IN PUGLIA A BITETTO
Ritorna la fiera a Bitetto per la festa di Santa Maria Maddalena

Bitetto, accogliente cittadina pugliese, culla d’ulivi, amante delle feste e dei forestieri.
Ritorno a parlarvi di Bitetto perché quando è amore, si ha voglia di farne conoscere le sue peculiarità artistiche e culturali, le sue bellezze, la sua voce, si ha voglia di immergersi nel suo caratteristico paesaggio d’ulivi, di camminare tra la sua gente, negli antichi vicoli, tra le pietre che raccontano la sua gloriosa storia.
Torno a parlarvi delle sue chiese e delle fiere che si svolgono, la prima il 25 marzo, in occasione della festa dell’Annunziata, la seconda il 22 luglio in occasione della festa della Maddalena, la fiera d’estate.
Uno sguardo al passato
Chiuse le scuole con l’arrivo della stagione più calda, Bitetto appariva piuttosto monotona e spenta, a me mancava immensamente il mare! Ci fosse stato avrei avuto…forse l’opportunità di imparare a nuotare e di divertirmi tra bagni e giochi d’acqua, di allungare lo sguardo nell’infinito! Era il periodo in cui sognavo la città, la immaginavo piena di vita, di pomeriggi da vivere all’aperto, di immersioni, escursioni in spiaggia, di passeggiate e mi pesava quell’azzurro coprifuoco pomeridiano. Il tempo poi è maestro di vita e cambia le nostre prospettive!
Bisognava attendere la domenica o i giorni di festa per uscire e passeggiare a Bitetto lungo il corso principale che, dal centro della piazza portava al santuario del Beato Giacomo. Un andare e tornare, come in processione, si sfioravano gli sguardi, si salutavano gli amici, si raccontavano momenti di vita e di condivisione.
In paese ferveva il lavoro dei campi a cui dare la precedenza, la raccolta dei frutti, fichi, prugne, albicocche, pere, fichi d’india. Vi erano uliveti ma anche molti mandorleti e vigneti. Era il periodo dedicato alla raccolta delle mandorle, che richiedeva grande impegno nella pulitura, nella preparazione del prodotto per la vendita. Bisognava alzarsi presto al mattino per godere del fresco e riposarsi alla controra.
Era un continuo patteggiare con mia madre maggiori ore di veglia che potevo dedicare liberamente ai giochi, alla lettura o alla scrittura, purché in religioso silenzio!
Era il periodo degli anni 60 e non si poteva “perdere tempo”.
I ragazzi spesso partecipavano al lavoro dei campi o cominciavano a frequentare le varie botteghe artigiane, venivano affidati alla cura di falegnami, fabbri, calzolai, elettricisti oppure barbieri, baristi, macellai e così via.
Le ragazze dovevano collaborare in casa ai lavori domestici, alla raccolta della frutta in campagna oppure, andavano da una maestra ricamatrice o sarta per apprendere un futuro lavoro.
Verso i dieci anni, durante l’estate, mi sono cimentata anch’io con i primi rudimenti del ricamo! Conservo ancora il primo e unico centrino che ho ricamato. Niente male. Mi è costato quasi tre mesi di lavoro! A 11, 12, 13 anni fu la volta della maestra di cucito. Ritengo di aver imparato a sufficienza. Qualche volta ho anche tentato di realizzare un semplice abito per me, non era il mio sogno o il mio lavoro futuro però mi è servito. Ancora oggi di tanto in tanto, mi diverto con aghi, cotone, cerniere, uncinetto.
In paese ci si preparava ai giorni delle feste, si trattava di feste religiose, in un borgo che vantava ben 60 chiese e che era stato individuato come sede vescovile dall’XI secolo fino al 1818.
Dopo la festività di san Rocco (16 agosto) l’estate volgeva al termine e bisognava godere degli ultimi giorni di riposo per prepararsi ad un nuovo anno scolastico.
La festa e la fiera della Maddalena
22 luglio - La fiera ai nostri giorni, lungo Via Maddalena
Nel cuore dell’estate si attendeva con ansia la festa di santa Maria Maddalena il 22 luglio, con lo svolgimento della festa religiosa e della relativa fiera che si realizzava a Bitetto da oltre 500 anni.
Giorni febbrili in vista della fiera, dell’arrivo in paese di mercanti, artigiani, venditori, anche zingari impegnati nella compravendita degli animali. Bisognava fare molta attenzione perché in particolare gli zingari erano dediti a piccoli furti e circolava voce che rapissero i bambini! I pericoli erano sempre in agguato e i genitori vigilavano con maggiore intensità invogliando i più piccoli a non fidarsi molto degli sconosciuti.
Quella mattina, se ricordo bene, avevo completato la seconda media, c’era trambusto in casa e non capii subito il perché. Semplicemente una festa mi dicevo, il 22 luglio si festeggia Santa Maria Maddalena, nel pomeriggio avremmo fatto visita a “zi Lènucce”, sorella di mio padre. Eravamo soliti andare a farle gli auguri. Ma certo, c’era la fiera!
Tutto il paese era in fermento dalle prime luci dell’alba e anche mio padre aveva i suoi piani d’acquisto. Il mulo che utilizzava per i lavori nei campi era invecchiato e aveva in programma di cambiarlo con uno più giovane. Fatte le sue valutazioni e scelto il nuovo mulo, vennero a casa i mercanti-zingari per la valutazione del vecchio animale e completare la compravendita. Portarono via Fiamma e entrò in sua vece Lampo. Mio padre provvide anche ad acquistare nuovi finimenti in sostituzione di quelli ormai consumati e un po’ di balle di fieno e del grano per assicurarsi il cibo necessario per i mesi successivi. Pian piano ci abituammo alla nuova presenza. Di lì a qualche anno cominciarono a prendere il sopravvento motozappe, auto e trattori, macchine per sbucciare le mandorle, per schiacciarle, per raccogliere le olive e così traini e animali vennero gradualmente sostituiti.
Per tutta la via Maddalena, la piazza antistante la chiesa, nei pressi della fontana, erano esposte in bella vista oggetti e prodotti vari, per il lavoro, per la cucina, abbigliamento, mobili, animali. Si contattava sul prezzo per assicurarsi un piccolo risparmio. Le massaie erano molto esperte. Se il venditore non veniva incontro, facevano finta di andar via e spesso erano richiamate per completare le trattative.
La fiera, come già detto, ha origine piuttosto antiche. Risale infatti ad un documento del 14 marzo 1431 la conferma dello svolgimento della fiera e della durata per più giorni. Tale documentoconfermava le immunità e le franchigie sulle merci e autorizzava lo svolgimento della fiera dalle ore 20 del giorno 21 luglio fino alla stessa ora del 28 luglio e prevedeva la nomina del Mastro di fiera.
Oggi la fiera ha perso molte delle sue caratteristiche, dura un solo giorno e negli ultimi anni, solo nelle ore antimeridiane. Lo scorso anno non è stata neppure autorizzata per le restrizioni Covid e quest’anno si è svolta in tono minore.
Non ho rinunciato a tuffarmi tra le bancarelle, un po’ per curiosità, per le proposte di nuovi utensili, un po’ per sentire la vivacità delle voci e il calore della gente, gli sguardi affettuosi dei volti, seminascosti dalle mascherine. Una incursione nella vita, nella voglia di riprendere le vecchie abitudini e di ritrovare la normalità.
Chiesa di Santa Maria Maddalena
La Confraternita di Santa Maria Maddalena
Ad organizzare la festa religiosa ha sempre provveduto la Confraternita di Santa Maria Maddalena. Si tratta di una confraternita con un numero limitato di iscritti, non più di venti fratelli, con un’età non inferiore a 17 anni.
La Confraternita nacque tra il XVI e XVIII secolo con l’obiettivo iniziale di assistere le donne più sfortunate che avevano bisogno di aiuto, di provvedere alle esigenze di bambini soli e abbandonati, di persone fragili e malate.
La confraternita della Maddalena a Bitetto ebbe il regio assenso alla sua istituzione il 2 agosto 1777 con norme ben precise. Non potevano far parte della confraternita “I pubblici bestemmiatori, i sodomiti, i padri traditori, i sicari, gli omicidiari, gli assassini, i falsari, gli usurai, i concubinari ed altri loro dementi macchiati”. I confratelli erano tenuti a partecipare alla Santa Messa il 22 luglio, a indossare un camice e una mantellina rossa, con un cero acceso. Erano tenuti a incontrarsi, a partecipare ai sacramenti, a fare la questua, a organizzare la processione della statua di S. Maria Maddalena per le vie della città, a individuare la banda per accompagnare la processione stessa e predisporre se necessario, i fuochi d’artificio. Oggi, venuta meno la missione assistenziale, la Confraternita provvede ad organizzare la festa religiosa e civile, alla manutenzione e ristrutturazione della chiesa, a collaborare per le varie necessità della Parrocchia.
Chiesa di Santa Maria Maddalena- Interno
La Chiesa di Santa Maria Maddalena a Bitetto
La Chiesa addobbata a festa, con fiori e luci, espone la statua della Maddalena all’ingresso e rimane aperta tutto il giorno per il culto della popolazione.
Si trova a ridosso dell’antica cinta muraria, alla periferia occidentale del paese (Zona di ponente).
Dagli archivi risulta che la Porta di Ponente del Paese, era denominata Porta della Maddalena ed era posta nelle vicinanze della cappelletta dedicata alla Santa. La cappella si trovava nei pressi di un torrione e un piccolo suolo, a ridosso della cinta urbica.
Questo induce a credere che la fondazione della chiesa potrebbe risalire già prima della seconda metà del XIII secolo, periodo in cui vennero realizzate opere di ampliamento e consolidamento della cinta muraria, commissionata dal re angioino, con successivo ampliamento del primo nucleo della chiesa.
Il 14 marzo 1431 venne anche emanato un documento da parte di Lorenzo Attendolo, valoroso e stimato condottiero della regina Giovanna e principe di Bitetto, che trasferiva la fiera dell’Annunziata da marzo al periodo estivo, dal 21 luglio fino al 28 luglio, denominandola Fiera della Maddalena.
L’edificio originario ritenuto piccolo (doveva corrispondere all’attuale sacrestia), in seguito alla visita pastorale del 1843 dell’arcivescovo Clary, venne sottoposto a lavori di ampliamento e ristrutturazione tra il 1850 e il 1870. Fu abbattuta la porta cittadina della Maddalena a causa di ristagno delle acque reflue, inglobata nella chiesa con una delle torri della cinta urbica, le cui scale a chiocciola servirono per accedere al Campanile.
La chiesa venne ingrandita e riportata a palmi 15 per 48, circa quattro metri per dodici metri e mezzo, come riferiscono alcune fonti, ricavando anche una piccola sacrestia.
Successivamente la chiesetta, a partire dal 1980, a seguito di gravi lesioni provocate dal sisma del 23 novembre 1980, venne chiusa al culto cittadino per vari anni. Sottoposta ad opere di consolidamento negli anni 90, con il contributo di associazioni, confraternita, comune e cittadini, finalmente venne riaperta e riconsegnata alla comunità il 22 luglio 2009. (TRA STORIA CULTO E…COSCIENZA CIVICA, Santa Maria Maddalena, La chiesa riaperta, - Pubblicazione a cura della CITTA’ DI BITETTO, Confraternita S. MARIA MADDALENA e Associazione ARCHEOCLUB D’ITALIA, sede di Bitetto).
L’edificio caratterizzato da una struttura molto sobria e lineare, ad aula, presenta sulla base, una muratura portante, in conci di pietra locale.
La facciata principale si presenta semplice e regolare, delimitata da due lesene laterali poggianti su un basamento lapideo ed intonacata per la restante parte; un portale d’ingresso di forma rettangolare sormontato da una finestra a lunetta semicircolare. Alla destra della facciata si erge il campanile a base quadrangolare, aperto nelle quattro facce da monofore e sormontato da cornice che sorregge l’elemento di coronamento piramidale rivestito con maioliche invetriate policrome.
L’interno è costituito da una sala rettangolare, ad aula unica, composta da una singola campata, con un presbiterio di forma poligonale, rialzato di un gradino rispetto allo spazio assembleare; l’aula liturgica è sormontata da una volta a botte lunettata, divisa in settori da archi a tutto sesto, ampiamente decorata.
Le superfici interne sono completamente intonacate e tinteggiate con tonalità tenui del rosa e del bianco. L’intero pavimento dell’aula liturgica è formato da preziose riggiole in maiolica invetriata con pregevoli decorazioni floreali o geometriche; al centro del tappeto ceramico è riprodotta una raffinata rosa dei venti a sedici lancette su fondo giallo.
Sull’altare troneggia un pregevole dipinto, olio su tela che raffigura la Maddalena penitente, realizzato nel 1874 dal pittore locale Antonio de Robertis. Nelle nicchie a conchiglia degli altari laterali sono custodite pregiate statue in cartapesta, La Veronica e La Maddalena portate in processione in varie occasioni e durante il giorno della festa.
La Maddalena Penitente, Antonio de Robertis -1874
Ve Madaline a passe svèlde ve
(Testo in dialetto bitettese)
La scernete scrèsce e atturne
atturne nu aggighij de stelle
na lèusce ca da Criste arraive
Cile e térre s’ana abbrazzete
cavaddèune ca iègnene u mere resarij
ca sboccine coume a ruse de dèsèrte
Nu vinde accarèzze le chiande
e nu cande arraive da lendene
ca pere nu congèrte de paradaise
Nescèune te chendanne
nescèune s’è chijchete
a peghij la prima pite
s’an aggerete de spadde
ca nescèune ij senza pecchete
Pinzire libere e scernete de lèusce
t’aspèttene ijapre le vrazzere
o cile e ve chiène de grazij
Ve Madaline a passe svèlte ve
nan se fèrme u munne
ce t’è perdenete Criste
Ve Madaline tutte volene sapè
la strade ca da la crousce
porte a la salvèzze
Ve Madaline ve purte la notizie
a tutte le criatèure du cile
du mere e de la tèrre
iapre le porte a la speranze
t’acchembagne Criste Segnoure!
VAI MADDALENA A PASSO SVELTO VAI *
La giornata sta terminando
e intorno intorno un coro di stelle
una luce che da Cristo arriva
Cielo e terra si sono abbracciati
cavalli che riempiono il mare
rosari che sbocciano come rose nel deserto
Un vento accarezza le piante
e un canto arriva da lontano
sembra un concerto di paradiso
Nessuno ti condanna
nessuno si è piegato
a raccogliere la prima pietra
si sono girati di spalle
ché nessuno è senza peccato
Pensieri liberi e giornate di luce
ti aspettano apri le braccia
al cielo e vai piena di grazia
Vai Maddalena a passo svelto vai
non si ferma il mondo
se ti ha perdonato il figlio di Dio
Vai Maddalena tutti vogliono
conoscere la strada che dalla croce
porta alla salvezza
Vai Maddalena vai porta la notizia
a tutte le creature del cielo
del mare e della terra
apri le porte alla speranza
ti accompagna Cristo nostro Signore
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