ISTANTANEE D’AUTORE

Gianfranco D’Angelo

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Ho avuto molte occasioni di lavorare con Gianfranco D’Angelo e di frequentarlo in privato.

Era innamorato pazzo del suo lavoro.

E’ stato un protagonista nel cinema, nella TV e nel teatro; e fino a 83 anni ha avuto il suo nome in cartellone.

Solo una catastrofe come quella che stiamo attraversando ha potuto fermarlo.

Le sue tre peculiarità evidenti erano l’entusiasmo, la costante bonarietà e l’energia che gli invidiavo.

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Per un lungo periodo i nostri incontri erano solo in occasioni di lavoro, poi è nata gradualmente un’amicizia, all’interno della quale stava prendendo corpo un progetto da realizzare insieme; una sua idea che stava sviluppando e che era intenzionato a concretizzare.

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Galeotta fu una conversazione che, dopo un suo spettacolo, si protrasse fino a tarda notte.

Decidemmo di lavorarci su insieme, incontrandoci nella sua casa vicino Cinecittà.

Io raggiungevo in metropolitana la fermata più vicina e lui veniva a prendermi con la sua Smart.

Prima di tutto una sosta propiziatrice in un ottimo bar sul posto, dove si presentava di solito in tuta e scarpe da ginnastica rosse.

Una dose di “taglia e cuci” sulle ultime novità del mondo dello spettacolo, con un bel pò di occhi addosso degli altri avventori: non sono mai riuscito a superare la sensazione di imbarazzo che quell’attenzione mi provocava.

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Per lui invece, anche un tavolino di un bar era un palcoscenico; qualsiasi conversazione ebbi con lui fu sempre come se si esibisse per me.

Il suo parlare era colorato di battute, anche quando si trattavano “cose serie”.

La sua comicità aveva un sapore antico, un aspetto naif che mi riportava spesso ai monologhi dei comici televisivi che ascoltavo da ragazzo.

Quest’aspetto mi faceva tenerezza: un arzillo vecchietto, maestro di tecnica recitativa, che aveva conservato la sua personalità artistica senza contaminarla per tenere il passo con la modernità.

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Poi, con quella scatoletta di tonno, sfrecciava verso casa come un diciottenne che gode delle sue prime guide appena presa la patente.

La parte del suo appartamento, che mi era concesso di vedere, era in forte contrasto con la sua immagine.

Un’abitazione severa, grande, molto legno, mobili pregiati, più adatta a un notaio o a un vecchio senatore che a lui.

Pensavo che rappresentasse un aspetto della sua personalità che non voleva far trapelare e che colsi in rare occasioni e per pochi attimi, quando, di sfuggita, accennava a un collega non leale, ad un cinema che l’aveva usato in maniera impropria, ad una televisione che trascura gran parte degli attori esperti....

Mentre riversava su un tavolo rotondo i suoi appunti, la governante ci serviva da bere e dolcetti che sarebbero serviti durante la riunione.

In essa si materializzava uno spettacolo, che lui aveva già chiaro nella sua mente e che doveva spiegare a me perché c’era da continuare a scriverlo e aveva bisogno di un confronto sia per saggiare l’efficacia dei vari passaggi comici e sia per eventuali appunti di produzione.

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Quegli incontri che costituivano per me un vero spasso, oltre ad essere lezioni di recitazione con annessi trucchetti del mestiere, si interruppero con il lockdown.

Ci sentimmo qualche volta al telefono; lui mi diceva di riflettere su alcune cose che avremmo affrontato quando ci saremmo rivisti.

Si dispiacque molto quando gli comunicai di dovermi trasferire per alcuni mesi a Ferrara ma che gli avrei telefonato appena fossi ritornato.

Ma il Covid tornò all’assalto a fine estate 2020 e preferimmo evitare il contatto per ancora un pò: il pericolo ero io che dovevo viaggiare per andare da lui.

L’ultima volta che lo chiamai, in tarda primavera di quest’anno, fu per dirgli che avremmo approfittato dell’estate in arrivo, visto che ormai c’erano i vaccini e sembrava che la situazione migliorasse.

Fu l’ultimo contatto, sul quale non indugio per rispetto, fin quando lessi la notizia del 15 agosto.

So per certo che l’ultima cosa che lo ha lasciato è stata la speranza di riprendere a lavorare

(Le foto sono di proprietà dell’autore dell’articolo)

Giacomo Carlucci

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