IN ITALIA ULTERIORI 13.817 CONTAGI E ALTRI 322 MORTI

I dati dalle Regioni. Monoclonali a casa, il parere degli esperti.Spostamenti regioni gialle 26 aprile, regole: visite private e turismo

25_4_2021.jpg

cms_21688/4.jpg

cms_21688/Min_Sanita_ISS_Prot_Civ.jpgIn Italia ulteriori 13.817 contagi e altri 322 morti

Sono 13.817 i contagi da coronavirus in Italia, secondo i dati, regione per regione, nel bollettino della Protezione Civile.

Da ieri, secondo la tabella del ministero della Salute, registrati altri 322 morti che portano il totale a 119.021. Nelle ultime 24 ore eseguiti 320.780 tamponi, il tasso di positività è al 4,3%. Scendono ancora i ricoveri in terapia intensiva, dove ci sono ora 2.894 persone (-85), con 143 nuovi ingressi giornalieri. Sono 3.369.048 i guariti in totale (+17.587), 461.448 gli attualmente positivi (-4.095).

cms_21688/italia.jpg

I dati dalle Regioni

LAZIO - Sono 1.266 i nuovi contagi da coronavirus. Si registrano altri 23 decessi.

LOMBARDIA - Sono 2.313 i nuovi contagi di coronavirus. Si registrano altri 49 morti, che portano a 32.618 il totale dei decessi in Lombardia dall’inizio dell’emergenza Covid. L

VALLE D’AOSTA - Sono 45 i nuovi contagi da coronavirus. Si registrano altri 4 morti.

EMILIA ROMAGNA - Sono 984 i nuovi contagi da coronavirus. Si registrano altri 30 decessi.

PUGLIA - Sono 1.255 i nuovi contagi di coronavirus. Si registrano altri 33 morti.

FRIULI VENEZIA GIULIA - Sono 204 i nuovi contagi di coronavirus. Si registrano altri 8 morti.

BASILICATA - Sono 162 i nuovi contagi da coronavirus. Non si registrano decessi.

TOSCANA - Sono 886 i nuovi contagi da coronavirus. Si registrano altri 26 morti.

cms_21688/VACCINO_anticorpi-monoclonali.jpg

Monoclonali a casa, il parere degli esperti

Anticorpi monoclonali a casa. Parere in gran parte positivo da parte degli esperti per il loro utilizzo a livello territoriale in coordinamento con l’ospedale, come sarebbe previsto dal nuovo protocollo ministeriale per le cure anti-Covid a domicilio che si attende a giorni.

cms_21688/SilvioGarattini_scienziato_fg.jpgGarattini

Anticorpi monoclonali Covid, Sperimentare "le cure anti-Covid con anticorpi monoclonali a domicilio è utile", dice il farmacologo Silvio Garattini all’Adnkronos Salute, "perché il momento in cui questi trattamenti sembrano essere più efficaci è proprio la fase precoce della malattia e non sono indicati in ospedale su pazienti già in fase avanzata". La possibilità di utilizzare gli anticorpi monoclonali sul territorio, in coordinamento con l’ospedale, sarebbe previsto dal nuovo protocollo ministeriale per le cure anti-Covid a domicilio che si attende a giorni. Garattini però premette che "questi farmaci in generale necessitano di maggiori conoscenze".

"Siamo ancora in una situazione sperimentale, non possiamo dare per acquisito il loro impiego e la loro efficacia - sottolinea - e bisogna per questo consolidarne l’uso nella pratica per vedere qual è il rapporto beneficio-rischio. Dunque - conclude - la sperimentazione a domicilio è utile proprio perché offre la possibilità di studiarli nelle fasi precoci della malattia".

cms_21688/Pregliasco.jpgPregliasco

"Stiamo per realizzare uno studio sull’utilizzo degli anticorpi monoclonali per via intra-intramuscolo" dice all’Adnkronos Salute il virologo dell’Università di Milano Fabrizio Pregliasco.

Saranno, spiega, "da comparare all’uso endovena, già autorizzato, per vedere se questa somministrazione può essere adottata. Se il nostro Comitato etico darà l’ok, partirà uno studio, che è multicentrico, e per il quale speriamo di riuscire subito a reclutare almeno una decina di pazienti. Questa via di somministrazione potrebbe esemplificare le cose", anche in vista delle cure domiciliari con questi medicinali.

In particolare, poi, nel nuovo Protocollo sulle cure domiciliari per i pazienti Covid, elaborato dal Dipartimento prevenzione del Ministero della Salute, e atteso a breve, "viene sottolineata la possibilità di avviare i pazienti affetti da Covid di recente insorgenza e con sintomi lievi-moderati, alla terapia con anticorpi monoclonali". Secondo Pregliasco "è importante rafforzare la vicinanza ospedale-territorio, quindi l’allerta del medico che deve sempre mantenere il contatto con il paziente positivo, in modo da somministrarli quanto più possibile in fase precoce in ambiente protetto. Credo sia un elemento da valutare per confermare risultati che sembrano interessanti".

cms_21688/giovanni-maga.jpgMaga

"Monoclonali anti-Covid a domicilio? Tutte le cure e le forme di assistenza a casa sono benvenute" dice all’Adnkronos il virologo Giovanni Maga, direttore dell’l’Istituto di genetica molecolare del Cnr di Pavia. "Ovviamente è necessario che ci sia un’organizzazione adeguata per la sicurezza e la somministrazione con le adeguate accortezze. E un protocollo ben definito". "Fino ad oggi - ha ricordato Maga - i monoclonali sono stati somministrati in regime ospedaliero perché vengono infusi per endovena, lentamente. E’ una procedura che non sempre è facile da fare a domicilio. Con metodi di somministrazioni differenti, che potrebbero arrivare presto, ci sarebbero meno problemi. Tutte le cure che vengono fatte a domicilio contribuiscano ad alleggerire il sistema sanitario nazionale".

Inoltre "il monoclonale contro Covid va dato all’asintomatico (o pauci sintomatico) che ha un rischio elevato di progressione, quindi a una persona tendenzialmente fragile e per la quale, magari, il day hospital può rappresentare un momento traumatico. Dunque se si riuscirà a fare questa terapia a domicilio è una buona cosa. Ovviamente servirà un protocollo che assicuri la possibilità di somministrare il farmaco in maniera corretta".

cms_21688/Antonella_D_Arminio_Monforte,_direttore_di_Malattie_infettive,_Asst_Santi_Paolo_e_Carlo_di_Milano.jpegD’Arminio Monforte

"Monoclonali anti-Covid in terapia domiciliare? Il mio è un ’ni’". A dirlo all’Adnkronos Salute è Antonella D’Arminio Monforte, direttore di Malattie infettive, Asst Santi Paolo e Carlo di Milano, uno dei reparti che somministra, su autorizzazione dell’Aifa, la cura.

"Non perché non sarebbe possibile ma perché ci sono due problemi importanti: la selezione dei pazienti, che è abbastanza complessa. E la gestione di eventuali effetti avversi".

Per la selezione dei pazienti, in particolare, "ci vuole un ’occhio allenato’ - precisa l’infettivologa - perché la terapia può essere fatta solo a pazienti che non abbiano un’infezione troppo avanzata, che abbiano dei fattori di rischio per lo sviluppo di un’infezione più grave e che abbiano sintomi da meno di 10 giorni. Purtroppo i pazienti che ci vengono inviati dai medici di medicina generale e che per loro sono idonei, per noi non lo sono. Il grande rischio è la selezione del paziente". Oltre al problema della scelta, però, c’è anche il problema di eventuali rischi di choc anafilattico, che possono essere gestiti con meno facilità sul territorio. Questi farmaci si somministrano, infatti, "in vena, in circa un’ora, non è la stessa cosa di un farmaco orale o un intramuscolo. Il medico deve prevedere di rimanere due ore con il paziente, per ogni eventualità. Bisogna anche prevedere un assistenza con possibilità di urgenze rianimatorie, anche se rare. Fino ad oggi nel nostro centro abbiamo somministrato oltre 30 terapie e abbiamo avuto solo un caso, lieve, di choc".

cms_21688/CORONAVIRUS-_NOTIZIE_E_PROVVEDIMENTI.jpg

Spostamenti regioni gialle 26 aprile, regole: visite private e turismo

Nuove regole per gli spostamenti tra regioni gialle, visite private e turismo da domani, lunedì 26 aprile, quando entra in vigore il decreto riaperture e gran parte delle regioni -da Lazio a Lombardia, da Veneto a Piemonte, da Toscana a Emilia Romagna- si applicano misure più soft anche per ristoranti, bar e scuola. Come conferma la circolare del Viminale, gli spostamenti sono liberi tra le regioni in zona gialla. Cambiano in particolare le regole per le visite private fino al 15 giugno nelle regioni gialle. Potranno raggiungere un’altra abitazione privata quattro persone, che potranno portare con sè figli minori, di età anche superiore ai 14 anni. Questi spostamenti possono avvenire anche tra regioni gialle differenti e non importa se il viaggio comporti l’attraversamento di una regione arancione o rossa. Tali visite, invece, potranno avvenire in zona arancione entro i limiti del comune. Sono infine vietate in zona rossa. Sì all’accesso alle seconde case, anche se si trovano in zona arancione o rossa. Lo spostamento, compreso tra quelli che rientrano nel ritorno alla propria residenza, non richiede certificati di vaccinazione o guarigione e tampone.

Se gli spostamenti tra zone gialle sono liberi, in linea di massima sono vietati quelli in entrata e in uscita da regioni in zona arancione e in zona rossa. Sono ammessi, però, con autocertificazione per motivi di lavoro, di salute e di emergenza. In prospettiva, gli spostamenti saranno consentiti con il pass verde covid anche in zona rossa e arancione.

Il pass vaccinale deve essere definito in base alle indicazioni del ministero della Salute. Nel frattempo, per spostamenti anche per turismo tra regioni di colore diverso, bisogna munirsi di certificazione che attesti l’avvenuta vaccinazione (con la seconda dose ricevuta da non oltre 6 mesi) o l’esito negativo di un tampone eseguiti da non oltre 48 ore. Tali requisiti valgono anche per i minori, sono esclusi i bambini di età inferiore a due anni.

Il pass vaccinale, inserito del decreto, consentirà di spostarsi "da una Regione all’altra anche se si tratta di zone rosse o arancioni", spiega Palazzo Chigi. I requisiti per ottenere il pass, che potrà essere rilasciato anche dal medico di famiglia, sono illustrati: "Può avere il certificato verde chi ha completato il ciclo di vaccinazione (dura sei mesi dal termine del ciclo prescritto), chi si è ammalato di covid ed è guarito (dura sei mesi dal certificato di guarigione), chi ha effettuato test molecolare o test rapido con esito negativo (dura 48 ore dalla data del test)". Quindi, il lasciapassare spetterà a chi è stato vaccinato e a chi può esibire un tampone molecolare negativo realizzato entro le 48 ore precedenti allo spostamento. Il pass è necessario anche per i minori. Sono esentati i bambini di età inferiore ai due anni. "Le certificazioni verdi rilasciate dagli Stati membri dell’Unione sono riconosciute valide in Italia. Quelle di uno Stato terzo se la vaccinazione è riconosciuta come equivalente a quella valida sul territorio nazionale", rendono noto fonti di palazzo Chigi.

International Web Post

Tags:

Lascia un commento



Autorizzo il trattamento dei miei dati come indicato nell'informativa privacy.
NB: I commenti vengono approvati dalla redazione e in seguito pubblicati sul giornale, la tua email non verrà pubblicata.

International Web Post

Direttore responsabile: Attilio miani
Condirettore: Antonina Giordano
Editore: Azzurro Image & Communication Srls - P.iva: 07470520722

Testata registrata presso il Tribunale di Bari al Nrº 17 del Registro della Stampa in data 30 Settembre 2013

info@internationalwebpost.org
Privacy Policy

Collabora con noi

Scrivi alla redazione per unirti ad un team internazionale di persone dinamiche ed appassionate!

Le collaborazioni con l’International Web Post sono a titolo gratuito, salvo articoli, contributi e studi commissionati dal Direttore responsabile sulla base di apposito incarico scritto secondo modalità e termini stabiliti dallo stesso.


Seguici sui social

Newsletter

Lascia la tua email per essere sempre aggiornato sui nostri contenuti!

Iscriviti al canale Telegram