popolare di Bari e potrebbe portare "presumibilmente a una posizione di diniego" al via libera.

"Auspichiamo che l’interlocuzione con l’Ue si concluda positivamente entro primi di giugno". Se il via libera Ue arrivasse entro i primi di giugno, sarebbe possibile convocare l’assemblea per la trasformazione in Spa "alla fine di giugno" e poi procedere all’aumento di capitale, ha aggiunto sulla tabella di marcia auspicata per gestione della crisi della Banca popolare di Bari, conclude Gualtieri.

Redazione

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