IN ITALIA ULTERIORI 27.747 CONTAGI E ALTRI 63 MORTI

I dati dalle Regioni - Omicron 5, virologi: "Virus più contagioso"

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cms_26588/Min_Sanita_ISS_Prot_Civ.jpgIn Italia ulteriori 27.747 contagi e altri 63 morti

Sono 24.747 i contagi da coronavirus in Italia, secondo numeri e dati covid - regione per regione - nel bollettino di Protezione Civile e ministero della Salute.

Registrati altri 63 morti.

I nuovi casi sono stati individuati su 100.959 tamponi, il tasso di positività è al 24,5%. In calo i ricoveri in terapia intensiva (-7) e nei reparti di area non critica (-341).

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Dati dalle Regioni

(Bollettino Covid-19 delle ore 18,00 - 27 Giugno 2022)

LAZIO - Sono 3.623 i contagi da coronavirus nel Lazio oggi, 27 giugno 2022, secondo numeri e dati covid del bollettino della regione. Registrati 5 morti. A Roma, segnalati 2.316 casi. "Oggi nel Lazio, su 2.620 tamponi molecolari e 13.744 tamponi antigenici per un totale di 16.364 tamponi, si registrano 3.623 nuovi casi positivi (-3.070), sono 5 i decessi (+3), 597 i ricoverati (+45), 51 le terapie intensive (-1) e 4.557 i guariti. Il rapporto tra positivi e tamponi è al 22,1%. I casi a Roma città sono a quota 2.316", dice l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato.

SARDEGNA - In Sardegna si registrano oggi 868 ulteriori casi confermati di positività al Covid (di cui 776 diagnosticati da antigenico). Sono stati processati in totale, fra molecolari e antigenici, 1.480 tamponi. I pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva sono 7 ( come ieri ). I pazienti ricoverati in area medica sono 125 (+19 ); 20.852 sono i casi di isolamento domiciliare (+269). Si registrano 2 decessi: un uomo di 81 e una donna di 83 anni, residenti nella provincia di Oristano.

LOMBARDIA - Sono 3.043 i nuovi contagi da Coronavirus oggi, 27 giugno 2022 in Lombardia, secondo i dati Covid-19 dell’ultimo bollettino della Regione. Da ieri sono stati registrati 11 morti per un totale dall’inizio della pandemia di 40.798. Nelle ultime 24 ore sono stati processati 13.301 tamponi, tra molecolari e antigenici, per un indice di positività del 22,8%. Negli ospedali lombardi sono ricoverate 780 persone (+39) e in terapia intensiva 14 (-1). In provincia di Milano sono 1.176 i nuovi positivi, di cui 594 a Milano città, a Bergamo 134, a Brescia 439, a Como 124, a Cremona 97, a Lecco 76, a Lodi 84, a Mantova 43, a Monza e Brianza 295, a Pavia 227, a Sondrio 29 e a Varese 150.

CALABRIA - Sono 724 i nuovi contagi da Coronavirus oggi, 27 giugno 2022 in Calabria, secondo i dati Covid-19 dell’ultimo bollettino della Regione. Da ieri sono stati registrati 4 morti per 2.665 decessi. Nelle ultime 24 ore sono stati processati 2.702 tamponi, tra molecolari e antigenici. Da ieri sono guarite 191 persone. Crescono i ricoveri, 12 in più per un totale di 173 e, infine, una terapia intensiva occupata in più per un totale di 6.

TOSCANA - Sono 995 i contagi da covid in Toscana secondo il bollettino di oggi, 27 giugno. Si registrano inoltre altri 10 morti. 292 i casi confermati con tampone molecolare e 703 da test rapido antigenico registrati nelle ultime 24 ore, che portano il totale a 1.196.650 dall’inizio dell’emergenza sanitaria da Coronavirus.

I nuovi casi sono lo 0,1% in più rispetto al totale del giorno precedente. I guariti crescono dello 0,1% e raggiungono quota 1.144.079 (95,6% dei casi totali). Oggi sono stati eseguiti 833 tamponi molecolari e 3.154 tamponi antigenici rapidi, di questi il 25% è risultato positivo. Sono invece 1.397 i soggetti testati oggi (con tampone antigenico e/o molecolare, escludendo i tamponi di controllo), di cui il 71,2% è risultato positivo. Gli attualmente positivi sono oggi 42.410, -0,2% rispetto a ieri. I ricoverati sono 361 (12 in più rispetto a ieri), di cui 14 in terapia intensiva (2 in più). Oggi si registrano 10 nuovi decessi: 2 uomini e 8 donne con un’età media di 84 anni.

ABRUZZO - Sono 612 i contagi da coronavirus in Abruzzo oggi, 27 giugno 2022, secondo numeri e dati covid del bollettino della regione. Si registra un morto, come comunica l’Assessorato regionale alla Sanità.

I dimessi/guariti sono 77 rispetto a ieri. Gli attualmente positivi in Abruzzo sono 23.831 (+534 rispetto a ieri). Di questi, 121 pazienti (+9 rispetto a ieri) sono ricoverati in ospedale in area medica; 4 (invariato rispetto a ieri) in terapia intensiva, mentre i restanti sono in isolamento domiciliare.

Nelle ultime 24 ore sono stati eseguiti 518 tamponi molecolari e 1.722 test antigenici. Del totale dei casi positivi, 88.828 sono residenti o domiciliati in provincia dell’Aquila (+134 rispetto a ieri), 121.103 in provincia di Chieti (+168), 98.413 in provincia di Pescara (+161), 104.296 in provincia di Teramo (+104), 8.353 fuori regione (+26) e 4.229 (+19) per i quali sono in corso verifiche sulla provenienza.

EMILIA ROMAGNA - Sono 2.961 i nuovi contagi da Coronavirus oggi, 27 giugno 2022 in Emilia Romagna, secondo i dati Covid-19 dell’ultimo bollettino della Regione. Da ieri sono stati registrati 12 morti. Nelle ultime 24 ore sono stati processati 7.793 tamponi, di cui 3.684 molecolari e 4.109 test antigenici rapidi, con un tasso di positività del 38%.

I pazienti attualmente ricoverati nelle terapie intensive dell’Emilia-Romagna sono 29, 2 in meno rispetto a ieri. Per quanto riguarda i pazienti ricoverati negli altri reparti Covid, sono 907, 45 in più rispetto a ieri. La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 464 nuovi casi, seguita da Modena a 408; poi Rimini a 343, Reggio Emilia a 331 e Ravenna a 317 su 144.713, Parma a 264, Ferrara a 253 e Cesena a 219; quindi Forlì a 155 e il Circondario Imolese a 105. In isolamento domiciliare 39.563 persone.

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Omicron 5, virologi: "Virus più contagioso"

cms_26588/Arnaldo-Caruso-virologo-26052020.jpgArnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia (Siv-Isv), invita "non sottovalutare" la sottovariante. Ma su isolamento dei positivi a Covid, mascherine e vaccini, "la stagione degli obblighi è finita", precisa. E in vista dell’autunno avverte: "Territorio impreparato, rafforzare cure domiciliari o sarà caos ospedali".

Sars-CoV-2, nella ’versione’ Omicron 5, "forse oggi può essere considerato il virus più contagioso al mondo e proprio in questa caratteristica sta la sua pericolosità": rispetto al coronavirus che ci ha travolto come uno tsunami nelle prime fasi della pandemia "è sicuramente meno aggressivo, ma resta problematico perché nel provocare tante infezioni può arrivare facilmente anche alle persone più fragili". In un’intervista all’Adnkronos Salute Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia (Siv-Isv), invita "non sottovalutare" la sottovariante Omicron BA.5 destinata a diventare dominante. Un monito che l’esperto lancia soprattutto in vista dell’autunno perché "a ottobre il virus ritornerà", avverte, mentre l’ondata attuale è "la sorpresa che non ci si aspettava", che però "potrebbe essere solo una fiammata fugace".

"FIAMMATA ESTIVA" - "Viviamo sicuramente un rialzo che in questo momento non ci attendevamo", spiega lo specialista, ordinario di microbiologia e microbiologia clinica all’università di Brescia e direttore del Laboratorio di microbiologia dell’Asst Spedali Civili, perché Sars-CoV-2 resta "un virus respiratorio" che in quanto totale "durante il periodo estivo si sarebbe dovuto trovare in una fase di remissione. Sapevamo che Omicron 5 riesce a infettare persone già vaccinate o guarite da un’infezione associata a precedenti varianti, quindi che in qualche modo è in grado di ’bucare’ l’immunità vaccinale e quella naturale" in termini di capacità infettiva, ferma restando la protezione contro le forme più gravi di malattia Covid-19. "Però pensavamo che colpisse un po’ più avanti, non adesso", osserva Caruso.

"Tuttavia - precisa - quella in corso potrebbe essere una fiammata e nient’altro, come abbiamo visto succedere in altri Paesi, per esempio in Portogallo. Noi siamo un po’ in ritardo", dunque ancora con una curva in crescita, "ma speriamo intorno a fine luglio, superato il picco, si possa avere un agosto più tranquillo che permetta di vivere vacanze serene".

Ma la corsa di Omicron 5, meno cattiva come le altre ’sorelle’ della famiglia Omicron, è una cosa buona oppure no? L’avvento di "Omicron BA.5 - risponde il presidente dei virologi italiani - ci dice che il virus Sars-CoV-2 continua a evolversi e sicuramente questa caratteristica di riuscire a contagiare un po’ in tutti non è una buona notizia, perché infettando su grandi numeri Omicron 5 può raggiungere più facilmente anche le fasce fragili. Se è vero che la maggior parte di noi, o per la vaccinazione o per l’infezione naturale o per entrambe, ha sviluppato una base immunologica importante" e mantiene uno ’scudo’ contro Covid grave, "dobbiamo fare comunque molta attenzione e proteggere chi questa base immunologica non ce l’ha: appunto le categorie più a rischio di patologia seria".

Insomma, il virus non si è ancora raffreddorizzato? "Certamente gli studi virologici ci dicono che Sars-CoV-2 è cambiato e che non colpisce i polmoni nello stesso modo di prima", premette l’esperto, ipotizzando che "le morti che continuiamo a vedere purtroppo ogni giorno" siano "collegate non a polmoniti virali classiche, bensì a complicanze diverse in pazienti già compromessi da diverse concause. Tuttavia, come tutti i virus, se attacca una persona senza difese immunitarie anche Omicron BA.5 può far male. Del resto - puntualizza lo specialista - può farlo anche la ’semplice’ influenza che banale non è".

"STOP ISOLAMENTO POSITIVI" - "Il virus è endemico, ci sono tantissimi positivi a Covid ed è diventato ormai impossibile tracciare e quarantenare tutti". E’ alla luce di questo quadro che, secondo Caruso, "dal punto di vista pratico è una profonda ingiustizia che vengano costrette in casa le persone positive" ufficialmente, quelle che accettano di sottoporsi ai tamponi che fanno partire la procedura di isolamento. "Così si forza la mano e si inducono moltissimi positivi a non dichiararsi". In altre parole, l’obbligo di quarantena per i contagiati alimenta il sommerso e la circolazione non controllata di Sars-CoV-2, mentre passare dall’imposizione alla responsabilizzazione "sarebbe una cosa di buon senso", dichiara l’esperto.

"Io dico questo", chiarisce: "Chi è positivo a Covid e ha sintomi, perché solo chi li ha può accertarsi di essersi infettato, andrebbe responsabilizzato a restare a casa fino a quando i disturbi spariscono. Dopo di che può indossare una mascherina e tornare anche al lavoro, quindi rifare un test che certifichi l’avvenuta negativizzazione".

Positivi isolati, dunque, ma non per obbligo bensì per responsabilità individuale, "con la convinzione che per proteggere se stessi e soprattutto gli altri è giusto non uscire. Imporlo - ribadisce lo specialista - significa spingere i contagiati a nasconderlo, invece se si arriva a una responsabilizzazione collettiva si controlla anche meglio l’epidemia".

"OBBLIGO ANACRONISTICO" - Quarantena dei positivi a Covid, mascherina, vaccini. "Per tutto, continuare oggi a imporre obblighi sarebbe anacronistico. La stagione dell’obbligo è finita, è iniziato il tempo della responsabilità", è il messaggio di Caruso che sul fronte immunizzazioni in vista dell’autunno concorda con il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli: "E’ giusto prospettare una vaccinazione anti Sars-CoV-2 per gli over 60 - spiega l’esperto - ma assolutamente no all’obbligo. Anche il vaccino dovrà essere volontario, fortemente consigliato alle categorie più a rischio, in modo identico a come si fa con l’antinfluenzale".

"L’obbligo - analizza Caruso - si inseriva in un momento di grande gravità e di poca conoscenza del virus, in una fase in cui il nuovo coronaviurs colpiva forte e duro, scendeva in profondità provocando polmoniti mortali. Allora era certamente necessario imporre un lockdown, regole di protezione in tutte le interazioni fra persone e la vaccinazione. Oggi sappiamo che il virus non è certamente quello più di quello di prima. E’ sempre pericoloso e bisogna dirlo - tiene a ribadire - perché non è ancora una ’semplice influenza’. Però abbiamo una base immunitaria importante e allora a questo punto tuteliamo i fragili, gli indifesi, quelli che veramente hanno e avranno bisogno di essere protetti".

"Tutti dovremmo ormai sapere che cos’è questo virus - ragiona il numero uno della Siv-Isv - Tutti dovremmo conoscerne la pericolosità e ognuno di noi, in coscienza, dovrebbe chiedersi: voglio approfittare del vaccino efficace e sicuro che lo Stato mi offre gratuitamente, per tutelare me e gli altri? Voglio continuare a indossare la mascherina come prassi nelle situazioni di rischio, per il bene mio e per quello degli altri? Non dico in ambiente sanitario, ma nell’ambito della comunità - è la visione dello specialista - chi vuole proteggersi e proteggere lo faccia, nella convinzione personale che è giusto e utile, in un’ottica di responsabilità individuale. Lavoriamo su questo".

"IN AUTUNNO RISCHIO CAOS OSPEDALI" - "Dopo questa fiammata d’estate, in autunno Covid ritornerà e quello che vedo è che non siamo preparati a livello territoriale. Ciò di cui ho paura è che con la prossima stagione possa verificarsi di nuovo un intasamento dei pronto soccorso, con persone che al primo sintomo più serio rispetto al comune raffreddore si riversano sugli ospedali", facendoli ripiombare nel caos già vissuto e paralizzando l’assistenza agli altri malati. Caruso non usa mezzi termini per esprimere i suoi timori: "Non vedo segnali che sul territorio si stiano prendendo i necessari provvedimenti per far sì che la maggior parte dei pazienti possa beneficiare di cure domiciliari contro Covid-19" e scongiurare il pericolo tilt, avverte l’esperto, lanciando un appello al ministero della Salute.

"Un po’ per il carico enorme di burocrazia che grava sulle spalle dei medici di famiglia, anche a causa di tanti tamponi evitabili, un po’ forse per difendersi da possibili conseguenze - analizza lo specialista - gli antivirali orali ci sono, ma non vengono ancora prescritti abbastanza; gli anticorpi monoclonali ci sono, ma si usano ancora troppo poco. E’ necessario mettere i medici di medicina generale nelle condizioni di non temere ripercussioni di alcun tipo se prescrivono un farmaco che ritengono opportuno, nel dare cure a domicilio", esorta Caruso.

"Il medico di famiglia deve poter agire - incalza - deve essere liberato da pastoie burocratiche e paure che oggi frenano l’assistenza a casa, fuori dall’ospedale. Il medico deve sentirsi libero di operare in serenità sul territorio secondo competenza, però al momento purtroppo non vedo le condizioni perché questo avvenga. E’ questo l’unico grosso problema che io prevedo per l’autunno", anche in ’era Omicron’: "Tornare a intasare gli ospedali".

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