ITACO NARDULLI

Istantanee d’autore

1652498036ITACO_NARDULLI_R4_Istantanee_d_autore_.jpg

Itaco Nardulli era un bambino che, per alcuni anni, è stato famosissimo in Italia.

Con la sorella Cariddi era stato il protagonista di un film cult della commedia all’italiana degli anni ’80: “Mi faccio la barca”, con Johnny Dorelli e Laura Antonelli.

Li conobbi in occasione di un evento e nacque una bella amicizia con i loro genitori Sheila e Giuseppe, che avevano il loro potente motoscafo ormeggiato nella base nautica vicino casa mia.

cms_26033/1.jpg

Questa coincidenza fece sì che mi invitassero per un’escursione a Capri.
La sera prima ospitai i ragazzi a dormire da me e, considerando che al cinema proiettavano proprio il loro film, decidemmo di andarci, pregustando la reazione della gente di trovarsi in sala i bambini che stavano vedendo sullo schermo.

Così fu e ci divertimmo molto a osservare, durante l’intervallo, le facce perplesse di chi se ne accorgeva e che poi si avvicinava per salutare, creando un capannello sempre più folto man mano che l’informazione si spargeva nella sala.

Quella pausa durò un’eternità, mentre la maschera urlava agli spettatori di sedersi per riprendere con il secondo tempo.

Fu il primo di una serie di episodi fantozziani di quei due primi giorni passati insieme.

La mattina dopo, prendemmo posto su quel bolide stretto e affusolato.

Io mi sedetti a prua, inconsapevole di ciò che mi aspettava e Itaco, sempre a prua, in piedi, si reggeva ad un piccolo corrimano.

Tutto bene finché si usciva lentamente dal porticciolo, ma quando lo scafo prese velocità, dovetti a fatica stendermi per non vedere e perché il vento forte mi mozzava il respiro.

cms_26033/2_1652498067.jpg

Rimasi immobile, sperando che quel viaggio non durasse molto, sentendomi piuttosto stupido vendendo che quel bambino di 6 anni continuava a stare in piedi godendosi l’ebbrezza di quella condizione.

Per gran parte del giorno, pur trovandomi sulla terraferma, mi sembrava di camminare sull’acqua.

A notte tornammo in barca. Avevo appena saputo che avremmo dormito lì e, per quanto ami il mare, fui sconvolto dal pensiero, memore di qualche viaggio notturno che avevo fatto in passato sulle navi.

Allestirono due materassini sotto una tenda, sempre sulla famigerata prua e ancora una volta avevo come compagno Itaco.

La mattina potevo camuffare l’essere disteso con il desiderio di prendere il sole, ma la notte? come avrei giustificato il mio malessere?

Il bambino aveva voglia di parlare e io speravo che crollasse per poter sgattaiolare sulla banchina e stendermi sul cemento stabile.

Ma dovevo far fronte alle sue aspettative, anche perché un buon rapporto con il pupo mi avrebbe aiutato al momento del lavoro. E Itaco sul lavoro non era facile da gestire.

Dopo molto mi resi appena conto che le parole mi uscivano con difficoltà e crollai io.

Nel passaggio tra un sonno all’altro lo vidi seduto che guardava il mare e richiusi immediatamente gli occhi, sventando il pericolo di ricominciare a parlare.

cms_26033/3.jpg

Questo raccontino in cui non mi sono inventato niente è indicativo di molte situazioni simili che ho vissuto con quel super baby, che aveva un’energia interminabile.

Decisi che con lui sarei stato me stesso, interpretando il personaggio dell’impacciato.

Lo faceva ridere e io non dovevo più fare sforzi per sembrare il tipo forte e navigato.

Con questa chiave risolsi anche alcuni problemi che si presentavano quando si girava un film o una pubblicità. Se Itaco si impuntava, si fermava la produzione.

cms_26033/4.jpg

Ma era un bambino e nessuno poteva pretendere qualcosa, anche perché, quando era di buon umore, sul set era efficacissimo.

Con il tempo e crescendo, non ci furono più momenti critici, ma io continuai col mio personaggio che ormai mi si era appiccicato addosso.

Questo ricordo, purtroppo, non ha un lieto fine.

La frequentazione di Itaco si concluse forzatamente un giorno d’estate.

Un giorno indelebile nel mio calendario.

Lui aveva 16 anni e si tuffò nel mare che aveva sempre padroneggiato, per immergersi ad ammirarne i fondali.

E non tornò più su a rivedere la terra con i suoi occhi.

(le foto sono di proprietà dell’autore)

Giacomo Carlucci

Tags:

Lascia un commento



Autorizzo il trattamento dei miei dati come indicato nell'informativa privacy.
NB: I commenti vengono approvati dalla redazione e in seguito pubblicati sul giornale, la tua email non verrà pubblicata.

International Web Post

Direttore responsabile: Attilio miani
Condirettore: Antonina Giordano
Editore: Azzurro Image & Communication Srls - P.iva: 07470520722

Testata registrata presso il Tribunale di Bari al Nrº 17 del Registro della Stampa in data 30 Settembre 2013

info@internationalwebpost.org
Privacy Policy

Collabora con noi

Scrivi alla redazione per unirti ad un team internazionale di persone dinamiche ed appassionate!

Le collaborazioni con l’International Web Post sono a titolo gratuito, salvo articoli, contributi e studi commissionati dal Direttore responsabile sulla base di apposito incarico scritto secondo modalità e termini stabiliti dallo stesso.


Seguici sui social

Newsletter

Lascia la tua email per essere sempre aggiornato sui nostri contenuti!

Iscriviti al canale Telegram